martedì 20 ottobre 2020

LE DIECIMILA PORTE DI JANUARY di Alix E. Harrow | recensione |

Buona sera mie piccole volpi!
Sono di nuovo qui...
E oggi vi parlo di libri!
Lo so, ultimamente vi do molto di cui stupirvi!
Del tipo che ho già concluso due delle letture previste per questo mese e che, salvo piccole e trascurabili eccezioni, vi sto stressando con un articolo al giorno.
(fa strano pure a me, che credete?! - ormai vi avevo abituati al peggio e mi ci ero abituata anche io)
Ma non siamo qui per cianciare sulle mie paturnie, quindi direi di cavalcare l'onda e lasciar andare la barca finché va' (non ho neanche necessità di ferie, eh! Assolutamente) e passare alla parte seria dell'articolo.
Bene, cominciamo!

LE DIECIMILA PORTE DI JANUARY


Le diecimila porte di January
di Alix E. Harrow

Editore: Mondadori
Pagine: 396
Prezzo: 20,00€ ( ebook 9,99€)
Pubblicazione: 13 ottobre 2020
Link acquisto: cartaceo/ebook

Trama:
Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: "Le diecim por". Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei...

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Prima di passare alla recensione vera e propria, vorrei ringraziare Oscarvault per avermi inviato l'arc cartaceo di questo romanzo che, lo ammetto, ero proprio curiosa di leggere.


Allora, tralasciando il fatto che Oscarvault fa delle campagne di promozione che ti fanno venir voglia di leggere qualsiasi cosa (e che mi fanno sempre morire dal ridere con le loro didascalie di instagram) devo dire che, la trama di Le diecimila porte di January mi ha subito incuriosito.
Lo ammetto, di recente sto diventando un po' selettiva verso i libri che parlano di libri, perché mi è capitato di leggere romanzi sempre uguali, senza contare che, come sapete, non sono una grande amante del genere storico, a meno che non sia abbinato ad altri generi.
Questi due fattori, hanno fatto sì che ci pensassi su qualche giorno prima di decidermi a richiedere l'earc, ma ecco che, una volta presa la mia decisione, compare nella cassetta della posta, il magico pacchetto targato Oscarvault. E chi sono io per non leggere un libro che mi viene regalato a sorpresa? Ovviamente nessuno! Ecco perché mi ci sono lanciata a pesce, stravolgendo la mia tbr di ottobre.
Ma a voi questo non interessa, quindi, dicevamo...

La trama di Le diecimila porte di January, come vi dicevo, mi ha davvero incuriosito e ho subito pensato che, forse, una volta tanto non mi sarei trovata a leggere il solito libro che parla di libri e nemmeno il solito fantasy storico dove c'è poco fantasy e tanto storico.
E in parte, devo dire che le mie aspettative sono state rispettate ma, allo stesso tempo, non ne sono rimasta del tutto soddisfatta.
Vi premetto che Le diecimila porte di January mi è piaciuto molto, e non lo dico solo perché mi è stato regalato, ci sono state alcune cose, però che non mi hanno del tutto convinto, a partire dalla componente storica.
E lo so, ho appena detto che non sono una grande amante del genere e che non ne avrei apprezzato l'eccessiva presenza a discapito del fantasy, ciò non toglie che, ad essere sincera, la contestualizzazione non mi ha fatto impazzire. Il periodo storico in cui si svolge la vicenda è abbastanza chiaro, nulla da dire, ma ci sono anche diversi dettagli che sarebbe stato meglio ampliare e approfondire un pochino di più. Uno tra tutti il riferimento alla condizione delle persone di colore che sì, viene spiegato e se ne parla, ma in maniera un po' sommaria, soprattutto tenendo conto che la stessa protagonista è da considerarsi "di colore" o comunque appartenente ad una minoranza.
Una cosa che, invece, mi ha piacevolmente stupita è la componente fantasy e mi dispiace tantissimo non poter entrare più di tanto nel dettaglio, perché ci sarebbero parecchie cose da dire (ma non voglio fare spoiler e rovinarvi la lettura).
Qualche riga più su, comunque, vi dicevo che avevo il timore che questo si rivelasse essere l'ennesimo libro che parla di libri (e non so da cosa mi sia venuta questa convinzione - lo ammetto) ma mi sono resa conto dopo poche pagine che, è evidente, non avevo capito un bel nulla.
Le diecimila porte di January, infatti, non è un libro che parla di libri, nella maniera più assoluta!
Alla protagonista piace leggere, c'entra un libro, in effetti, ma la cosa si ferma lì ed io non ho potuto che apprezzare la cosa.
Contrariamente ad altri parere che ho letto in giro per il web, a me l'espediente del libro nel libro, è piaciuto parecchio perché è possibile valutare il tutto come se fosse un flashback (nel flashback, oltretutto - parliamone per favore) e sapete quanto io sia letteralmente fissata con i flashback e quanto sia entusiasta di trovarmene anche solo uno davanti.

