lunedì 31 dicembre 2018

#32 Diario di bordo: recap mensile DICEMBRE

Ma ciao, mie piccole volpi!
Eccomi qui con il solito recap!
Dall' 1 al 6 il blog sarà in ferie (vi avviso subito)


Vi ricordate quando vi dicevo che Novembre è il mese in cui mi rendo conto di essere indietro in tutto?
Ecco, se questo fosse stato un Dicembre come tutti gli altri, vi avrei detto che ero, fortunatamente, riuscita a mettermi in pari. Ma questo non è un Dicembre come tutti gli altri e quindi non mi resta che ammettere la mia sconfitta: indietro ero e indietro sono rimasta.
Dalle mie parti si dice "sò indrio come ea coa del musso" (sono indietro come la cosa del mulo) che direi rende l'idea della mia situazione attuale.

Ma passiamo al recap di questo dodicesimo e ultimo mese del 2018!


A questo punto, di solito, vi parlo delle letture di questo mese. Tasto dolente, molto dolente.
Questo mese non ho letto quasi nulla e sto ancora piangendo... mi sentite? Sono certa di sì.
Ho letto una novella di circa 70 pagine il giorno di Natale, un manga piuttosto carino e un ebook di circa 120 pagine (che però non avuto tempo di recensirvi, sarà uno dei primi articoli del 2019 - forse).
Oltre a questo, però, ho letto una marea di fanfiction - alcune stra mega bellissime - e gli appunti di matematica e geometria (valgono? mi sa di no, eh!)
Purtroppo sono stata nuovamente colpita dal malefico "blocco del lettore"!
Dopo l'esperienza di maggio non lo credevo possibile, ma è stato così... e pensare che Dicembre è, da sempre, uno dei mesi in cui leggo di più. *fugge in lacrime*

Non che con serie tv, dorama e anime io sia messa tanto meglio eh!
Questo mese è stato una catastrofe sotto diversi punti di vista... ma andiamo avanti.
Ho visto un live action molto carino in perfetto tema natalizio, ho recuperato un dorama bellissimo (di cui vi parlerò a gennaio, perché voglio scrivere una recensione degna), ho seguito una serie tv su canale 5 che mi ha molto appassionato e sto continuando la visione di un anime davvero carino.

Non sono mai andata al cinema, nonostante ci fosse più di un film che avrei voluto vedere.
Diciamo che, questa volta, non è colpa mia e della mia poca voglia di fare, quanto piuttosto della mancanza di tempo.
Ma, sia lodato lo streaming, recupererò tutto!

Per quanto riguarda gli eventi...
Beh, Dicembre è il mese del Natale e delle feste in famiglia per eccellenza e, anche io, l'ho trascorso con i miei parenti. Quest'anno abbiamo deciso di stare a casa (di solito andiamo fuori a pranzo) e ci siamo riniti tutti da mia zia, dove abbiamo mangiato come dei porcellini - non d'india, credetemi.
Lasciate che ve lo dica: è stata, oggettivamente, una giornata mooolto lunga, ma mi sono divertita tanto e sono tornata a casa felice e contenta. Rotolando, ma felice e contenta!
All'inizio del mese sono andata con mia mamma a fare un giretto in centro per recuperare qualche regalo di Natale, ma non ho trovato quello che cercavo quindi sono tornata a casa con solo un paio di jeans per la sottoscritta (perché ultimamente mi sta tutto enorme - le gioie della dieta).
L'8 dicembre sono stata a Ferrara a vedere i mercatini di Natale!
Dovete sapere che adoro Ferrara, ma che ho avuto modo di vederla solo d'estate e con le bancarelle del FeComics. Poter gironzolare in clima invernale e natalizio è stata davvero una bella esperienza.
Il 15 sono tornata in centro per ritirare dei libri da MondoLibri e mi sono concessa un giretto tra le bancarelle, ma c'era davvero troppa gente, quindi non ho visto chissà che cosa.
Fortunatamente sono tornata proprio il 29 e, questa volta, mi sono fatta proprio un bel giretto!
Ho visto i mercatini artigianali di Piazza Capitaniato (se passate per Padova, andate in piazza Capitaniato perché un angolino della città niente male), mi sono bevuta un bel brulè di mele (analcolico), ho mangiato la pizza da RossoPomodoro e ho svuotato la casella (e il portafogli) in fumetteria. Insomma, meglio d così non poteva andare!
In tutto questo, proseguono le ripetizioni di matematica e geometria, anche se ora siamo in pausa festività - come è giusto che sia.
Aggiornamento dieta: bene ma non benissimo (direbbe qualcuno). Durante le Feste credo sia quasi impossibile rispettare la dieta. Io mi sono impegnata, ho fatto contegno, ho resistito...ma un pochino ho sgarrato, lo ammetto.


Insomma, blocco del lettore a parte, sono contenta.
Dicembre è stato un mese pieno di impegni e cose belle: è andata bene, dai!
Ed ora, vediamo i preferiti!


Cominciamo dal libro!
Essendo l'unica lettura di questo mese, non posso che citare Ciò che non viviamo di Maria Capasso.
Lo cito anche perché è stata davvero un'ottima lettura e credo l'avrei comunque inserita nei preferiti del mese.
Vorrei nominarvi qualcuna delle fanfiction che ho letto, ma non so se è fattibile. Vi dico che ho letto principalmente storie del fandom degli Arashi (il gruppo Jpop che seguo di recente), anche per prepararmi a quella che sto scrivendo io.
*dovesse interessarvi: chiedete e vi giro qualcosa in privato*

Per gli anime, sicuramente abbiamo Free! 
Al momento sono all'inizio della terza stagione e non vedo l'ora di parlarvene: non credevo mi sarebbe piaciuto così tanto - finirò a leggere fanfiction anche di questo fandom, già lo so.
Nella categoria serie tv/dorama, vi cito due cose a tema medico, perché ho una fissa per le serie che parlano di ospedali e simili (sappiatelo). Quindi abbiamo: New Amsterdam, che ho visto su canale5 e che ho adorato, e Black Pean che ho visto in streaming e che ho amato alla follia (santi sottotitoli in italiano, altrimenti non ci avrei capito nulla).

