sabato 31 marzo 2018

#22 Diario di bordo: recap mensile MARZO

Eccoci qui, mie piccole volpi!
L'ora di nuovo recap mensile è arrivata!


Eh sì, il momento del recap mensile  arrivato di nuovo.
Solitamente, per me, Marzo è un mese piuttosto variabile, così come sono variabili il mio umore e la mia voglia di fare.
Quest'anno, complice la vecchiaia che avanza, non è stato da meno.
Un po' per via del compleanno (ogni anno ce n'è una per l'organizzazione dei festeggiamenti), un po' per via della dieta, questo mese ho avuto totalmente la testa da un'altra parte.

Ma veniamo a noi e al riassunto di questo terzo mese del 2018!

La velocità con cui passa Marzo è piuttosto variabile, lo devo ammettere.
Quest'anno mi è sembrato, per la prima metà, lungo e infinito, mentre è passato alla velocità della luce negli ultimi giorni.
Domani è già aprile e io nemmeno me ne sono accorta! Assurdo!

Dal punto di vista delle letture, Marzo è stato una disfatta di Caporetto, da mettersi le mani nei capelli, ve lo assicuro.
Non parlo dal punto di vista della qualità, perché quelle di questo mese sono state tutte letture molto belle, ma piuttosto della quantità. Purtroppo, ad oggi, mi fermo a quota tre e mezza, perché la quarta ancora non l'ho terminata.
Da un lato, lo devo ammettere, mi va anche bene, perché vuol dire che sto seguendo correttamente il mio proposito di leggere serenamente e con i miei tempi, dall'altra un po' mi scoccia, perché non è stato un rallentamento totalmente voluto da me...
Ma ormai è andata così, recupererò ad aprile.

Questo rallentamento nelle letture, però, non mi ha impedito di vedere tante cose belle!
Marzo è stato un mese che si potrebbe definire dedicato più alle serie tv e agli anime, che ai libri.
Infatti, complice il Live Action di FullMetal Alchemist che ho visto in febbraio, ho deciso di fare un rewatch di FullMetal Achemist: Brotherhood ed è stata un'idea fantastica!
L'avevo visto anni e anni fa, quando ancora esistevano MTV e l'Anime Night, quindi è stato un po' come vederlo per la prima volta.
Ho rivisto anche Kaichou wa: Maid-sama! un anime molto carino e leggero che avevo già visto un paio di anni fa.
E, in più, ho avuto modo di vedere il mio primo dorama e di scoprire qualcos'altro della cultura orientale che mi affascina sempre moltissimo. Cain & Abel è stato una sorpresa gradita e spero di recuperare altri dorama altrettanto carini.
Anche con The Crown sta procedendo bene, a rilento, ma bene e ho recuperato altri due episodi. Forse riuscirò a parlarvene nel mese di aprile.

Poi, poi, poi...gli eventi...
Beh, Marzo è il mese del mio compleanno, quindi già questo è un evento importante, direi!
Ho festeggiato un po' a rate, ma è stato comunque un bel compleanno. Ho ricevuto dei bei regali, soprattutto utili, e sono molto soddisfatta!
Altro evento importante è che ho iniziato la dieta!
Ebbene sì, dopo lunghe peripezie, finalmente sono riuscita a prendere appuntamento con la dietologa.
Sono troppo felice!
Ho iniziato lunedì 26 e, voi non ci crederete, ma ho già perso un kilo. La strada è lunga ancora, per raggiungere il mio obiettivo, ma mi sento piuttosto motivata. Con aprile riprenderò anche a fare attività fisica, perché vorrei evitare di risentire della forza di gravità (sapete com'è).


Insomma, un mese piuttosto pieno, voi che dite?
Ma ora, direi che è il caso di passare ai preferiti.

Cominciamo, ovviamente, con il libro che questo mese è Obsidian di Jennifer Armentrout, primo volume della serie Lux.
Questo libro è stato una vera sorpresa! 
Questa serie mi piace davvero e non me lo aspettavo, visto quello che si sente dire sui libri della Armentrout.

Per quanto riguarda anime e serie tv, direi che citare Maid-sama! e Cain & Abel è d'obbligo!
Non vi ho ancora parlato di FMA, perché ancora non ho terminato il rewatch, ma sono a buon punto.
Questo mese niente categoria film, perché non sono andata al cinema...
Ho visto diverse cose carine in tv, tra cui The Martian e Interstellar, ma non ho avuto modo di parlarvene qui sul blog con una recensione.

Per la musica, vi cito Give me Love! degli Hey! Say! Jump!, sigla di chiusura di Cain & Abel, che ho trovato davvero molto carina e tutta la discografia di Avril Lavigne, che ho ripreso ad ascoltare di recente per una cosa che sto scrivendo. Una su tutte, direi I'm with you.

Nella categoria minestrone, questo mese troviamo:
Due funko pop! (che non possono mancare) a tema Harry Potter, ovvero Ginny e Ron sulla scopa.
Ho ordinato entrambi a febbraio ma sono arrivati a marzo, quindi ci stavano tra i preferiti!
Sicuramente la felpa spaziale di H&M, che ho trovato in offerta a metà prezzo e che adoro, perché sono una patita di stelle, spazio e simili.
Lo YogiTea alla menta, che è una cosa troppo buona e che sto centellinando perché le confezioni contengono poche bustine (troppo poche, secondo me).
E, per finire, Itadaki High Jump! un programma televisivo giapponese che guardo sottotitolato su youtube (sono episodi vecchi), con protagonisti gli Hey! Say! Jump! (sì, quelli della canzone di prima), che mi fa morire dal ridere.
* aaawww Yamada-kun! *


E anche questo mese il recap è finito!
Spero d non avervi annoiato, di non aver sproloquiato e fangirlato troppo e che mi sia piaciuto il mio consueto racconto mensile.
Approfitto per augurare a tutti voi una Buona Pasqua per domani!

Come sempre, se avete suggerimenti o volete fare due chiacchiere, sapete dove trovarmi!

Noi ci vediamo ad aprile!
Alla prossima!

