venerdì 25 novembre 2022

TRIESTE, 1974 di Massimiliano Stefani |recensione|

Buona sera mie piccole volpi!
Rieccomi con un nuovo articolo.
Oggi torno a parlarvi di libri!
Benvenuti alla recensione della mia unica lettura ottobre!
Vi accennavo nel recap mensile - per l' appunto - di ottobre, di aver cominciato un libro ma di non averlo finito e che, avendo in programma di completarlo a breve, ve lo avrei inserito nelle letture di novembre. 
Ebbene, eccolo qui!
Oggi, infatti, vi propongo la recensione di un romanzo di un genere che non sono solita leggere, ma a cui mi ha fatto piacere approcciarmi.
Approfitto quindi, prima di cominciare, per ringraziare non solo Massimiliano Stefani, l’autore, ma anche Luca Terlizzi di Recensioni Autentiche, per avermi contattato ancora, dandomi la possibilità di leggere e recensire questo romanzo.
Ed ora, direi di passare alla recensione vera e propria!

TRIESTE, 1974


Trieste, 1974
di Massimiliano Stefani

Editore: Inifinito Edizioni
Pagine: 306
Prezzo: 16,00€ (ebook 5,99€)
Pubblicazione: 15 aprile 2022
Link acquisto: cartaceo/ebook

Trama:
Sabato 27 aprile 1974, alle 21,47, a Trieste, nella scuola slovena di via Caravaggio, rione di San Giovanni, esplode una bomba, figlia della strategia della tensione neofascista in città. Da qui parte un viaggio ambientato negli anni Settanta in una Trieste affascinante e multietnica, percorsa dalle inquietudini e dalle tensioni politiche dell’epoca, mentre l’intera Italia è sconvolta da sanguinosi attentati, come quello al treno Italicus. Su uno sfondo sociale minuziosamente ricostruito, s’intrecciano le storie private dei quattro protagonisti di questo romanzo storico che scaturisce da uno scrupoloso lavoro di ricerca. L’arrivo in città di Pier Paolo Pasolini per una conferenza alla Casa dello studente fa da trait d’union alle singole vicende personali, ciascuna delle quali, seppure con esiti differenti, appare fin dall’inizio sospesa tra un gioco di combinazioni casuali e il compimento di destini ineluttabili.
“Nonostante il male storico e metafisico che prova a stroncare (peggio, a insozzare) ogni nostro sforzo, e nonostante il finale (anche) tragico del romanzo, in tutte le vite raccontate da Stefani c’è l’oltre e, quasi, l’oltranza, ma senza superbia. Di questa tensione, leggera e profonda al tempo stesso, abbiamo bisogno, come del pane”. (Gianluca Paciucci)
Prima di cominciare con la recensione vera e propria, devo assolutamente fare una premessa.
Come sapete, perchè credo di averne già parlato in altre circostanze, non sono mai stata una grande amante del genere storico e ho sempre riscontrato non poche difficoltà con la lettura di questi romanzi.
Ecco perchè, quando ho letto la trama di TRIESTE, 1974 mi sono ritrovata a pensarci bene prima di accettare la collaborazione. Più la leggevo, però, e più mi rendevo conto che ci sarebbe stato dell'altro e mi sono detta che le mie perplessità sul genere, si potessero, per una volta, mettere da parte.

Purtroppo, a causa di un brutto blocco del lettore (da cui ancora non credo di essere uscita al 100%) ho avuto non poche difficoltà a completare la lettura - e infatti, ci ho messo un'eternità - ecco perchè ne approfitto anche per scusarmi tantissimo sia con Luca di Recensioni Autentiche, sia con l'autore stesso, per averci messo così tanto.

Quello che volevo dirvi, però, con la mia premessa (oltre alle scuse che erano d'obbligo) era che ho fatto del mio meglio per prendere in esame anche la componente storico/politica della vicenda, ma temo di non avercela fatta - non del tutto per lo meno - e quindi, anche qui, chiedo scusa se ho dimenticato o bypassato qualcosa.

Bene, detto ciò, possiamo cominciare!