Nella categoria musica, questa volta niente Jpop (siete contenti?).
TimMusic si è ripresa (dopo aver pagato la promozione a ufo per due mesi, ma vaaa beeeneee), quindi ho ripreso ad ascoltare anche musica occidentale. Siccome ho tentato - invano - di sistemare la mia playlist (prima che esplodesse), ho riascoltato qualche vecchia canzone, tra cui: la colonna sonora di Your Name, la colonna sonora di The Gratest Showman, My Immortal degli Evanescence, In the End dei Linkin Park e via così.

Come vi dicevo, non sono andata al cinema, perciò passo oltre.

Nella categoria minestrone, questo mese, metto:
* La maglia di Sdentato di pampling - stupenda, bellissima, meravigliosa! La cosa più patatosa che esista a questo mondo (e devo ancora metterla, pensate quando riuscirò ad indossarla come sarò ridotta).
* La penna per il tablet - che sto sfruttando molto ultimamente e che sono stati i 14€ meglio spesi di sempre.
* Il pupazzotto di Paperino - recuperato con i punti del supermercato (santo Alì che fai queste raccolte belle).
* La crema mani all'olio d'oliva di Yves Rocher - che mi ha salvato la manine con questo freddo.
* I regali di Natale! - tutti, nessuno escluso, perché non ce n'è uno più bello dell'altro.
* Il brulè di mele - che mi ha ustionato la lingua, sa da pomi cotti (mele cotte), ma è buonissimo comunque.


Un sacco di cose anche questo mese!
Ma siamo nuovamente arrivati alla fine.
Credo di aver messo tutto e spero di non avervi annoiato.
Fatemi sapere quali sono i vostri preferiti e se abbiamo qualcosa in comune!

Per suggerimenti, consigli e chiacchiere di ogni genere, sapete dove trovarmi!

Noi ci vediamo nel 2019!
Alla prossima!

Silvia


P.S. Approfitto per fare a tutti voi gli auguri di buon Natale in ritardo e per augurarvi, con un pochino di anticipo, un felice anno nuovo! *sparge biscotti e abbraccia tutti*

venerdì 28 dicembre 2018

Ciò che non viviamo di Maria Capasso - novella - |recensione|

Buona sera mie piccole volpi!
Eccomi con il secondo articolo di oggi!


Per prima cosa ringrazio Maria, l'autrice, per avermi proposto di leggere questa novella e mi scuso per averci messo così tanto a recensirla.
Come sapete (se mi seguite su instagram) il malefico "blocco del lettore" ha colpito ancora e questo è il primo libro che riesco a finire dall'inizio di dicembre... *piango*



Ciò che non viviamo.
di Maria Capasso

Editore: Un cuore per cappello
Pagine: 64
Prezzo: 8,00€ (ebook 1,49€)

Trama:

Dove finisce ciò che non viviamo e i sentimenti repressi?
Da nessuna parte, restano dentro di noi ad ammuffire.
Viola e Micol hanno finto di non accorgersi che la loro non era un’amicizia, ma qualcosa di molto più profondo, vivendo nell’ombra di un sentimento mai rivelato.
Avranno un epilogo felice oppure incerto?



Come vi dicevo, questa novella mi è stata consigliata e inviata direttamente dall'autrice.
Avendo già letto uno dei romanzi di Maria (Album di famiglia) e avendolo apprezzato molto, sono stata davvero contenta nel ricevere questa proposta.

Ciò che non viviamo è la storia di un'amicizia speciale e importante, di un legame che va oltre le convenzioni, i confini e le distanze.
Un racconto a due voci coinvolgente, romantico ed emozionante.


Questo, per me, è stato sicuramente l'anno in cui mi sono avvicinata alle storie d'amore "non convenzionali" (lo metto tra virgolette, perché non credo sia il termine giusto ma non mi viene altro al momento per definire il genere).
Come vi ho già detto in altre recensioni precedenti, non sono mai stata fan di yaoi (boy love) e yuri (girl love), per dirla in gergo da manga, ma durante quest'anno mi sono ritrovata a leggere più di un romanzo che trattava queste tematiche (per non parlare delle fanfiction e di quelli che ho in reading list) e, lo devo proprio dire, non mi dispiace affatto.
Ovviamente ho tutte le mie teorie e preferenze del caso, ma non è questo il luogo dove parlarvene.

Quando ho letto la trama di questa novella, non mi aspettavo si trattasse di una storia d'amore di questo tipo perché, diciamocelo, avevo scambiato una delle due ragazze per un uomo (leggevo male il nome - capitemi ho un'età ormai). Ammetto che mi aspettavo la classica storia d'amore un po' troppo romantica - per i miei gusti ovviamente - e quindi ero leggermente prevenuta.
Una volta cominciata la lettura sono rimasta piacevolmente sorpresa nel rendermi conto che a raccontare questo forte legame erano due ragazze.
Non voglio soffermarmi troppo sulla trama, perché si tratta di un romanzo molto breve e non vorrei rischiare di dirvi troppe cose.
Molto semplicemente, la storia ruota attorno a Viola e Micol, due ragazze che si conoscono da molti anni e che sono legate da una forte amicizia. Un'amicizia che, con il passare del tempo, in maniera così naturale da spiazzare entrambe, si trasforma in un sentimento più forte, sfociando in un vero e proprio innamoramento.

Viola e Micol sono le uniche protagoniste di questo racconto, attorno a loro si svolge l'intera vicenda e sono proprio loro a raccontarcela, alternandosi e intrecciandosi, presentando al lettore i rispettivi punti di vista.
A livello di caratterizzazione ho molto apprezzato entrambe, soprattutto per la loro spiccata diversità che, alla fine, è proprio quello che le unisce così tanto.
Mi è piaciuto molto il modo in cui una descrive l'altra, idealizzandola ma fino ad un certo punto, senza mai trascurare i difetti, le cose che non piacciono, i gusti discutibili in fatto di film, musica e uomini. Insomma, le ho trovate entrambe davvero ben rese e realistiche sotto tutti i punti di vista.
Personalmente, ad un certo punto, non sentivo più la necessità di leggere uno dei due nomi all'inizio del capitolo, perché le due voci narranti erano più che chiare e distinguibili.