Passando ai personaggi, anche qui ho commenti positivi e commenti "negativi" (che poi negativi non sono, ma è per capirci), perché non posso dire di aver apprezzato totalmente la caratterizzazione generale. 
Ma andiamo con ordine...
Protagonista principale della vicenda è January Scaller, una "ragazza nel mezzo" come ama definirsi lei stessa, cresciuta senza madre e con un padre assente a causa del suo lavoro, costretta, in un certo senso, a reprimere il suo carattere spontaneo, allegro e propenso all'avventura (e a cacciarsi un pelino nei guai, siamo onesti) perché la società le imponeva determinate regole.
Attorno a January si muovono molti altri personaggi, per lo più di una certa importanza e fondamentali per lo svolgersi della vicenda. Abbiamo, ad esempio: Julian, il padre di January; Jane, la nuova governante; Samuel, l'amico d'infanzia; Havemeyer, uomo misterioso che da la caccia a January; il signor Locke, il "datore di lavoro" del padre di January che, allo stesso tempo, si prende cura della ragazza e, per concludere, Adelaide, la madre di January.

Se, a mio parere, per January possiamo parlare di una caratterizzazione tutto sommato ben fatta, non posso dire lo stesso per quanto riguarda tutti gli altri che, ho trovato tratteggiati un po' sommariamente, con caratteri dallo scarso spessore (alcuni più di altri) e con cui non è così semplice identificarsi.

Lo stile di Alix E. Harrow non mi è dispiaciuto.
La sua è una scrittura particolare, dai tratti onirici e poetici, che mi ha ricordato per certi versi Erin Morgenstern e Laini Taylor, anche se non allo stesso livello. Le descrizioni sono ben rese, non eccessivamente pesanti e, tutto sommato, ben amalgamate al resto della narrazione.
Anche i dialoghi sono buoni, pur non essendo particolarmente frequenti.
L'intero romanzo, poi, è scritto in prima persona ma si tratta di una prima persona particolare e diversa dal solito, perché tutto ci viene raccontato attraverso gli occhi di January, ma ci sono dei momenti in cui la ragazza si rivolge direttamente al lettore e, solo alla fine del libro, si scoprirà il vero motivo di questo espediente narrativo.
Anche il "libro nel libro", ovvero "le diecimila porte" è scritto in prima persona, ma lo stile, in questo caso è completamente diverso: inizialmente si ha un registro molto simile a quello dei saggi e anche dei libri di testo, poi però tutto cambia e si trasforma in un romanzo autobiografico, con tratti tipici del romanzo d'avventura e dove non manca la storia d'amore.

All'inizio, insomma, destreggiarsi tra i vari stili non è per nulla facile e la storia stessa ha qualche difficoltà ad ingranare. Superata la prima metà, che potremmo considerare introduttiva, però, il ritmo si fa incalzante e le vicende coinvolgono molto di più il lettore che, fino a quel momento, potrebbe sentirsi un po' spaesato e tagliato fuori.

In conclusione, Le diecimila porte di January è stata senza dubbio una lettura coinvolgente ed emozionante, diversa dal solito e con uno stile di scrittura particolare ma, allo stesso tempo, si sente che è il primo romanzo della Harrow.
Nonostante questo, vi consiglio di dargli una possibilità.

Il mio voto è:
3,5/5



A presto!

Silvia

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