Silvia

giovedì 29 marzo 2018

Dorama Time! - Cain & Abel (2016) | recensione |

Ma ciao mie piccole volpi!
Oggi torna la rubrica sulle serie tv, ma in versione un po' giappo!




Oggi infatti non vi parlerò di una serie tv classica, ma di un dorama giapponese.
Cos'è un dorama?
Un dorama è molto semplicemente una serie televisiva, di un genere nato in Corea e che poi si è diffuso anche in Giappone.
Inizialmente, come dice il nome ( che è una storpiatura del temine dramma), il tema era tipicamente drammatico, ma ora fa riferimento ad argomenti più generici, nonostante i protagonisti si trovino molto spesso ad avere i problemi più svariati (finanziario, familiare, amoroso...).
Il dorama di cui vi parlerò oggi è il primo che ho modo di vedere ed è una produzione giapponese.


Cain & Abel (2016)


Takada Yu è il secondo genito di Takada Takayuki, presidente della "Takada Real Estate Co.", una società di sviluppo immobiliare.
Il padre è un perfezionista ed è molto legato all'azienda, al punto da inserirvi sia Yu, come semplice dipendente, sia Ryuichi, il figlio maggiore, nel ruolo di vice presidente.
Fin da quando è bambino Yu si sente messo da parte dal padre che sembra favorire e preferire il fratello Ryuichi.
Grazie ad un progetto per la costruzione di un outlet, però, Yu sarà in grado di dimostrare al padre, ma anche a sé stesso, di avere delle buone capacità di successo, al pari del fratello.
A causa di questa maturazione di Yu, il suo rapporto con Ryuichi entra in conflitto e i due si troveranno a scontrarsi sempre più spesso.
A questo si aggiunge il rapporto molto stretto che legherà Yu e Azusa, collega alla "Takada Real" e fidanzata di Ryuichi, per cui Yu sembra provare dei sentimenti che vanno oltre l'amicizia.

Cain to Abel (Cain and Abel) è un dorama televisivo stagionale giapponese del 2016 con Ryōsuke Yamada, Kenta Kiritani, Kana Kurashina e Masanobu Takashima e messo in onda ogni lunedì dalla Fuji Television. Si tratta di una serie composta da 10 episodi da circa 45 minuti l'uno.

Come vi dicevo qui sopra, questa è la mia primissima esperienza in fatto di dorama. Spero quindi di scrivere una recensione decente, anche perché l'ho vista in lingua originale con i sottotitoli in inglese e sono un pochino fuori allenamento.
Ma veniamo a noi!


Perchè ho scelto questo dorama per cominciare?
Il motivo è molto semplice: mi ispirava l'attore protagonista. E non pensate male, mi riferisco al fatto che avevo già avuto modo di vederlo recitare e mi ha convinto.
Uno dei protagonisti, infatti è Yamada Ryosuke che io avevo già visto nel Live Action di FullMetal Alchemist, nel ruolo di Edward Elric. Dopo aver sbirciato qualche video su youtube, ho scoperto questo dorama e gli spezzoni che ho visto mi sono piaciuti, così l'ho cercato e ho deciso di provarci.

Partendo dalla trama, vi dirò che non mi è dispiaciuta. L'ho trovata sviluppata piuttosto bene, con solo qualche forzatura e un paio di punti un po' troppo veloci per i miei gusti. Tenuto presente, però, la durata della serie e dei singoli episodi,poteva andare che ci fosse anche qualche salto temporale piuttosto evidente e sbrigativo.
Ammetto di non avere nessun tipo di confidenza con l'ambito economico e delle costruzioni, e quindi tutti quei termini specifici mi sono sembrati per buona parte incomprensibili. Ma c'è anche da dire che non è il fattore economico quello che conta in questo dorama
Alla base della trama, ci sono i legami tra i personaggi. 
Che siano lavorativi, sentimentali o familiari, sono proprio i legami e i rapporti a farla da padrone.

Anche per i personaggi principali trovo che sia stato fatto un buon lavoro, soprattutto per quanto riguarda la crescita del personaggio e la maturazione.
Ognuno dei protagonisti, infatti, si trova costretto ad affrontare una serie di difficoltà più o meno grandi che, nel corso del tempo, lo porteranno a migliorare sé stesso e a crescere anche e soprattutto dal punto di vista morale e caratteriale.
A subire il cambiamento principale sono proprio i due fratelli Takada, Yu e Ryuichi, che attraverso le difficoltà e gli insuccessi, ritrovano non solo sé stessi ma anche il loro legame perduto.
Ho molto apprezzato anche il lavoro che è stato fatto per le figure secondarie, soprattutto per Kurosawa Kosuke o Momoko, la zia dei protagonisti.

Vorrei dedicare anche un paio di righe agli attori, dato che è stato grazie alla presenza di Yamada che ho deciso di guardare Cain & Abel.
Premetto che non me ne intendo assolutamente di recitazione e tanto meno di come ad essa si approcciano i giapponesi, quindi mi baserò solo sul mio gusto personale.
In tal proposito, quello che più mi è piaciuto è stato proprio Ryosuke Yamada (Takada Yu). L'ho trovato molto adatto al ruolo, espressivo e con buone capacità interpretative. Ho letto che questo era il suo primo ruolo da protagonista e mi sembra, per quel poco che ne so, che se la sia cavata piuttosto bene. Insomma, a me è piaciuto!
Lo stesso non posso dire Kenta Kiritani (Takada Ryuichi), che ho trovato sì adatto al personaggio, ma che non mi ha convinto da un punto di vista recitativo. Mentre lo guardavo, avevo costantemente l'impressione che il suo modo di recitare fosse troppo forzato e esagerato, soprattutto facendo un confronto con Yamada e gli altri.

Insomma, in definitiva, come prima esperienza nel mondo dei dorama giapponesi, direi che è andata bene.
Se masticate un po' l'inglese e il genere vi piace, io ve lo consiglio: si tratta di una serie che si guarda piuttosto velocemente e che appassiona abbastanza. Senza contare che le ambientazioni sono così belle (quelle extra ufficio) che è un piacere guardarla anche solo per i paesaggi e gli scorci giapponesi.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟🌟
4/5

P.S. Questa è la rivisitazione del 2016 di questo dorama, ma esiste anche una prima versione del 2009 prodotta in Sud Corea, che racconta la stessa storia ma che conta qualche episodio in più. Personalmente vorrei tentare la visione, quindi vi farò sapere più avanti.
Se qualcuno di voi l'ha già vista mi faccia sapere se vale la pena.