Come già vi dicevo nella recensione di Album di famiglia, lo stile di Maria Capasso è davvero buono: la sua è una scrittura scorrevole, coinvolgente, in grado di emozionare il lettore e che cattura dall'inizio alla fine.
Ciò che non viviamo si legge in una giornata e non si riesce a staccarsi dalle pagine finché la storia non è giunta al termine. Arrivati a questo punto, poi, se ne vorrebbe leggere ancora, saperne di più e scoprire come Micol e Viola vivranno il loro futuro.
Ho trovato davvero molto delicato il modo in cui l'autrice descrive i vari sentimenti che legano queste due ragazze. Non si cade mai nel banale, non ci sono volgarità (cosa che ho trovato spesso in questi casi) e tutto è reso in maniera naturale, realistica e veritiera.

Molto bella l'idea di usare come filo conduttore il testo di una canzone, riportandone alcuni versi all'inizio di ogni capitolo.

Sicuramente è un libro che mi sento di consigliare, sia che siate amanti del genere sia che non vi ci siate mai approcciati: potrebbe essere un buon modo per cominciare!

Il mio voto è:
🌟🌟🌟🌟 e mezzo
4,5/5


Alla prossima!
Silvia

Dorama time! - Per me è NO! |recensione|

Buongiorno mie piccole volpi!
Oggi dorama time! un po' diverso dal solito.



Come avrete capito dal titolo, questo dorama time è un po' particolare.
Oggi, infatti, vi parlo di quei dorama e live action visti in questo 2018 che non mi sono piaciuti. Siccome non sono una grande esperta, dato che mi sono avvicinata al genere solo quest'anno, ho preferito non scrivere recensioni negative.
Volevo comunque parlarvi anche di questi titoli, perché magari incontrano i vostri gusti molto più che i miei (non si sa mai...).
Quindi: preparatevi ad un articolo un po' lunghetto, perché dovrò farvi ben 7 mini recensioni!

Andrò in ordine di gradimento, anche perché non mi ricordo quale ho visto prima e quale dopo...abbiate pazienza, ho una certa età!
Ah, dimenticavo! Niente voto finale, sappiate che siamo nettamente sotto il 3. Nettamente!

DROWNING LOVE

Natsume Mochizuki è una teenager che lavora come modella a Tokyo che dovrà abbandonare la sua carriera per trasferirsi con la famiglia a Ukigumo, città natale del padre.
Qui, un giorno, incontra Koichiro Hasegawa, successore della famiglia Hasegawa, una delle più conosciute e rispettabili della zona.
I due si sento attratti l'uno dall'altra, ma qualcosa cambierà il loro destino.

Drowning Love (The knife that dropperd in the water - Oboreru naifu - 溺れるナイフ) è un live action giapponese del 2016 diretto da Yuki Yamato e tratto dall'omonimo manga di George Asakura.
Distribuito da Gaga Corporation, vede tra gli attori principali: Nana Komatsu e Masaki Suda.


Comincio subito col dirvi che io, questo film, non l'ho capito. Manco un pochino. Giuro!
Inizialmente ho dato la colpa ai sottotitoli troppo veloci, all'inglese con cui ancora non sono molto pratica, ma dopo averlo rivisto (perché sì, l'ho visto due volte - ho un problema con le cose che non capisco: io devo capire!), mi sono resa conto che a non essere chiara è proprio la trama.
Secondo me, lo svolgimento è un po' troppo confusionario e i salti temporali non sono sempre percepibili in maniera corretta. Tante volte nemmeno si capisce se, effettivamente, è passato del tempo e quanto ne è passato.
Per non parlare dei personaggi che, boh, io avrei preso a schiaffi dall'inizio alla fine.
Lasciate che sia brutale, per una volta: lei è una piattola colossale e lui è uno psicopatico. E credo di avervi detto tutto!
Unico lato positivo? Gli attori.
Devo dire che Nana Komatsu e Masaki Suda mi piacciono parecchio, perché sono entrambi in grado di interpretare i personaggi più disparati e lo fanno sempre benissimo! Lei poi è davvero carina.
*con i capelli biondi, però, lui non si può vedere...*

☙☙☙☙☙☙☙☙☙☙

MAKE A BOW AND KISS

An Kishimoto si è immersa totalmente nel tiro con l'arco per gli ultimi 6 anni. Essendo al terzo anno di scuola superiore, nomina come suo successore a capo del club di Kyudo, Yota Mikami. Il ragazzo non è solito fare molta pratica ma, nonostante questo, vince spesso le competizioni. Inoltre, Yota è segretamente innamorato di An.

Make a bow and kiss ( Ichire shite, kisu - 一礼して、キス ) è un live action giapponese del 2017, diretto da Takeshi Furusawa e tratto dall'omonimo manga di Yakko Kaga. Vede tra gli attori protagonisti: Elaiza Ikeda e Masaki Nakao.




Questi due live action sono più o meno alla pari.
Se del primo il problema è che non si capisce nulla, del secondo è che si capisce anche troppo.
Mi spiego meglio: in questo caso, la trama è abbastanza chiara, ma è davvero banale e già vista tante di quelle volte che, arrivati ad un certo punto, si può tranquillamente skippare mezzo film che tanto la fine è già ovvia.
Personalmente, ho avuto l'impressione che il tiro con l'arco, che dovrebbe essere un dettaglio importante a fini della vicenda, fosse solo un elemento di contorno per le scene "spinte" dei protagonisti.
(metto spinte tra virgolette, perché non è che lo siano più di tanto, almeno per noi occidentali, ma sapete che i giapponesi hanno un concetto tutto loro di "scena hot" - vabbè, andiamo avanti)
Neanche in questo caso ho sopportato i protagonisti: sono entrambi personaggi privi di spessore e caratterizzati davvero male. Anzi, a dirla tutta, secondo me non si può neanche parlare di caratterizzazione, perché lo sviluppo del personaggio è inesistente.
Il mio NO si estende anche agli attori, che non mi sono piaciuti per niente: lei ha la faccia da pesce lesso per metà del film e lui ha una sola espressione che varia in maniera impercettibile all'occhio umano. Sicuramente sono due bravi attori, io non ho le basi per giudicare, ma questo film di certo non li ha messi in risalto.
Mi consola il fatto che, anche i commenti sul sito fossero negativi, almeno non sono l'unica che non ha apprezzato.

