Bentornate mie piccole volpi!
Eccomi qui con una nuova recensione.
Per prima cosa vorrei ringraziare l'ufficio stampa Il Taccuino per avermi inviato questo libro, permettendomi ancora una volta di scoprire un romanzo appartenente ad un genere che non sono solita leggere.
Vite fragili
di Elisabetta Sabato
Editore: edizioni del poggio
Pagine: 144
Prezzo: 15,00€
Trama:
Come vi dicevo, questo romanzo mi ha permesso, ancora una volta, di leggere qualcosa che non appartenesse ad uno di quei generi che fanno parte della mia "confort zone".
Vite fragili, con le sue storie di persone comuni, vi darà diversi spunti di riflessione su quella che è la vita di tutti i giorni e sui fatti di cronaca che, soprattutto di recente, sembrano essere diventati parte della quotidianità.
Ciò che più mi ha incuriosito di questo romanzo è la trama.
Non perché me la aspettavo una storia complessa ed intricata, ma proprio perché avevo intuito si sarebbe trattato di vicende tipiche della quotidianità.
Abituata, come sono, a leggere fantasy e quindi ad estraniarmi da quella che è la vita di tutti i giorni, l'idea di poter leggere qualcosa di così diverso e, allo stesso tempo comune, mi ha subito entusiasmato.
Prendere ispirazione anche dai numerosi fatti di cronaca, di cui spesso (purtroppo) si sente parlare, è stata davvero una buona idea. Ho trovato interessante l'interpretazione romanzata data dall'autrice: ben fatta, priva di esagerazioni o forzature.
Insomma, non è difficile immaginare che i fatti narrati possano essere successi veramente.
Si può dire che Vite fragili sia un insieme di quattro maxi racconti uniti da un filo conduttore, rappresentato nello specifico dai personaggi.
Quelle che, nel primo racconto, sono solo figure secondarie, infatti, sono destinate ad assumere il ruolo di protagonista nelle vicende successive. Senza contare le svariate digressioni che, non solo permettono al lettore di avere un quadro più completo sul background di un dato personaggio, ma anche di conoscerne degli altri.
Protagonista della prima parte (e io pensavo anche di tutto il libro, ma poi ho scoperto non essere esattamente così) è Alice, una donna sensibile e dalla forte empatia che, stanca del solito lavoro, decide di abbandonare tutto per aprire un ristorante, supportata dal compagno Carlo e dalla migliore amica Iris.
Grazie ad Alice ed Iris, il lettore entra in contatto con tanti altri personaggi, le cui storie, un po' alla volta si intrecciano a quelle delle due donne, fornendo scenari diversi e svariati spunti di riflessione.
Da un punto di vista generale, la caratterizzazione dei personaggi mi è sembrata ben fatta, sia per i protagonisti che per le figure secondarie. Anche se, in questo caso, è difficile distinguere i ruoli, dato che l'autrice tende a fornire un buon quadro di tutti i personaggi.
Ho trovato lo stile di Elisabetta Sabato scorrevole, coinvolgente ed emozionante, pur nella sua semplicità. Semplicità che però, a tratti, mi è sembrata eccessiva, riducendo le vicende ad un elenco di avvenimenti.
Un particolare che mi ha dato non pochi problemi di comprensione, costringendomi a rileggere più volte la stessa riga per riuscire a riprendere il filo della narrazione, è la concordanza dei tempi verbali. Principalmente nella prima parte, infatti, incontriamo prima verbi al presente, poi al passato e all'imperfetto, tutto per raccontare una storia che si svolge nello stesso arco temporale.
Inoltre, nel corso della lettura, ho riscontrato non pochi errori grammaticali, soprattutto di punteggiatura: mancano dei punti, delle virgolette e, molto spesso, le virgole sono messe nel posto sbagliato. Ammetto che non mi è chiaro se questo sia riconducibile allo stile dell'autrice o all'editing.
Vite fragili, in ogni caso, mi ha dato diversi spunti di riflessione riguardo la società odierna e la quotidianità, quindi mi sento comunque di consigliarvelo.
Il mio voto è:
🌟🌟🌟
3/5
Alla prossima!
Nessun commento:
Posta un commento