venerdì 12 maggio 2017

#25 Cosa penso di: Hai cambiato la mia vita | recensione |

Sooonooo vivaaaa!
*cof cof* scusate ^^"
Prima lettura di maggio, mi sembra quasi un miracolo...



Hai cambiato la mia vita
di Amy Harmon.

Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 383
Prezzo: 9,90 € (ebook 1,99€)

Trama:
Lo trovarono nel cesto della biancheria di una lavanderia a gettoni: aveva solo un paio di ore di vita. Lo chiamarono Moses. Quando dettero la notizia al telegiornale dissero che era il figlio di una tossicodipendente e che avrebbe avuto problemi di salute. Ho sempre immaginato quel "figlio del crack" con una gigantesca crepa che gli correva lungo il corpicino, come se si fosse rotto mentre nasceva. Sapevo che il crack si riferiva a ben altro, ma quell'immagine si cristallizzò nella mia mente. Forse fu questo ad attrarmi fin dall'inizio. E successo tutto prima che io nascessi, e quando incontrai Moses e mia madre mi raccontò la sua storia, era diventata una notizia vecchia e nessuno voleva avere a che fare con lui. La gente ama i bambini, anche i bambini malati. Anche i figli del crack. Ma i bambini poi crescono e diventano ragazzini e poi adolescenti. Nessuno vuole intorno a sé un adolescente incasinato. E Moses era molto incasinato. Ma era anche affascinante, e molto, molto bello. Stare con lui avrebbe cambiato la mia vita in un modo che non potevo immaginare. Forse sarei dovuta rimanere a distanza di sicurezza. Ma non ci sono riuscita. Così è cominciata una storia fatta di dolore e belle promesse, angoscia e guarigione, vita e morte. La nostra storia, una vera storia d'amore.


In realtà, e in tutta onestà, questa doveva essere una lettura di aprile...voi però non ditelo a nessuno 😉
Questo, infatti, è il libro scelto per il GDL di Grazia, la Spacciatrice di libri, per il mese di aprile. Purtroppo non sono riuscita a leggerlo in tempo (neanche questa volta), ma comunque ho finito nei tempi prestabiliti e questo è già qualcosa.

Hai cambiato la mia vita, è la storia di Moses e Georgia, due giovani che vivono in una piccola città dello Utha.
Moses è quello che viene definito un figlio del crack, ovvero una bambino nato da una tossicodipendente. La madre è morta poco dopo averlo dato alla luce e Moses ha passato la sua vita sballottato da un parente all'altro, fino ad arrivare a casa della bisnonna Bibi.
Lì, ormai diciottenne, conosce Georgia sua coetanea e vicina di casa. I genitori di Georgia hanno un maneggio e fanno Ippoterapia e la ragazza è appassionata di rodeo. I due non potrebbero essere più diversi, eppure, anche se con non pochi problemi, si innamorano.
Quando Bibi muore, stroncata da un malore, Moses viene accusato di omicidio e viene ricoverato in una struttura psichiatrica per tre mesi. Il ragazzo non vuole vedere nessuno, nemmeno Georgia.
Il suo intento è salvarla da sè stesso, ma non sa che la giovane ormai gli è legata indissolubilmente: Georgia è incinta, ma Moses lo scoprirà ben sette anni dopo, quando ormai sembra essere troppo tardi.
Sullo sfondo, intanto si snoda un mistero: da diversi anni, giovani ragazze bionde e problematiche scompaiono nel nulla per non fare più ritorno...

Comincio subito col dire che, dopo aver letto e amato I cento colori del blu (vi lascio la mia recensione qui, se vi va), mi ero creata non poche aspettative su questo libro. Aspettative che, in questo caso, non sono state soddisfatte completamente.

La trama, di base, non è affatto male. Anzi!
Devo dire che la storia in sè mi è piaciuta molto, non è mai banale e, oltre alla classica storia d'amore (tipica di questo genere), c'è anche un discreto alone di mistero che da quel non so che in più.
Il problema, secondo me, sono i personaggi e alcune scelte stilistiche... ma andiamo con ordine!