☙☙☙☙☙☙☙☙☙☙

BOKU WA IMOTO NI KOI WO SURU

Yori un po' freddo e distante, continua a trattar la sorella gemella come fosse una stupida; Iku non sospetta minimamente che questa è tutta una maschera per coprire la forza del suo sentimento verso di lei (cerca quasi di proposito di farsi odiare per non accettare quella che è invece l'unica verità). Inizialmente sconvolta, in seguito Iku accetta l'amore del fratello, perché non desidera perderlo in nessun caso. Sarà lui a forzarla a cedere, anche se poi se ne pentirà.

Boku wa imouto ni koi wo suru ( My sister, my love - 僕は妹に恋をする) è un live action giapponese del 2007, diretto da Hirohi Ando e tratto dall'omonimo manga di Kotomi Aoki. Vede tra i protagonisti principali: Matsumoto Jun e Nana Eikura.
Dal manga è stato tratto anche un anime.


Voi non potete capire quanto mi dispiaccia dire che questo film non mi è piaciuto.
Avevo delle aspettative davvero alte, sia per la trama che mi sembrava interessante, sia per gli attori che mi sono sempre piaciuti in altri lavori che ho visto.
Purtroppo questo film è stato una delusione enorme.
La trama, in effetti, è particolare e interessante (e conferma la mia idea che i giapponesi abbiano una certa fissa con le relazioni incestuose e ambigue), ma è stata sviluppata davvero male: decisamente troppo lenta e noiosa. E, detto tra noi, stiamo parlando di incesto, non dovrebbe essere una storia noiosa!
Io mi chiedo ancora come ho fatto a finirlo...
Anche in questo caso i personaggi non mi hanno entusiasmato più di tanto. Non che mi sconvolga particolarmente l'amore tra fratelli (con annessi rapporti espliciti - anche se la scena di esplicito non aveva un tubo ), ma a parte questo, non c'è altro che definisca i due protagonisti. L'intera caratterizzazione ruota attorno a questa relazione ambigua e non ci si preoccupa molto di ampliare altri aspetti caratteriali.
Unico lato positivo (e unico motivo per cui mi sento in colpa per questa recensione negativa) sono gli attori: i protagonisti sono Matsumoto Jun ed Eikura Nana, che avevo già visto insieme in 99.9% criminal lawyer e che mi erano piaciuti tantissimo!
La loro interpretazione, infatti, mi è piaciuta e mi è sembrata ben resa, peccato che ci sia un problema di fondo che esula dalla bravura degli attori.
Punto a favore per Jun e Nana (livello di confidenza: amici da sempre), insomma, peccato che non basti...
*sorry Jun, sappi che mi piaci lo stesso e so che tu ce l'hai messa tutta*

☙☙☙☙☙☙☙☙☙☙

COMMUTING TO SCHOOL SERIES: COMMUTER TRAM

Yuna ha una cotta per Haru, un ragazzo che vede ogni mattina sul treno che la porta a scuola. La ragazza non sa nulla di lui, tranne che va in una scuola diversa dalla sua. Una mattina, quando Yuna si sveglia, trova Haru addormentato accanto a lei.

Commuting to school series: commuter tram (Tsuugaku Series Tsuugaku Densha - 通学シリーズ 通学電車 ) è un live action giapponese del 2015, diretto da Koji Kawano e tratto dal romanzo "Tsuugaku Densha" di Miyu (Shueisha Inc. 2010).
Vede tra gli attori protagonisti: Yudai Chiba e Airi Matsui.



Questo live action era partito bene, molto bene. Poi c'è stato un tracollo che la crisi del '29 in confronto era un problemuccio da nulla.
La trama, di per sé, non è tanto male e si capisce subito che non si tratterà di una storia super impegnata, ma comunque ci si aspetta qualcosina di vagamente emozionante e coinvolgente.
Aspettative infrante dopo una ventina di minuti, perché di coinvolgente non c'è un gran che e, a dirla tutta, nemmeno di emozionante. Non voglio però andare oltre, perché magari lo volete vedere e non è giusto che vi spoilero cose a caso.
I personaggi sono un po' meh e con qualche esagerazione, ma almeno sono caratterizzati decentemente. Non benissimo, ma decentemente.
Preferisco non focalizzarmi sugli sbalzi d'umore del protagonista maschile, perché ho appena detto che la caratterizzazione è decente, quindi soprassediamo.
Gli attori non sono stati malaccio, conoscevo già Yudai Chiba e quindi avevo già un'idea di quella che sarebbe stata la sua interpretazione. Diciamo che questo ragazzo mi piace a tratti e non sono ancora stata in grado di inquadrarlo come attore.
Non conoscevo l'attrice che interpreta la protagonista femminile, quindi non ho termini di paragone, ma non mi è dispiaciuta, tutto sommato è stata brava.
Ho visto che c'è una specie di seguito, che credo abbia come protagonisti i due personaggi secondari, ma non ne sono sicura al 100%. Come non sono sicura che lo guarderò...

☙☙☙☙☙☙☙☙☙☙

MY BROTHER LOVES ME TOO MUCH

Setoka Tachibana è una studentessa delle superiori che ha confessato i suoi sentimenti a 12 ragazzi, ma è sempre stata rifiutata.
Il fratello maggiore Haruka Tachibana, tiene molto a lei ma le nasconde un segreto: lui e Setoka non sono veramente fratelli.
Un giorno, il primo amore di Setoka, Takane Serikawa, torna in città dopo molto anni e inizia a corteggiarla.

My brother loves me too much ( Ani ni Ai Saresugite Komattemasu - 兄に愛されすぎて困ってます ) è un live action del 2017 tratto dall'omonimo manga di Rina Yagami e diretto da Hayato Kawai. Vede tra gli attori principali: Yudai Chiba, Tao Tsuchiya e Ryota Katayose.
Dal manga è stato tratto anche un dorama in 5 puntate a cui il film fa da seguito


In questo caso, contrariamente ai precedenti, vi parlo sia di un dorama che di un live action, perché sono uno il seguito dell'altro (sorvoliamo sul fatto che non sono certa di aver capito bene l'ordine con cui vanno visti).
Vi confesso che, questa volta, non si tratta di una schifezza come credevo: la mia recensione negativa riguarda solo la grandissima banalità che aleggia ovunque e comunque.
Perché il problema di questa storia è proprio la banalità.
La trama è, senza ombra di dubbio, qualcosa di già visto (che sia in altri dorama o in qualche anime) e il finale è chiaro fin dai primi cinque minuti. Lo stesso vale per i personaggi, che sono caratterizzati decentemente, ma restano comunque una raccolta infinita di stereotipi.
Gli attori sono stati bravi, niente da dire, anche tenuto conto che alcuni erano alla prima esperienza, ma non credo guarderò altri loro lavori. E, scusatemi, ma non sopporto Tsuchiya Tao, non c'è un motivo: non la sopporto e basta.
Non mi dilungo oltre, perché non c'è moltissimo da dire a riguardo.