Come vi accennavo qui sopra, la trama di TRIESTE, 1974 mi ha colpito fin dal principio, facendomi subito pensare che avrei trovato molto più che uno spaccato storico sulla Trieste dei primi anni '70 e così è stato.
TRIESTE, 1974 , infatti, non racconta solo i fatti storico/politici relativi, per l'appunto al 1974, ma parla anche di quotidianità, di rapporti familiari, di vita scolastica, di amicizia e primi amori; oltre che di bullismo e razzismo, prendendo in esame argomenti di grande importanza e attualità.
* forse anche a far velatamente intendere che, passano gli anni, ma la società tende a non cambiare così facilmente - piccola osservazione personale *

Sui fatti storici ho un po' di difficoltà a soffermarmi, perchè, confesso la mia ignoranza, non ne ero a conoscenza, ma ho trovato comunque molto interessante e ben trattato questo aspetto della vicenda. Così come ho trovato chiaro il contesto politico e sociale da un punto di vista generico.

Scendendo un po' più nello specifico della storia e passando alla componente che più mi ha colpito e coinvolto, ovvero quella della quotidianità, già mi sento di poter dire qualcosa in più.
Ho trovato molto interessante che l'autore abbia deciso di sviluppare il tutto, incentrandolo su quattro ragazzi tra i 12 e i 20 anni, intrecciando le loro vicende personali ai fatti storici, permettendo al lettore di avere uno sguardo diverso rispetto al solito, forse, a dirittura, più realistico.

Oltre agli eventi storici e alla lotta politica, infatti, come vi dicevo all'inizio, i quattro giovani sono alle prese con la vita di tutti i giorni: tra scuola, famiglia, amicizia, primi amori. Trovandosi ad affrontare non poche difficoltà, a volte anche a dover prendere decisioni complesse, a dover affrontare sé stessi - con l'ingresso nell'adolescenza o nell'età adulta - e la società - con i pregiudizi e le costrizioni che essa impone.
Questa parte della trama, che si intreccia ai fatti storici, è proprio quello che più mi ha colpito delle vicende narrate in questo romanzo, che è uno storico ma e allo stesso tempo non lo è.

Anche per quanto riguarda la caratterizzazione generale dei personaggi, trovo sia stato fatto davvero un buon lavoro, perchè ho trovato ben resi sia i protagonisti ma anche le figure secondarie che ruotano loro attorno e che, in molti casi, svolgono un ruolo importante e fondamentale ai fini della vicenda.
Protagonisti principali sono Ruggero, Lorenzo, Maja e suo fratello Sasa: i primi due di origine italiana, gli altri due appartenenti alla comunità slovena.
Caratterialmente, i quattro, non potrebbero essere più diversi, come diversi sono i percorsi che affrontano. Nonostante questo, però, le loro vicende personali finiranno per intrecciarsi inevitabilmente, dando luogo non solo a legami di diverso tipo, ma anche a percorsi di analisi e crescita personale, oltre che di comprensione di sé e autodeterminazione.
Ruggero, Lorenzo, Maja e Sasa sono personaggi reali e realistici, con pregi e difetti; che compiono azioni discutibili, che hanno rimorsi e rimpianti, che soffrono e che cadono ma che, alla fine, riescono a rialzarsi. Non sempre hanno un lieto fine, ma seguono comunque un percorso di formazione importante.

Lo stile di Massimiliano Stefani mi è piaciuto molto.
La sua è una scrittura curata, ma non per questo pomposa o di difficile comprensione, che ben si adatta all'età dei protagonisti. Con descrizioni ben rese, sempre in grado di trasportare il lettore nei luoghi narrati, mai ingombranti, ma anzi ben amalgamate alle altre sequenze, così come i dialoghi che risultano discretamente strutturati, pur non essendo eccessivamente presenti.
Il tutto da vita ad un ritmo narrativo coinvolgente ed emozionante, che appassiona e cattura il lettore fin dalle prime pagine.

TRIESTE, 1974 si è rivelato una piccola sorpresa e sono davvero contenta di aver accettato questa collaborazione!
Se cercate una lettura a sfondo storico/politico, in grado di trattare con cura anche la componente emozionale, ben scritto e che prende in esame temi che, nonostante siano passati quasi 50 anni, sono di grande attualità, credo proprio che questo romanzo faccia al caso vostro.


Il mio voto è:
4/5

A presto!

Silvia

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