martedì 15 settembre 2020

PASSIONE SAKURA di Naoko Abe | recensione | #gliamicidellavolpe

Buongiorno mie piccole volpi!
Altro piccolo cambio di programma.
Tornano Gli Amici della Volpe!
Riecco #gliamicidellavolpe!
Nuovamente devo ammettere che l'articolo di oggi doveva essere un altro, ma non avendo fatto in tempo a correggerlo (o per lo meno a completare la correzione) ho pensato di fare una piccola inversione - di nuovo.
Perciò, eccoci arrivati al momento del copia/incolla!

PASSIONE SAKURA

Passione Sakura
di Naoko Abe

Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 395
Prezzo: 18,50€ (ebook 9,99€)
Pubblicazione: 5 marzo 2020
Link acquisto: cartaceo/ebook


Trama:
La fioritura dei ciliegi ornamentali, celebrata ogni primavera con il rito dell’Hanami, è per i giapponesi un momento importantissimo, che coincide e accompagna l’inizio di nuovi cicli come l’anno scolastico o quello lavorativo. Una festa estremamente sentita e partecipata che, con l’incanto della sua bellezza, ha ormai conquistato il mondo intero.
Ma quello che sembra l’esclusivo risultato di un fenomeno del tutto naturale, nasconde in realtà una storia straordinaria che vede come protagonista un eccentrico gentiluomo inglese, e raffinato botanico, Collingwood – detto «Cherry» – Ingram. È a lui, e alla sua grande passione per i fiori di ciliegio, i sakura, che si deve la sopravvivenza dei ciliegi giapponesi, la loro varietà e la capillare presenza nel paese.
Naoko Abe ne ricostruisce la vicenda: i suoi viaggi in Giappone; il suo rendersi conto di come i ciliegi locali si stiano estinguendo lasciando posto a un’unica varietà clonata che s’impone nel paesaggio diventando il simbolo delle ambizioni espansionistiche imperiali, mentre altre varietà rare e spettacolari sono ormai del tutto scomparse; i suoi tentativi di spedire in Giappone varietà curiosamente ancora presenti nel suo giardino inglese. Passione sakura, nel tracciare la storia dei ciliegi ornamentali e dell’uomo che a loro ha dedicato la vita, ci rende partecipi della vita di questi fiori, da emblema dei fasti della corte imperiale, a simbolo della vita effimera dei sudditi nei giorni bui della Seconda guerra mondiale, fino all'attuale fascinazione collettiva per un appuntamento iconico.

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Piccola introduzione, come sempre, a favore di chi capita da queste parti per la prima volta.
Ciao, sono Silvia e causa lavoro sfiancante, il blog sta andando a scatafascio... 
Ma ecco che, dopo una chiacchierata su Telegram (manco noi sappiamo come ci siamo arrivate, ve lo dico) la mia amica Jessica mi ha fornito la soluzione a tutti i miei problemi ed è nata GLI AMICI DELLA VOLPE.
In cosa consiste questa rubrica?
Beh, molto semplicemente, sono recensioni scritte da altri che io ospito - più che volentieri - nella mia piccola tana di volpe! 
Al momento, tra le file dei collaboratori c'è solo Jessica (membro onorario, manco a dirlo) ma non è detto che la cosa si possa espandere...
Ed ora che ho sproloquiato nell'intro, direi che lasciarvi alla recensione potrebbe essere una buona idea!

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I fiori di ciliegio sono i fiori degli dei. 
La loro compostezza li eleva a simbolo di raffinatezza.

Naoko, l'autrice, racconta con leggerezza, con velati momenti d'orgoglio, i passaggi che hanno portato alla ricerca di un uomo coraggioso e del suo operato, per questi “sakura” che sono sinonimo del suo paese, il Giappone, mettendo in evidenza con gratitudine le fatiche per la loro salvaguardia. 

Un libro che vuole arrivare a mostrare come, con buonsenso, un po' di lungimiranza, e forse testardaggine, si può dare il meglio di se stessi. 
Un libro che parla di speranza, di storia, di passioni, di un inglese che ha fatto di questi alberi ornamentali uno scopo di vita. 
Li ha salvati dalla loro patria, con resilienza, assieme ad alcuni giapponesi suoi mentori, e ha permesso che alcune specie rare non venissero perdute o peggio ancora dimenticate. 
Ha affrontato una terra chiusa, ostile agli estranei, il cui unico compito è quello ancora oggi – anche se un po' meno - di uniformarsi alla massa piuttosto che apprezzare la diversità.
Una nazione che ha fatto di questo albero un emblema. 
Associato per la perfezione all'imperatore, diventato poi segno distintivo per i militari durante la Seconda Guerra Mondiale e infine immagine di rinascita in un paese che ha provato tanto dolore quanto ne ha lasciato in terre lontane.
Una specie che regala, tutt'oggi, ogni primavera, emozioni forti alla vista e al cuore.

Chi non è stato maltrattato da soldati giapponesi, non ha subito violenza da questo popolo, può conservare l'immagine pura di questo speciale ornamento. La fortuna del tempo che passa è che, alla fine, il male viene scacciato e soccombe sotto la maestosa bellezza della semplicità.
Si impara ad apprezzare le differenze, a far ammenda dei propri errori, ad accettare che sono le altre culture a salvarci. 
Proprio come Collingwood Cherry Ingram ha fatto coi ciliegi e i suoi fiori, senza il quale oggi molti di questi non sarebbero qua e non potrebbero narrarci cosi tanto.
Ha impegnato il suo tempo, le sue conoscenze, partendo dal nulla. Ha dimostrato che la devozione, la determinazione, porta sulla buona strada per compiere il proprio destino. Non ha salvato solo dei fiori, ma intere generazioni. Ha silenziosamente permesso che nascessero nuovi ciliegi, alcuni ibridi per scelta e altri per casualità, e ha dimostrato che proprio il fatto di unirsi, con-fonderli tra loro, li portava ad essere incredibilmente forti. Alcuni di essi sono tra i più rari e maestosi, arrivando ai giorni nostri, mostrando come non c'è nulla di più coraggioso della vita stessa.

Un libro che vale la pena di essere letto, anche per chi non ha dimestichezza con questa cultura orientale, anche per chi non ne vuole avere, perché è impregnato di radici, di quel che ci appartiene, di salvezza. 
Si parla di fiori, di umanità, ma soprattutto di esistenza.

Il voto di Jessica è:
5/5

E qui si conclude la settima recensione di questa rubrica.
Avete letto questo libro?
Vorreste leggerlo?
Fate sapere a me e a Jessica cosa ne pensate!
Per quanto mi riguarda, avevo già sentito parlare di questo libro e devo dire che mi incuriosisce parecchio!
Penso che lo recupererò al più presto, nella speranza di riuscire a leggerlo...
A presto!

Silvia e Jessica

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