☙☙☙☙☙☙☙☙☙☙

HEROINE DISQUALIFIED

Hatori Matsuzaki è una studentessa delle superiori e ha una cotta per il suo amico d'infanzia Rita Terasaka. La ragazza crede che l'amico la sceglierà come sua personale eroina, ma Rita comincia a uscire con Miho Adachi.
Bel frattempo, Kosuke Hiromitsu, lo studente più popolare della scuola, sembra essere interessato a Hatori.

Heroine Disqualified ( No longer heroine - Heroin shikkaku - ヒロイン失格) è un live action giapponese del 2015, diretto da Tsutomu Hanabusa e tratto dall'omonimo manga di Momoko Koda. Vede nel cast principale: Mirei Kiritani, Keto Yamazaki e Kentaro Sakaguchi.
Ho deciso di guardare questo live action perché avevo da poco visto i due attori protagonisti in un dorama che mi era piaciuto tantissimo.
La trama di questo live action non è tanto male, lo devo ammettere, mi ha preso parecchio e mi sono anche divertita. Perché i siparietti comici non mancano e alcuni sono davvero assurdi!
Ma il problema sta nei personaggi, anzi nella protagonista femminile, per la precisione, che proprio non mi  piaciuta.
Pesante! Credo che "pesante" sia il termine migliore per descriverla.
Lui è veramente tonto, ma lei è di una pesantezza assurda.
Questo film, però, ha un punticino in più rispetto agli altri perché Kento Yamazaki e Mirei Kiritani mi piacciono davvero tanto e insieme sono carinissimi. Entrambi hanno fatto un buon lavoro con l'interpretazione dei rispettivi personaggi e si vede che sono amici anche fuori dal set, perché si percepiva un certo feeling (lavorativo, ovviamente, visto che lei si è sposata di recente - mi sento anziana).

☙☙☙☙☙☙☙☙☙☙

I'M UNDERAGE BUT I'M NOT A CHILD

Per il suo 16° compleanno Karin Oriyama, riceve un regalo speciale dai suoi genitori: un matrimonio.
La persona che dovrà sposare è il suo primo amore Nao Tsurugi, uno degli studenti più popolari della scuola. Nao, però, sposa Karin solo per motivi economici, perché la ragazza viene da una famiglia benestante.
Karin lo ama veramente, lo stesso non si può dire di Nao che chiede alla ragazza di tenere nascosto a tutti i loro matrimonio.
Isuzu Ebina, amico d'infanzia di Karin e segretamente innamorato di lei, però lo scopre.

I'm underage but i'm not a child ( Ten bride - Miseinen Dakedo Kodomo Janai - 未成年だけどコドモじゃない ) è un live action del 2017, diretto da Tsutomu Hanabusa e basato sull'omonima serie manga di Kanan Minami. Vede nel cast principale: Kento Nakajima, Yuri Chinen e Yuna Taira.

Questo live action si pone esattamente allo stesso livello del precedente: carino ma niente di che.
Sicuramente ho visto di meglio ma, altrettanto sicuramente, ho visto pure di peggio (questo articolo ne è la prova).
La trama, anche se ha quel qualcosa di assurdo e inverosimile tipico degli shojo giapponesi, mi è piaciuta e mi ha divertito. I momenti comici fanno davvero ridere, gli equivoci sono sempre simpatici e mai volgari e tornano diversi temi tipici del genere.
Anche qui, però, ho avuto un po' di problemi nell'accettare la protagonista femminile: è vero che, ai fini della vicenda, è previsto che sia infantile, capricciosa e un pochino incapace, ma a volte lo è un pelino troppo.
Conoscevo già sia Kento Nakajima che Yuri Chinen, ma non avevo una grande idea su di loro, diciamo che avendo visto poco o niente che li riguarda, ancora non li avevo (e non li ho) inquadrati. In ogni caso, recupererò altro, perché mi sembrano abbastanza bravi tutti e due.
Per Yuna Taira invece, credo che il nostro rapporto si concluda qui, perché mi è stata simpatica quanto il suo personaggio, cioè per niente.

☙☙☙☙☙☙☙☙☙☙

Si conclude qui anche questo articolo!
Scusate se sono stata prolissa, spero di non avervi annoiati, ma soprattutto di non essere sembrata la zitella acida di turno, a cui non piace niente, perché lo sapete che non è così.
Io sono carina e coccolosa, oh là!
Vabbè, chiudiamo qui questo sclero post natalizio, che è meglio!


Alla prossima!

Silvia

lunedì 24 dicembre 2018

2 racconti di Angelica Rubino |recensione|

Buon pomeriggio e buona Vigilia mie piccole volpi!
Oggi vi propongo qualcosa di diverso...


Oggi, come avete letto nell'introduzione, vi propongo una recensione decisamente diversa dal solito.
Un po' di tempo fa Angelica mi ha contattato, proponendomi di leggere un paio di racconti con cui aveva partecipato a dei concorsi. Nonostante io non sia solita recensire questo tipo di testi, ho comunque accettato, visto che già avevo letto i libri di Angelica e mi erano piaciuti.
Trattandosi di racconti, quindi di testi brevi, non potrò dilungarmi più di tanto, ma cercherò comunque di darvi più informazioni possibili.



Prima di cominciare, vediamo chi è Angelica con una piccola biografia!

Angelica Rubino.