Alla prossima!

Silvia

martedì 27 marzo 2018

5 COSE CHE... - 5 cose per cui vado in fissa quando scrivo!

Ma ciao, mie piccole volpi!
Eccomi qui con un altro articolo di questa rubrica!


Questa volta, prima di cominciare mi servono due righe per fare un premessa.
Come ormai avrò detto un sacco di volte, mi piace molto scrivere.
Principalmente scrivo fanfiction (che trovate su Wattpad e Efp) ma sto anche tentando di scrivere un libro. Detto questo, da aspirante scrittrice quale sono, ho un sacco di fisse!
Adesso proverò a spiegarvene cinque.

Bene, cominciamo!
5 cose per cui vado in fissa quando scrivo!


1. I flashback.
Io adoro i flashback! 
Sia che si tratti di leggerli che di scriverli.
Qualsiasi cosa io scriva, prima o poi, sappiatelo, spunterà un flashback, perché finisco sempre per metterne almeno uno. Mi piace scriverli utilizzando uno stile narrativo diverso dalla storia presente, in modo da differenziarli e di solito preferisco metterli in corsivo, perché il corsivo è il carattere dei flashback. Perché io ho deciso così.
E poi, lo ammetto, nella maggior parte dei casi mi diverto a scrivere tutta la storia anche del passato.
Nel senso che, se sto scrivendo un fanfiction ambientata ai giorni nostri e ci metto in mezzo qualche flashback di anni prima, poi finisce che scrivo un'altra fanfiction ambientata in quel periodo. Insomma, un prequel, ecco..

2. I nomi.
Per me i nomi sono importantissimi!
La combinazione nome/cognome non deve solo suonare bene, deve anche essere adatta al carattere del personaggio e al contesto.
Prima di scegliere il nome definitivo mi informo sul possibile significato e rileggo tutto quello che ho scritto sul dato personaggio dandogli quel nome, in modo da capire se suona bene.
E poi, lo confesso, ho una fissa per i nomi strani, poco usati e per quelli composti (soprattutto femminili). Se vi fate un giro tra le cose che ho scritto ve ne accorgerete!
E poi adoro i nomi di stelle!
*c'è un motivo se mi piace Licia Troisi*

3. Le citazioni a inizio capitolo.
Altra cosa importantissima e che non manca mai nelle mie "storielle". 
Per prima cosa, la citazione deve anticipare quello che accadrà nel capitolo e da essa di solito io prendo il titolo del capitolo.
Di solito cerco di prendere citazioni che conosco, nel senso che preferisco vengano da libri che ho letto, canzoni che ho ascoltato e così via. Ma è anche capitato che leggessi una frase perfetta per il capitolo e la usassi nonostante non ne sapessi nulla.
Quando scelgo la citazione, nella mia testa il tema del capitolo è già chiaro, quindi il foglio word inizia con titolo e citazione. Capita però, a volte, che prima scrivo il capitolo e dopo spulcio in giro per la citazione giusta.
*ne ho sempre una piccola sorta, non si sa mai*

4. Strani colori di capelli/occhi.
Soprattutto se la storia è a sfondo fantasy (o c'entra la magia), almeno un personaggio con i capelli o gli occhi di un colore strano state certi che ci sarà!
Altrimenti, mio malgrado, sono un po' banale e ho una fissa per i capelli rossi e gli occhi verdi.
Non sempre le due cose vanno a braccetto, però. Di solito ad un personaggio vanno gli occhi verdi e all'altro i capelli rossi.

5. Wikipedia docet.
Che è un modo carino e breve per dire che, se prima non mi informo (che sia wikipedia o altro) su quello che sto scrivendo, non sono felice.
Ed ecco che, per scrivere una fanfiction di dieci capitoli, salvo file su file e faccio screen come se non ci fosse un domani.
Una volta, ho persino fatto una ricerca approfondita su un paesino al sud della Gran Bretagna, zoomando al massimo sulle vie, per capire dove potevo mettere la casa della mia protagonista.
Insomma, ho dei seri problemi, ne sono consapevole.
E non vi dico cosa combino quando faccio ricerche per il libro!

E qui si conclude anche questo breve elenco!
Spero di non avervi annoiato (...dite che devo smettere di chiederlo?) e che questo articolo vi sia piaciuto.
Io mi diverto molto a scriverli, sappiatelo.
Anche voi scrivete?
Avete delle fisse strane come me? Quali sono?


Alla prossima!

Silvia

lunedì 26 marzo 2018

Fairy Oak - Il segreto delle gemelle di Elisabetta Gnone | recensione |

Bentornate mie piccole volpi!
Con la recensione di oggi torniamo tutti un po' bambini...


Mi prendo una pausa dagli alieni con un bel libro per ragazzi!
Un pausa ogni tanto ci vuole e trovo che i libri dedicati ad un pubblico più piccolo, siano perfetti per una lettura non troppo impegnativa, ma che comunque si riveli bella ed interessante.
E poi con Elisabetta Gnone si va sul sicuro...


Fairy Oak - Il segreto delle gemelle
di Elisabetta Gnone

Editore: Salani Editore
Pagine: 280
Prezzo: 14,90€ (copertina rigida) 9,90€ (copertina flessibile)

Trama:

Fairy Oak è un villaggio magico e antico nascosto fra le pieghe di un tempo immortale. A volerlo cercare, bisognerebbe viaggiare fra gli altopiani scozzesi e le brughiere normanne, nelle valli fiorite della Bretagna, tra i verdi prati irlandesi e le baie dell'oceano. Il villaggio è abitato da creature magiche e uomini senza poteri, ma è difficile distinguere gli uni dagli altri, poiché maghi, streghe e cittadini comuni abitano le case di pietra da tanto di quel tempo che ormai nessuno fa più caso alle reciproche stranezze e tutti si somigliano un po'. A parte le fate, che sono molto piccole, luminose e... volano. Questa storia è raccontata da una di loro e narra l'avventura straordinaria di due sorelle gemelle, Vaniglia e Pervinca...