I personaggi, in generale, non sono caratterizzati male. La Harmon è in grado di delineare un personaggio anche con pochi tratti, conferendo ad ognuno una caratterista peculiare che, inevitabilmente, lo fa spiccare sugli altri e permette al lettore di identificarlo con facilità.
Moses, uno dei due protagonisti di queste vicenda, è davvero un ottimo personaggio.
Mi ha catturato fin da subito e mi ha incuriosito, soprattutto per questa sua strana capacità di interagire con le persone morte attraverso la pittura.
Senza dubbio è il mio personaggio preferito, quello a cui mi sono sentita legata fin da subito e che mi ha fatto più emozionare. Sia per la sua vicenda personale, sia per il modo in cui viene coinvolto nello svolgersi della narrazione. Nel corso della storia, si percepisce in modo netto il suo cambiamento e la sua maturazione.
Il mio fastidio, se così vogliamo definirlo, nei confronti dei personaggi è indirizzato principalmente a Georgia. Lo devo ammettere, proprio non la sopporto!
Non si può dire che sia caratterizzata male, perché il suo essere insopportabile è decisamente in linea con il personaggio. Penso si possa dire che, questo personaggio, risulta insopportabile proprio perché è caratterizzata in maniera ottima. Non so dirvi se fosse lo scopo dell'autrice, fatto sta che ci è riuscita alla grande.
Nel corso della vicenda, nello specifico nella seconda parte, Georgia subisce un discreto cambiamento. A causa di quello che le succede, il suo caratteri si modifica e migliora leggermente. Purtroppo, però, quel suo lato insopportabile non sparisce del tutto.
Questo me la fa rivalutare, certo, ma non completamente.
Un altro personaggio che mi ha lasciata perplessa, sul quale però posso dire molto poco per evitare spoiler, è Eli. Io capisco che i bambini se ne escono con delle cose, a volte, che lasciano a bocca aperta, ma in questo caso mi è sembrata una caratteristica troppo stereotipata e accentuata. Per i suoi quattro anni, questo bambino, mi è sembrato a volte troppo maturo (mi riferisco ovviamente al modo di esprimersi).

Per quanto riguarda le ambientazioni e le descrizioni più in generale, direi che il lavoro che fa l'autrice è davvero ottimo.
I luoghi sono sempre ben identificabili e il lettore riesce sempre ad avere un quadro abbastanza completo della situazione. Quello che però mi ha più colpito è il modo di descrivere i dipinti di Moses e lo stesso Moses all'opera. Personalmente devo dire che quelle sono le parti della storia che più mi hanno catturato.
Non ci sono figure in questo libro, ma leggendo è inevitabile proiettarsi davanti agli occhi i dipinti realizzati da Moses. Le descrizioni di questi lavori, infatti, sono dettagliate, precise e nette.
Nonostante questo, comunque, lo spazio principale è dedicato ai sentimenti, anch'essi descritti in maniera precisa e coinvolgente.

Coinvolgente è anche il termine giusto per descrivere lo stile della Harmon, che ha un modo di scrivere che mi piace parecchio e che riesce a farmi appassionare al romance, nonostante non sia esattamente il mio genere preferito.
Purtroppo, però, questo libro non mi ha preso come avevo immaginato e non ha soddisfatto le mie aspettative (che forse, a sua discolpa, erano troppo alte). La lettura si rivela essere accattivante e coinvolgente, dal punto di vista della trama, ma piena di momenti lenti e a tratti un po' noiosi.
Le interazioni tra i personaggi mi hanno appassionato, ma non in maniera eccessiva e, se devo essere sincera, l'unica cosa che mi fa alzare il voto di questo romanzo è quell'alone di mistero di cui vi parlavo qui sopra.
Il fatto che, alla vicenda di Moses e Georgia, si mescoli quella di un misterioso serial killer che uccide solo ragazze bionde e problematiche, mi ha colpito davvero. Penso sia la prima volta che mi capita di trovare una componente thriller in un romance (e non il contrario). Non posso dire "peccato non sia stata ampliata maggiormente", se no voi potreste anche rispondermi "leggiti un thriller".

Altra cosa che in qualche punto mi ha un po' destabilizzato, è l'alternarsi dei punti di vista dei protagonisti. La storia infatti ci viene raccontata in prima persona da Georgia e Moses e, fino a qui, niente di male (al di là del mio pessimo rapporto con la prima persona), se non fosse che i POV si alternano in maniera casuale e senza un apparente senso logico. Il nome del narratore in alto, ad identificare il cambiamento, non aiuta poi un gran che.

Sorvolo sugli errori/orrori di editing perché potrei andare avanti per almeno un'altra mezz'ora abbondante e poi perché non ha niente a che fare con il libro in sè.

In definitiva, se la Harmon è un'autrice che vi piace vi consiglio di leggere anche questo volume, giusto per completare l'elenco delle sue opere. Lo stesso vale se il romance (con un pizzichino di paranormal -vabbè avete capito- e di thriller) è il vostro genere.
Negli altri casi, orientatevi su altro, o per lo meno su altri titoli di questa autrice.

Il mio voto è:
✰✰✰ e mezzo
3,5/5


Alla prossima!

Silvia


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