Nata a Taranto il 27 luglio 1993, risiede a Castellaneta.
Si è diplomata nel 2012 in Grafica Pubblicitaria presso l’Istituto professionale di Stato “Mauro Perrone” di Castellaneta. Attualmente frequenta l’Università Aldo Moro, di Bari (Facoltà: Scienze della Comunicazione).
Nel 2011 si è classificata seconda nella sezione giovanile per il Premio Letterario “Moica Arte 2011”, grazie ad un racconto intitolato: “Spillo”.
Nel 2012 ha ricevuto una menzione per un testo, in cui raccontava la storia di Lino Banfi (capace di inseguire il proprio sogno e di realizzarlo); per il concorso letterario “Accendi una stella”, organizzato dall’Università Cattolica di Milano.
Nel 2013 si è classificata seconda nella sezione femminile del concorso “Un cuore giovane” dedicato ad Antonio Bruni di Manduria.
Nel 2014 ha ricevuto una segnalazione speciale della giuria, nella sezione fiabe e favole, per la partecipazione al concorso “Emozioni in bianco e nero” organizzato dalla casa editrice Del Poggio, di Poggio Imperiale (Fg).
Sempre nel 2014 si è classificata seconda nella sezione narrativa edita con il libro Perché sei un essere speciale (Ed. Montedit) partecipando al concorso Moicarte XXIII edizione Premio “Rita Scarcella Blasi”.
Nel 2015 il suo racconto è stato scelto e pubblicato nell’antologia “Oceano di carta”.
Nel 2016 riceve una menzione per il Concorso nazionale di scrittura creativa “Antonio Bruni”.
Nel 2017 un suo racconto è pubblicato nell’antologia “Scarpetta rosa” di Apollo edizioni.
Nel 2018 è finalista nel premio “Racconti pugliesi” e viene pubblicato in un’antologia da Historica edizioni, mentre Apollo edizioni pubblica un suo racconto nell’antologia “Perle d’amore”. Un suo componimento è risultato finalista del concorso ''perle quotidiane 2019 '' ed è stato pubblicato in un agenda letteraria

Ha pubblicato i libri:
Perché sei un essere speciale (Ed. Montedit) pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2013.
Pistola e polvere da sparo (Ed. Montedit).

Attualmente studia scienze della comunicazione presso l'università di Bari Aldo Moro e sceneggiatura cinematografica nella scuola spaziotempo. Su Wattpad le sue storie hanno circa ventiseimila visualizazzioni.



Ed ora vediamo i racconti!

Viaggio verso una terra da sogno.

Questo primo racconto, molto breve, ci viene presentato come la pagina di un diario e racconta la storia di Jasmine.
Jasmine ha diciannove anni e viene dall'Iraq. Sta su un barcone, in mezzo al mare, insieme al nipote di nove anni ed è diretta in Italia, dove spera di trovare una vita migliore.
Nonostante si tratti solo di una pagina, Angelica è stata in grado, con poche parole, di trattare un argomento delicato e di grande attualità, ovvero quello dell'immigrazione e degli sbarchi sulle coste italiane. Ma si parla anche del fenomeno delle "spose bambine", di abusi e violenze
Tutto questo, a mio parere, con grande delicatezza, senza mai scadere nella banalità.
Angelica è riuscita ad esprimere davvero molto bene quella che è la visione di Jasmine e quello che questa ragazza spera di trovare in Italia.
Non darò un voto al racconto, ma mi sento di fare i miei personali complimenti all'autrice per questo testo semplice ma ben scritto, toccante e decisamente realistico.



Anima gemella.

Anche in questo secondo racconto, leggermente più lungo, i temi trattati sono molto importanti e Angelica lo fa, nuovamente, con estrema delicatezza, rendendo la storia plausibile e reale.
Tutto comincia con la piccola Myriam, alunna delle elementari di origine ebrea che, in occasione della Giornata della Memoria (in cui si ricorda il genocidio degli ebrei avvenuto ai tempi della Seconda Guerra Mondiale), viene incaricata dalla maestra di parlare con la bisnonna Sarah.
La donna, in gioventù, ha vissuto sulla sua pelle questo particolare periodo storico e la maestra chiede a Myriam che porti qualche testimonianza.
La bambina, però, ancora non sa che la famiglia della maestra è legata alla sua da quello che potremmo proprio chiamare "il filo rosso del destino".
La nonna dell'insegnante, infatti, conosceva la signora Sarah, alla quale era legata da un sentimento che andava ben oltre l'amicizia e che, nonostante il passare degli anni, non ha mai dimenticato e non è svanito.
Mi è piaciuto molto come è stata sviluppata la vicenda e il modo in cui le storie di queste due donne, ma anche delle rispettive famiglie, si sono intrecciate. Mi hanno molto colpito le lettere che Sarah e Andrea si scambiano durante i giorni che precedono la deportazione, perché raccontano in maniera chiara e semplice quel periodo di reclusione forzata, durante il quale tutti gli ebrei speravano di non esser trovati per poter sopravvivere.
Altra cosa che mi ha colpito è che, fino all'ultimo, non si capisce che Andrea è una donna!
(e so che sarebbe stato meglio non dirlo, ma saperlo non vi rovinerà assolutamente la lettura, anzi!)
Anche in questo caso ho molto apprezzato il modo in cui Angelica ha reso le storie di queste due donne e, indirettamente, delle rispettive famiglie, riuscendo anche ad inserire perfettamente dei cenni storici risalenti ad un periodo molto importante.
Non posso fare altro che rinnovare i miei complimenti all'autrice, per l'ottimo lavoro fatto anche con questo testo!



Siamo arrivati alla fine di questo articolo un po' diverso dal solito.
Spero che il mio breve parere sui racconti di Angelica Rubino vi abbia un po' incuriosito e vi spinga a leggerli, ma anche a recuperare i suoi libri (trovate i link alle recensione nella biografia).
Prima di salutarci, vi lascio tre frasi che Angelica mi ha inviato e che io credo non sia necessario recensire, perché dicono davvero tutto da sole.

☙C’è qualcosa di più bello di quando una persona speciale entra nella tua vita, è quando una persona negativa va via dalla tua vita.
Tutti conoscono i diritti nessuno conosce i doveri.
Meglio una spada nel cuore oggi che cento domani


Alla prossima!

Silvia

domenica 23 dicembre 2018

Live action time! - Miracle: Devil Claus' love and magic |recensione|

Buona sera mie piccole volpi!
Anche oggi vi parlo di un live action!


Torno anche oggi a farmi viva con un live action in perfetto tema natalizio!
Ammetto di essere stata fino all'ultimo, davvero poco ispirata da questo film, ma poi si è rivelato una visione abbastanza carina...