Come già vi avevo accennato in una recensione precedente, conosco Elisabetta Gnone fin dai tempi di W.i.t.c.h., di cui ero una grandissima fan.
Ma non sono qui per parlarvi di questo e non mi voglio dilungare, perché già ve ne ho parlato nella recensione di Jum fatto di buio. Oggi, infatti, sono qui per parlarvi del primo volume di un'altra serie di Elisabetta, sempre indirizzata a bambini e ragazzi.

Nel mondo di Fairy Oak, maghi e non maghi convivono pacificamente, aiutandosi tra loro e a stretto contatto con il popolo fatato.
Il lettore viene trasportato, pagina dopo pagina, in questo mondo fantastico e viene coinvolto nelle avventure di Vaniglia e Pervinca e della fatina Felì.


La trama, nonostante sia un libro per ragazzi, è davvero ben strutturata e cattura il lettore fin dall'inizio. Nelle prime pagine ci sono alcuni punti un po' più lenti, ma questo è dovuto al fatto che, essendo il primo volume, sono necessarie diverse spiegazioni (come succede in tutti i primi volumi di una trilogia).

La storia ci viene raccontata da Felì, la fata tata che si occupa di Vaniglia e Pervinca, le gemelle Periwinkle.
Il modo di raccontare di Felì è molto particolare perché usa un linguaggio che si potrebbe definire tutto suo, sia quando racconta che quando parla (inteso come discorso diretto). Ad esempio una parole come vastosaccominiminuscoloistante. Niente di così strano, lo so, però, vi assicuro che trovarsi questi termini nel corso della lettura rende tutto davvero molto buffo e simpatico.
Ma, a parte questo, la piccola Felì offre, attraverso i suoi occhi di fata, un ottimo quadro generale della situazione, delle descrizioni davvero ben fatte e anche una buona resa dei personaggi.

La caratterizzazione, infatti, è davvero ben fatta.
Al lettore è subito chiaro quali siano i tratti principali del carattere dei protagonisti, e per capirli gli bastano poche righe, anche solo un dialogo o la descrizione di un fatto in particolare.
Oltre a Felì, che è quasi impossibile non adorare, ho molto apprezzato sia Vaniglia che Pervinca. In entrambe, lo devo proprio ammettere, ho trovato un pochettino di quello che ero io alla loro età.
* e un po' anche di come sono ora, anche se non so quanto questo faccia di me una persona adulta credibile*
In ogni caso, mi è piaciuto il rapporto tra le due gemelle, che sono sì molto simili ma anche molto diverse e anche il modo in cui vengono resi i legami tra i personaggi. Ho trovato tutto tanto delicato e tenero.

Così come ho trovato delicate le descrizioni.
Le illustrazioni che si trovano in mezzo al libro aiutano, è vero, però anche solo attraverso le parole di Felì, non trovarsi a camminare tra le vie del villaggio è impossibile. Il lettore viene inevitabilmente catapultato accanto ai personaggi e vive con loro le rispettive avventure, al punto che a volte sembra quasi di sentire gli odori e i profumi.
Questo credo posso farvi capire anche quanto apprezzo lo stile di scrittura di Elisabetta Gnone, che è semplice ma curato, perfetto per un pubblico giovane ma anche per gli adulti, in grado di catturare il lettore e di trasportarlo in un mondo fantastico e fatato; ma soprattutto in grado di far tornare un po' bambino che non lo è più.

Vorrei dirvi qualcosina di più di Fairy Oak - il segreto delle gemelle, ma non voglio rovinarvi la lettura e nemmeno dilungarmi troppo, dato che mi sentirete ancora parlare di questa serie (spoiler: ad aprile leggerò il secondo a maggio il terzo).
Insomma, in definitiva, anche se non siete più dei ragazzini (come non lo sono io, d'altronde), ci tengo comunque a consigliarvi questo libro perché non ve ne pentirete.

Per il solito discorso che non voglio sbilanciarmi troppo, trattandosi del primo volume di una trilogia, la mia valutazione non sarà piena.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟🌟
4/5



Alla prossima!

Silvia

sabato 17 marzo 2018

I figli di El di Lorenzo Mugnai - | recensione |

Bentornate mie piccole volpi!
Eccomi qui per parlarvi (un po' in ritardo) della mia seconda lettura di marzo!


Marzo si sta rivelando il mese degli alieni!
Pensare che io di solito non sono un'amante della fantascienza e invece ne sto leggendo un sacco! Vabbè, ma tralasciando questo, vorrei ringraziare la ragazza che mi ha contattato su instagram per propormi questo libro che, ve lo anticipo, è molto carino!


I figli di El
di Lorenzo Mugnai

Editore: Bibliotheka
Pagine: 571
Prezzo: 19,90€ (ebook 4,99€)

Trama:

La vita di Luca scorre serena, ma sua sorella Valentina non fa altro che ricordargli la loro natura: una razza aliena rifugiatasi sulla Terra. Luca sembra un ragazzo normale. La sua vita tra le colline toscane fila liscia, per quanto possa filare liscia la vita di un diciottenne tra scuola, famiglia, amici e ragazze. Forte del suo legame con l'amico Nathaniel, Luca è felice di poter considerare il pianeta Terra come la sua casa natia. Purtroppo però sua sorella Valentina sembra non fare altro che ricordargli la loro vera natura. Luca non è un terrestre: appartiene a una razza aliena che si è rifugiata sulla Terra dopo la distruzione del proprio pianeta. Luca e Valentina passano i loro pomeriggi con il nonno ad addestrarsi per quando i poteri ereditati dal loro popolo inizieranno a svilupparsi; poteri che sarebbero pericolosi per loro e per gli altri, se non controllati. 
La vita di Luca cambierà in fretta quando uno strano Cacciatore apparirà sulla Terra per sterminare la sua razza.


Come vi dicevo qui sopra, la fantascienza non è mai stata tra i miei generi preferiti, soprattutto quando si parla di alieni. Non che abbia qualcosa contro la categoria, per carità, semplicemente quei pochi libri a tema che ho letto non mi hanno entusiasmato.
Di recente, lo devo ammettere, mi sto ricredendo e mi sto appassionando al genere.

I figli di El non è solo uno sci-fi, ma anche un romanzo di formazione, che coinvolge il lettore in una guerra tra razze aliene e che analizzando il conflitto interiore di Luca, che sa di essere un alieno ma che si sente anche un umano, ne racconta la crescita spirituale e la presa di consapevolezza.


La prima cosa che mi ha colpito di questo romanzo è la struttura narrativa e la scelta stilistica fatta da Lorenzo Mugnai. La  particolarità de I figli di El è anche il modo in cui è scritto.
Il prologo, di poche pagine, ci presenta il classico approdo di un veicolo alieno sulla Terra e ci viene narrato in terza persona. A partire dal primo capitolo, però, lo stile narrativo cambia e tutto ci viene raccontato dalla voce di Luca Innocenti, il nostro protagonista.
Il suo punto di vista accompagna il lettore per buona parte del libro e in maniera continuativa ma, ad un certo punto,questo si alterna ad altre visioni che però sono scritte in terza persona.
Ormai sapete qual è il mio rapporto con la prima persona ( = in eterno conflitto) e temevo che questo avrebbe condizionato il mio giudizio.
Potrete quindi immaginare la mia sorpresa quando ho cominciato a leggere in terza persona: questo espediente narrativo mi ha molto colpito. 
L'ho trovata davvero un'ottima idea!

Per quanto riguarda la trama, personalmente l'ho trovata intricata ma non complicata o incomprensibile. La storia che presenta Mugnai è accattivante e non può che appassionare il lettore, coinvolgendolo non solo in questa lotta per la sopravvivenza aliena, nell'alleanza improbabile tra umani e alieni per salvare la terra, ma anche nel processo di crescita e maturazione di Luca (principalmente) e degli altri personaggi.
L'unica cosa che mi sento di dire, a sfavore di questo stile, è che a volte si tende a perdere un po' il filo della narrazione esterna a Luca. Ma comunque nulla di grave, si recupera in fretta, credetemi.

Ma visto che abbiamo parlato di Luca, vediamo un po' i personaggi.
Da un punto di vista generale, la caratterizzazione mi è sembrata ben fatta. I protagonisti non sono perfetti, anzi, si può dire che siano pieni di difetti e di difficoltà di interazione, ma è proprio per questo che risultano interessanti agli occhi del lettore, perché è inevitabile empatizzare ed identificarsi nei diversi tratti caratteriali.
Ho apprezzato molto il protagonista, Luca, che è la figura che il lettore si trova a conoscere in maniera più approfondita, ma anche Nat mi è stato subito molto simpatico. Ho avuto, invece, un'opinione controversa e in continuo mutamento per quanto riguarda Valentina, che ho trovato a tratti un po' indisponente.
Mi ha colpito molto anche come siano stati resi al meglio i legami tra i personaggi, senza mai cadere nella banalità o nel clichè.

In aggiunta a quello che ho già detto sullo stile, dico che I figli di El, nonostante la mole, si è rivelato una lettura scorrevole, veloce e appassionante, soprattutto grazie alla scrittura semplice ma coinvolgente dell'autore.
Mi sento, sicuramente, di consigliarvi questo romanzo anche se, come me, non siete pratici di fantascienza e vi state approcciando al genere.
Vorrei dedicare un paio di righe anche all'ottima resa delle ambientazioni, descritte sempre in maniera precisa ma non pesante, e alla cura messa nella presentazione delle varie creature aliene, descritte perfettamente e strutturate con grande fantasia.
Insomma, si vede che dietro a questo libro ci sono stati un grande lavoro e molto impegno da parte dell'autore.

Devo, ad essere onesta, segnalare la presenza di qualche refuso e di alcuni errori (principalmente di battitura), anche se credo che questo sia soprattutto un problema di editing e non del romanzo in sé.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟🌟
4/5


Alla prossima!

Silvia

martedì 13 marzo 2018

Anime Time! - Kaichou wa Maid-sama! | recensione |

Mie piccole volpi, è giunto il momento!
Eccomi qui con la prima recensione di questa rubrica!


L'anime di cui vi voglio parlare oggi è un rewatch e si tratta di:

Kaichou wa Maid-sama!

La scuola superiore Seika è stata sempre riservata ai maschi e solo da poco tempo vi sono ammesse anche le ragazze, le quali però sono intimidite dal gran numero di persone del sesso opposto. Per questo motivo Misaki Ayuzawa, in quanto prima donna diventata Presidentessa del Consiglio Studentesco, desidera fortemente dimostrare le proprie capacità e la sua superiorità sui maschi, che in fondo disprezza. Grazie a questo obiettivo è diventata un modello di serietà, educazione e di intransigenza all'indisciplina dei suoi compagni, che non esita a punire duramente qualora si comportino in maniera non consona al loro ruolo di studenti.
Tuttavia la famiglia di Ayuzawa, non certo agiata, ha serie difficoltà economiche e Misaki nel tempo libero è costretta a lavorare in un maid café come cameriera. Vista la particolarità del locale, la ragazza sul lavoro deve quindi comportarsi in maniera diametralmente opposta alla scuola, col continuo timore di essere prima o poi scoperta da qualche studente di passaggio. E la cosa puntualmente accade, quando Takumi Usui, uno degli studenti più popolari della scuola, la incontra per caso nei pressi del locale.

Maid-sama! - La doppia vita di Misaki (会長はメイド様!Kaichō wa meido-sama!) è un manga shōjo scritto e disegnato da Hiro Fujiwara, serializzato tra dicembre 2005 e settembre 2013. Un adattamento anime di ventisei episodi più uno speciale, è stato trasmesso in Giappone tra aprile e settembre 2010. In Italia, a differenza dell'anime rimasto inedito, i diritti del manga sono stati acquistati dalla Panini Comics, che ha iniziato la pubblicazione dei volumi, sotto l'etichetta Planet Manga, nel marzo 2011 terminando a settembre 2014.