Miracle: Devil Claus' love and magic

Hikari lavora in un negozio di libri. È una persona gentile, ma la sua gentilezza spesso lo fa sembrare patetico. Spera di diventare uno scrittore di manga e di notte distribuisce volantini misteriosi. Nella notte di Natale ha tre incontri inaspettati che cambieranno la sua vita: ritrova la sua amica d'infanzia Anna insieme al lighting designer di fama mondiale So-Young e all'ex compagno dell'università Kitayama.

Miracle: Devil Claus' Love and Magic (Miracle Debikuro kun no Koi to Mahou - MIRACLE デビクロくんの恋と魔法) è un film giapponese del 2014 diretto da Isshin Inudo e tratto dalla novella omonima di Ko Nakamura (2007, Shogakukan). La pellicola, girata anche in stile anime, vede tra i protagonisti: Masaki Aiba, Nana Eikura, Hyo-jo Han e Toma Ikuta.







Vi ricordo, come sempre, che guardo dorama e live action in lingua originale con i sottotitoli in inglese, quindi qualche particolare potrebbe sfuggirmi.
Non esitate a fermi notare eventuali mancanze o errori gravi.



Comincio subito col dirvi che, la visione di questo live action non era esattamente prevista.
Diciamo che me l'ero salvato giusto perché c'erano Ikuta Toma e Aiba Masaki, ma la trama non mi ispirava più di tanto.
Mi sono messa a guardarlo un pomeriggio che non ero in vena di fare chissà cosa di complicato e, lo devo ammettere, non mi è dispiaciuto! In più, neanche a farlo apposta, è adatto al periodo perché è ambientato poco prima di Natale.

La trama, come potete leggere qui sopra, non è nulla di eccessivamente complicato e, diciamocelo, a tratti è anche un po' banale.
Abbiamo le classiche situazioni di intreccio amoroso tipiche dei film e dei dorama giapponesi, così come degli anime e dei manga.

Il protagonista si innamora di una ragazza, che però non lo ricambia perché prova dei sentimenti per un altro. Nel frattempo, la migliore amica del protagonista è segretamente innamorata di lui, ma lui è un po' tonto e non se ne accorge finché lei non se ne va.
Ok che capisci il valore di una cosa solo quando la perdi, e immagino che questo fosse uno dei messaggi che il film voleva dare, ma qui la cosa è trattata in maniera un po' troppo semplicistica a mio parere.

Con questo non voglio dire che sia stato un brutto film, perché, in realtà, è stata una bella visione e un buon modo per passare un paio d'ore.
Ci sono stati dei passaggi niente male e ho trovato molto interessante che si sia parlato dell'ambiente editoriale e grafico dei manga.
Diciamo che non manca il "fattore artistico", visto che tutti i protagonisti lavorano in questo ambito.


La caratterizzazione dei personaggi non mi è dispiaciuta per niente e ho apprezzato che venisse dato lo stesso spazio a tutti e quattro, nonostante il vero protagonista sia Hikari.
Ecco, riguardo questo ragazzo, lo devo ammettere, ho delle opinioni contrastanti.
Se da un lato mi è piaciuto davvero tanto, con quest'aria svagata e da sognatore, dall'altro l'ho trovato un po' troppo tontolone per i miei gusti.
Diciamocelo, che Anna, l'amica d'infanzia, sia innamorata di lui è più che palese, le manca solo una scritta luminosa sulla fronte e poi sia a posto.
Lui, però, non se ne rende minimamente conto e continua ad avere un atteggiamento che non fa altro che illuderla.
Per tre quarti del tempo, per quanto lo trovassi dolce e patatoso, ho provato il forte impulso di entrare nel film e prenderlo a sberle (per farlo svegliare un pochino eh, non per fare violenza gratuita).

A riguardo degli altri tre non ho moltissimo da dire, se non che ho molto apprezzato il personaggio di Anna.
Un po' meno mi sono piaciuti gli altri due, So Youg e Kitayama, anche se, come vi dicevo, ho trovato tutti ben costruiti.
Mi è piaciuto l'intreccio che si è creato tra i quattro e il modo in cui, alla fine, tutto si è risolto. Non sono mancate le scenette un po' comiche e divertenti, le situazioni imbarazzanti e gli equivoci (per cui i giapponesi hanno davvero una fissa), ma non c'è mai stato nulla di troppo forzato o esagerato.

Da un punto di vista recitativo, mi aspettavo qualcosina di più, ma comunque non sono rimasta delusa.
Conoscevo già Ikuta Toma e Eikura Nana, quindi non avevo dubbi su di loro. Ero un po' perplessa per Aiba Masaki, perché non l'avevo mai visto nel ruolo del protagonista, ma devo dire che è stato abbastanza bravo. E anche piuttosto adatto alla parte, visto che con la faccia che si ritrova, quest'uomo solo il personaggio svagato poteva fare (e badate che lo dico in senso positivo).

Per concludere, vorrei dire due parole sulla componente animata di questa pellicola che è, forse, una delle parti che più mi è piaciuta.
Hikari, infatti, crea dei volantini che hanno come protagonista Devil Claus (la parte malvagia - si fa per dire - di Santa Claus) e, questo personaggio davvero simpatico, prende vita e gli fa, in un certo senso, da alter ego e da coscienza.
Di solito non sono una grande amante di questi "miscugli di genere", ma questa volta l'ho trovato ben reso e perfetto per la storia.

In definitiva, Miracle: Devil Claus' Love and Magic, è stato un film carino, perfetto per il periodo natalizio e anche realizzato piuttosto bene. Nonostante questo, lo devo dire, non è esattamente uno dei film migliori che ho visto quest'anno e, forse, mi aspettavo qualcosina di più.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟
3/5


Alla prossima!

Silvia

giovedì 20 dicembre 2018

Live action time! - Platinum Data |recensione|

Buon pomeriggio mie piccole volpi!
Oggi vi parlo di un live action!


Dopo ben quattro tentativi con il tablet, un sabato sera che ero a casa da sola, sono passata al computer e, finalmente, sono riuscita a vedere questo benedetto live action con quel patatino di Ninomiya!

Platinum Data

Nell'anno 2017 il governo giapponese tenta di controllare segretamente il DNA delle persone. Quando l'inventore del sistema di analisi del DNA viene brutalmente assassinato viene sospettato del suo delitto Ryuhei Kagura, giovane scienziato della National Police Agency.
Ryuhei è così costretto a diventare un fuggitivo per poter scoprire chi lo ha incastrato. Il detective Reiji Asama si mette sulle sue tracce.