Come vi dicevo, questo per me è stato un rewatch.
Avevo già visto Maid-sama! più di un anno fa e mi era piaciuto parecchio, al punto che me lo ricordavo ancora piuttosto bene.
Una sera, mentre scrivevo, ho accennato ad un maid cafè e mi è subito venuta in mente Misaki. Da lì alla ricerca su youtube il passo è stato breve. E così, nel giro di tre o quattro giorni mi sono riguardata tutti i 26 episodi, ovviamente sottotitolati perché in Italia non sono stati acquistati i diritti.

Non ho ancora avuto modo di leggere il manga (anche se ho trovato le scan e credo recupererò presto), quindi non vi so dire quanto la storia sia corrispondente a quella dell'anime, ma vi farò sapere.
A proposito di trama!
Lo so, ci troviamo davanti al classico anime shojo scolastico, lo si capisce dopo neanche due minuti dall'inizio del primo episodio, ma che vi posso dire?! Io adoro questi anime!
Ogni tanto qualcosina di leggero ci sta, un po' di ammmòre e stupidità per tutti! Mica una può guardare solo squartamenti, demoni, battaglie, morte e distruzione!
Cioè, belli anche quelli eh, ma dopo un po' a me serve una pausetta, non so a voi.


Ma stavamo dicendo...
La trama è piuttosto semplice e, si potrebbe dire, già vista, ma allo stesso tempo tratta degli argomenti interessanti e diversi dal solito.
Ad esempio si parla di difficoltà economiche, di lavoro part-time e di vita scolastica. In questo caso, nello specifico, viene messa in evidenza una realtà che vede una scuola esclusivamente maschile aprire le iscrizioni anche alle ragazze. Io l'ho trovato molto interessante, perché il sistema scolastico giapponese è estremamente diverso rispetto al nostro e, in Maid-sama! si parla anche delle attività del consiglio studentesco che, di solito, viene solo nominato.
Insomma, un anime semplice e senza grandi pretese, che però mette in evidenza diversi argomenti di interesse.

Per quanto riguarda i personaggi, non c'è moltissimo da dire: abbiamo la classica protagonista femminile dal carattere forte che nasconde le sue fragilità e i suoi problemi e il protagonista maschile che si identifica con il belloccio della situazione, che nasconde un carattere complicato e una discreta abilità nello stalking! Insomma Misaki e Usui sono perfetti per stare insieme e per creare una miriade di siparietti comici che vi faranno morire dal ridere! Ovviamente non mancano anche i momenti romantici e pieni di dolcezza.
Diciamo che ce n'è un po' per tutti i gusti.
Davvero carino è anche lo stile delle animazioni, curate nei minimi dettaglia sia per quanto riguarda gli ambienti, gli abiti e i volti. Non mancano i momenti chibi (carini e coccolosi), derp (dalle espressioni più assurde) e super particolareggiati, che danno quel tocco in più alla narrazione.

Sono certa che, come capita spesso, i temi seri della trama siano trattati meglio nel manga ma, se volete passarvi qualche ora di svago in compagnia di una storia non troppo impegnativa, Maid-sama! è l'anime che fa per voi!

Io lo rivedo sempre molto volentieri e, ogni volta mi piace allo stesso modo.
Mi sento di consigliarvelo sia che siate amanti del genere scolastico, sia che cerchiate qualcosa di diverso dal solito.
Diciamocelo, non è il top del top, ma non credo vi deluderà!

Il mio voto è:
🌟🌟🌟 e mezzo
3,5/5


Alla prossima!

Silvia

lunedì 12 marzo 2018

FullMetal Alchemist live action - Streaming! | recensione |

Mie piccole volpi, ciao!
Questa è una versione particolare del "sono andata al cinema".



Il film di cui sto per parlarvi infatti, non l'ho visto al cinema ma in streaming, comodamente spaparanzata sul divano!
Si tratta di una rivisitazione Live Action di un famoso anime, pratica che ho capito essere molto diffusa in Giappone, dove sono soliti riproporre diversi anime in versione "attori in carne ed ossa", facendo molto spesso un lavoro più che decente.
*se ve lo state chiedendo, ho visto solo questo, ma mi sono documentata*

Oggi, quindi, vorrei parlarvi di FullMetal Alchemist!

Se non conoscete l'anime o il manga (mooolto male!), vi do una piccola infarinatura prima di cominciare, così almeno sapere di cosa sto parlando.

FullMetal Alchemist, nasce dalla penna di Hiromu Arakawa ed è una serie manga composta da 27 volumetti, uscita in Giappone tra il 2001 e il 2010, arrivata in Italia nel 2006.
Ne sono stati tratti ben due anime: FullMetal Alchemist e FullMetal Alchemist: Brotherhood (più fedele al manga).
Nel primo caso la serie era composta da 51 episodi, mentre nel secondo da 64. A questo si aggiungono due lungometraggi anime: Il conquistatore di Shamballa (che funge da conclusione alla prima serie) e La sacra stella di Milos.

La trama principale di tute queste trasposizioni è una sola.
Edward e Alphonse Elric, due ragazzini appassionati di alchimia, vivono con la madre che muore improvvisamente.
Nel tentativo di riportarla in vita tentano la trasmutazione umana, pratica pericolosissima e per questo assolutamente vietata. Durante questo processo Alphonse perderà il suo corpo e la sua anima verrà legata dal fratello ad un'armatura. Edward, invece perderà una gamba e un braccio, che verranno sostituti con delle protesi meccaniche chiamate Automail.
Con l'unico scopo di trovare la pietra filosofale che consentirà ad entrambi di tornare normali, Edward diventa alchimista di stato e gira il mondo alla ricerca del potente manufatto.
Scoprirà, purtroppo, che non tutto è come crede e che non è l'unico a cercare la pietra.

Nello specifico Fullmetal Alchemist è un film d'avventura, dark fantasy e fantascienza di produzione giapponese del 2017 diretto da Fumihiko Sori, con Ryōsuke Yamada, Tsubasa Honda e Dean Fujioka nei ruoli dei personaggi principali. È stato distribuito in Giappone dalla Warner Bros e in Italia da Netflix.

Il live action dura poco più di due ore e racchiude al suo interno una buona parte di quella che è la trama principale. Per chi, come me, ha visto entrambe le serie anime, però, le incongruenze e le mancanze non sono state poche.
Questa non è assolutamente una critica, perché è chiaro che sviluppare tutto in due ore di girato sia piuttosto difficile. La trama di FullMetal Alchemist, infatti, è molto più complessa ed intricata di quella che vi ho proposto io poco fa.
Soprattutto per quanto riguarda Brotherhood, che riporta fedelmente la storia del manga, abbiamo moltissime sotto-trame che si intrecciano alla principale, diventandone parte integrante e fondamentale. Per non parlare della miriade di personaggi secondari che Ed e Al incontrano nel loro viaggio alla ricerca della Pietra Filosofale.
Diciamo che fare il live action di un anime di 64 episodi (25 minuti l'uno) non è robetta da niente e che, a mio modesto parere, in questo caso la resa è stata anche migliore di quello che mi aspettavo.


Da fan dell'anime, mi è dispiaciuto un po' che alcuni particolari siano stati trascurati, tenuto presente che non avrebbero influito sulla durata del film o altro.
Mi riferisco proprio alla figlia di Huges, che doveva esserci assolutamente perché fondamentale per la caratterizzazione del personaggio. Cioè, io uno srotolamento di foto me lo aspettavo!
Ovviamente potremmo anche parlare della trasmutazione in chimera e di tutta la sotto-trama che ne consegue, però forse questo è un concetto troppo lungo e potrebbe anche rivelarvi troppe cose (mettiamo il caso vi venisse voglia di guardarvi l'anime).
Al di là di questo, comunque, il lavoro mi è sembrato buono. Dal finale si capisce anche che prima o poi potrebbe esserci un seguito dove, non escludo, vengano spiegate tutte quelle cose che sono rimaste in sospeso.

Per quanto riguarda gli attori, li ho trovati tutti molto somiglianti alla versione animata.
Il migliore in assoluto è Huges, che se fosse un essere umano vero sarebbe proprio così! 
Anche Edward mi è sembrato molto somigliante, se trascuriamo il fatto che l'attore ha 24 anni, il personaggio del film dovrebbe averne 20  mentre quello dell'anime 15. 
Insomma, tutto questo per dirvi che, secondo me, quando si lavora ad un live acrtion sono necessari degli adattamenti e delle piccole modifiche, perché stiamo pur sempre parlando di un film dove gli attori devono assomigliare a dei personaggi di un cartone.

In tal proposito, devo dire che ho molto apprezzato la cura con cui sono stati ricreati i costumi, le armature, gli automail, i tatuaggi e i poteri dei personaggi. Per non parlare delle ambientazioni, rese benissimo e, anche in questo caso, davvero ben curate. E non lo dico perché adoro Volterra, città italiana dove si è svolta la prima parte delle riprese.

In sintesi: mi è piaciuto!
Ci sono delle differenze, mancano tante cose, qualcosina si poteva fare meglio, questo non lo metto in dubbio, ma se guardiamo a quello che è il senso della storia, il messaggio che questa vuole dare e se ci soffermiamo un attimo sulle varie implicazioni filosofiche che ha FullMetal alchemist, beh, in questo caso direi che il concetto è stato espresso bene.
Io mi sento di consigliarvelo, che siate fan o meno.
Non aspettatevi una trasposizione super fedele e dettagliata, ma dategli una possibilità.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟 e mezzo
3,5/5



Alla prossima!

Silvia

sabato 10 marzo 2018

5 COSE CHE... - 5 tipi di persone che proprio non sopporto!

Bentornate mie piccole volpi!
Eccoci al secondo appuntamento con questa rubrica.


E quindi, ecco qui
5 tipi di persone che proprio non sopporto!


1. I "Tutto io"
Ovvero quelli che sanno tutto, fanno tutto e sono bravi solo loro.
Nominate qualcosa e loro l'hanno già fatto, già provato, già comprato, già visto, già detto.
Pico de Paperis spostati e lascia spazio ai nuovi tuttologi.

Credo non sia necessario dirvi perché questo genere di persone mi fa salire il desiderio di stringere le manine attorno ad un collo (il loro) o di sputare in un occhio a qualcuno (sempre loro).
In una parola, sono irritanti!
Ma anche ammesso che una cosa tu l'abbia già fatta, cosa ti costa dare spazio agli altri?
Sarà che io caratterialmente sono l'esatto contrario, ma proprio non ce la faccio.

2. I "Lo sapevo già"
Che potrebbero essere considerati una variante della categoria precedente, sono quelli che, qualsiasi cosa tu dica, loro la sapevano già.
Frasi tipiche sono:
"Ah, ma lo sapevo già!"
"Ma sì, già l'avevo letto"
"Sì, sì, ma tanto già ero a conoscenza"
"No, ma figurati, già ero informato/a"

Ma ti costa così tanto mettere da parte il tuo ego giga-enorme e lasciare che qualcuno abbia voglia di metterti a parte di qualcosa?
Hai mai pensato di dare un minimo di soddisfazione a quella povera persona?
Ovviamente no! 
Ed ecco perché io queste persone non le sopporto...

3. I "Professoroni" o "Bla Bla Bla"
Ovvero quelli che devono farti la lezioncina per ogni cosa, mettendo bocca anche su cose che non sanno e, soprattutto, sparando un sacco di cavolate.

Il buon Oscar Wilde diceva " è meglio tacere e sembrare stupidi, che parlare e fugare ogni dubbio".
Dico io, seguitelo un consiglio una volta ogni tanto! Ve lo dice pure Oscar Wilde.
Il motivo per cui non sopporto queste persone è che, beh, io il consiglio del vecchio Oscar lo seguo da anni e non ho bisogno di salire in cattedra per dimostrare la mia intelligenza.

4. I "Parafulmini"
Perché dire Parac**i era troppo volgare, ma stiamo parlando proprio di loro! Di quelli che te la rigirano in ogni situazione, prendendoti in giro e finendo pure col farti credere che è colpa tua.
*per voi c'è un girone dell'inferno riservato, sappiatelo*

Beh, perché non sopporto queste persone?
Ma perché le attiro tipo calamita fotonica! 
Sìììì, sono troppo buona io, lo so, ma ragazzi essere troppo buoni mica vuol dire che potete sentirvi in dovere di perc**armi. Eddai!