Platinum Data (プラチナデータ) è un film del 2013 diretto da Keishi Ohtomo e tratto dal romanzo Platina Data (2010) di Keigo Higashino.
Vede nel cast principale: Kazunari Ninomiya, Etsushi Toyokawa, Anne Watanabe e Kiko Mizuhara.







Vi ricordo, come sempre, che guardo dorama e live action in lingua originale con i sottotitoli in inglese, quindi qualche particolare potrebbe sfuggirmi.
Non esitate a fermi notare eventuali mancanze o errori gravi.


Come vi dicevo, ho tentato di completare la visione di questo live action, almeno quattro volte, senza mai riuscire ad andare oltre i primi 20 minuti. E non di certo perché non mi sia piaciuto, ma piuttosto per colpa dell streaming che caricava che era una schifezza.
Questo film mi ispirava davvero tantissimo, quindi potete immaginare la mia gioia (una ogni tanto ci sta) quando sono riuscita a farlo partire!

La prima cosa che mi ha colpito è stata la trama!
Così come è scritta su wikipedia, potrebbe darvi l'idea del classico poliziesco dalle tinte sci-fi e, in effetti, è così, ma c'è davvero tanto in più!
Gli sviluppi, i colpi di scena e gli intrecci sono stati interessantissimi e mi hanno davvero appassionato.
Lo so che, con quello che vi sto per dire, rischio di fare un mega spoiler, ma non posso parlarvi del film se non vi accenno a questa cosa in particolare, quindi perdonatemi.
Ciò che più mi ha colpito, a livello di trama, non è stato tanto il fattore "catalogazione del DNA", che di per sé è davvero una cosa particolare (che potrebbe anche succedere prima o poi, eh), quanto piuttosto la doppia personalità del protagonista!
Quello è stato uno dei risvolti migliori dell'intero film, io ne sono stata totalmente rapita e mi ha appassionato tantissimo!
Non posso dirvi molto di più, perché rischio di svelarvi uno snodo importantissimo della vicenda, ma credetemi, potrei andare avanti per ore su questo argomento.

Protagonista indiscusso dell'intero film è Ryuhei Kagura, che io ho adorato dall'inizio alla fine.
Il suo è un personaggio davvero interessante e complesso, che cattura lo spettatore e lo fa appassionare, inevitabilmente, alla sua vicenda.
Come vi ho appena detto, sono rimasta particolarmente colpita dalla dualità di questo personaggio e non posso parlarvene se non vi spoilero questo piccolo dettaglio: ovvero che Kagura soffre di un disturbo della personalità, per cui dentro di lui convivono due figure diverse: Ryu (o Ryuhei) e Kagura. I caratteri e gli atteggiamenti delle due personalità sono esattamente agli opposti.
Ne è la prova il fatto che Ryu è un artista, mentre Kagura è uno scienziato.
Mi ha molto affascinato questo particolare, perché l'intera vicenda ruota proprio attorno ad esso.
Non sono male nemmeno gli altri personaggi, sia che si tratti di positivi che di negativi, anche se risultano figure piuttosto marginali, per quanto importanti ai fini della trama.


Personalmente ho trovato molto interessanti i legami che si creano tra la varie figure e il protagonista. Soprattutto nel caso dell'ispettore di polizia, perché lui è uno dei pochi ad entrare in contatto con entrambe le personalità e a stringere un legame forte e particolare in tutti e due i casi.
Secondo me uno dei tratti migliori di questo film è proprio l'interazione tra  personaggi, lo scambio di battute, gli sguardi e i gesti.

Degni di nota, per capire la vicenda e il protagonista, sono anche i flashback e i ricordi, perché sono proprio quelli che permettono allo spettatore di intuire lo sdoppiamento di personalità e quando queste si scambiano.

Per quanto riguarda la recitazione...beh...credo potrei seriamente parlare per ore, perché ci sono due attori che adoro letteralmente. Ma vi prometto contegno e professionalità (circa).
Cominciamo da una visione generale: devo dire di aver apprezzato la recitazione di tutto il cast, non trovato forzature o esagerazioni (anche perché avrebbero rovinato l'atmosfera) e tutto mi è sembrato davvero molto realistico.
Ma veniamo ora ai miei preferiti!
Partiamo con quella su cui ho da fangirlare di meno, ovvero Kiko Mizuhara. Già vi ho parlato di lei in Heartbroken Chocolatie e già vi ho detto quanto mi sia piaciuta.
Oltre a trovarla estremamente carina, penso che sia anche molto brava e in grado di interpretare al meglio i ruoli più diversi. In questo caso, ad esempio, interpreta una scienziata affetta da autismo. Si vede molto poco, per lo più nei flashback del protagonista, ma assicuro che è stata perfetta.
Altro attore che ho adorato è Ninomiya Kazunari, che interpreta Ryu Kagura. Ho letto diversi commenti a questo film e sono rimasta piuttosto delusa.
Cioè, ho capito che questo benedetto ragazzo con gli occhialini rettangolari fa la sua figura, niente da dire, ma qui bisogna parlare delle sue capacità interpretative.
Ok, lo si può trovare figo quanto si vuole (sono io la prima ad dirlo, eh!) ma vogliamo soffermarci solo per un attimo sull'ottima interpretazione che ha fatto di questo personaggio così complesso?!
Sembravano davvero due persone diverse e, invece, era sempre lui. Io sono rimasta super colpita, perché Ninomiya è un idol, non un attore professionista, ma credo che non abbia nulla da invidiare a chi fa questo lavoro.
E mi fermo qui, perché quando si tratta di quel patatino di Nino, potrei parlare per ore e ore.
*non sto tradendo il caro Jun, eh, è solo che adoro entrambi e non so scegliere...- delirio finito*

Insomma,se avete modo di recuperare questo film, fatelo!
Vorrei potervi dire che leggerò presto il libro da cui è tratto, ma la traduzione italiana non credo esisterà mai e temo non ci sia nemmeno quella in inglese. Sapessi leggere in giapponese me lo sarei già comprato, ve lo dico.
Queste storie mi piacciono moltissimo e ne resto sempre molto affascinata, quindi non sarò ripetitiva e passo direttamente al giudizio.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟🌟 e mezzo
4,5/5

ma guardateli! patatini *^*

Alla prossima!

Silvia