5. I "Finché la barca va"
Ovvero quelle persone che stanno con te finché gli fa comodo e poi vengono risucchiate da un buco nero intergalattico e spariscono nel nulla. 

Ma almeno un messaggino, un gufo, un piccione viaggiatore...anche un segnale di fumo. Insomma, qualcosa per dire che non farete più capolino nella nostra vita e tanti saluti.
Ah, no! Non potete avvisare che ve ne andate, perché se no poi come fate a tornare quando avete bisogno di nuovo?
Giusto, anche voi avete ragione.

Bonus: I "Pissi-pissi"
Ovvero quelli che davanti sono amici-amici e poi alle spalle ve ne dicono di tutti i colori.
Ma non preoccupatevi che, all'occorrenza, tornerete ad essere super simpatici.
*anche per voi c'è un girone dell'inferno, sappiatelo*

Questi si spiegano da soli!
Sono più che certa che, almeno una volta nella vita, una persona così l'avete incontrata e avete desiderato strozzarla.


Ed eccoci qui alla fine anche di questo elenco!
Ovviamente si scherza (forse), è un articolo simpatico, non le penso davvero tutte queste cose brutte (forse)...
Spero vi sia piaciuto e che vi siate divertiti.
Quali sono i tipi di persone che voi non sopportate?


Alla prossima!

Silvia



venerdì 9 marzo 2018

Obsidian di Jennifer Armentrout | recensione |

Buonsalve mie piccolo volpi!
Benvenute a questa prima recensione marzolina!


Prima di tutto, vorrei fare una premessa su quest'autrice che, poveretta, è stata criticata quasi ovunque. Non voglio dire che i libri della Armentrout siano opere di letteratura alta, però devo ammettere di aver letto anche cose molto peggiori. Sia dal punto di vista della trama, che può piacere e non piacere, sia della grammatica e dello stile.
Tutto si può dire, però, tranne che la Armentrout scriva male. 
E con questo chiudo la premessa.


Obsidian - #1 serie Lux
di Jennifer Armentrout

Editore: Giunti editore
Pagine: 320
Prezzo: 6,90€ (ebook 0,99€)

Trama:

E se l’amore viaggiasse alla velocità della luce?
Katy, una book blogger diciassettenne, si è appena trasferita in un paesino soporifero del West Virginia, rassegnandosi a una noiosa vita di provincia. Noiosa finché non incrocia gli occhi verdissimi e il fisico da urlo del suo giovane vicino di casa: Daemon Black è la quintessenza della perfezione. Poi quell'incredibile visione apre bocca: arrogante, insopportabile, testardo e antipatico. Fra i due è odio a prima vista. Ma un giorno Daemon salva Katy da un’inspiegabile aggressione, bloccando il tempo con... un flusso sprigionato dalle sue mani. Sì, il ragazzo della porta accanto è un alieno. Un alieno bellissimo invischiato in una faida galattica, e ora anche Katy, senza volerlo, c’è dentro fino al collo. L’unico modo per                                                                                sopravvivere è stare incollata a Daemon. 

                                                                              Sempre che lei non lo uccida prima...



Sulla Armentrout ho sentito pareri molto diversi. Siccome, ormai lo sapete, quando si presentano questi casi io devo farmi una mia idea, ho puntato alla serie che più mi ispirava.
E così, metà in cartaceo e metà digitale, mi sono procurata tutta la serie Lux, di cui Obsidian è il primo volume.

Obsidian è uno Young Adult dalle tinte fantasy, che cattura il lettore fin dalle prime pagine, trasportandolo nella vita di Katy e coinvolgendolo nell'eterna lotta tra Luxen e Arum.




La trama è piuttosto semplice e ricalca molti dei tratti tipici dello YA fantasy.
Abbiamo, infatti, la protagonista che si trasferisce con la madre in una nuova cittadina, la coppia di vicini super belli che non sono di questo mondo, due razze aliene in perenne lotta tra loro, l'amore tra i protagonisti che però fatica a sbocciare.
Insomma, molte cose che sicuramente avrete letto in altri libri sul genere. Con questo, però, non voglio dire che la storia sia banale, perché ci sono diversi sviluppi interessanti e inaspettati che non vi rivelo per evitare che siano in qualche modo spoiler (trattandosi del primo volume il rischio è piuttosto alto).

Da un punto di vista generale la caratterizzazione dei personaggi è ben fatta. Certo, è presente qualche stereotipo (cosa che, a parere mio, è inevitabile in questo genere letterario), ma nulla di così fastidioso e soprattutto nulla di eccessivamente improbabile. Tenuto conto, poi, che stiamo parlando di uno YA a sfondo fantasy, un pizzico di inverosimile non da neanche tanto fastidio.
Entrando un po' nello specifico, ho apprezzato molto Katy, la protagonista, non solo perché è una book blogger e quindi ho subito sentito un legame, ma anche perché questa ragazza ha un carattere forte ed è una che non le manda a dire.
Ovviamente mi è piaciuto anche Daemon. A volte ho provato il forte desiderio di strozzarlo per questo suo mix insopportabile di strafottenza e iperprotettività ma, in ogni caso, anche lui si rivela essere un personaggio niente male.

Lo stile dell Armentrout è davvero molto scorrevole, anche nelle descrizioni che, solitamente, sono la parte che più tende a rallentare la lettura. Il ritmo della narrazione è incalzante, con il giusto quantitativo di azione e romanticismo, senza tralasciare i siparietti simpatici e alcuni ragionamenti più seri.
La mia è stata una lettura molto coinvolgente e veloce, al punto che ora voglio incastrare da qualche parte almeno il secondo volume perché devo sapere come procede la storia. Se cercate una lettura carina, non troppo impegnativa, ma che comunque sia in grado di appassionarvi, questa serie fa per voi.

Non mi sento di dare un giudizio pieno, solo perché è il primo di una saga e non mi voglio sbilanciare.


Il mio voto é:
🌟🌟🌟🌟
4/5



Alla prossima!

Silvia