martedì 22 settembre 2020

IL DOLCE DOMANI di Banana Yoshimoto |recensione | #gliamicidellavolpe

Buona sera mie piccole volpi!
Rieccomi ancora qui...
Oggi tornano gli amici della volpe!
E ancora una volta, tocca a #gliamicidellavolpe salvare questo blog!
Vabbè, non esageriamo, dai. 
Diciamo che, anche questa volta, i piani per la settimana erano altri, ma non sono riuscita ad incastrare tutto nel mio giorno libero e quindi eccomi qui.
O meglio, ecco qui la recensione di Jessica, quindi via al copia/incolla!

IL DOLCE DOMANI

Il dolce domani
di Banana Yoshimoto 

Editore: Feltrinelli - I narratori
Pagine: 112
Prezzo: 11,40€ (ebook 9,99€)
Pubblicazione: 25 giugno 2020
Link acquisto: cartaceo/ebook

Trama:
Sayoko e Yoichi hanno avuto un incidente, lei è rimasta gravemente ferita, lui invece non c'è più. La loro era una storia bellissima, in cui la scarsa volontà di impegnarsi era compensata da un amore profondo e libero, e senza di lui Sayoko si sente vuota, o forse, come le dice l'amico okinawano Shingaki, deve solo andarsi a riprendere il suo mabui. È proprio la ricerca del mabui, qualcosa che somiglia molto all'anima e che Sayoko non sa nemmeno se lo rivuole per davvero, il tema centrale di un romanzo che, con profondità e delicatezza, racconta il dolore e la rinascita di chi è sopravvissuto alla morte di qualcuno che amava. Ambientato fra i templi e gli onsen di Kyoto, "Il dolce domani", scritto all'indomani del terremoto e dello tsunami di Fukushima, è il messaggio di speranza che Banana Yoshimoto ha voluto dedicare alle popolazioni colpite. 

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Piccola introduzione, come sempre, a favore di chi capita da queste parti per la prima volta.
Ciao, sono Silvia e causa lavoro sfiancante, il blog sta andando a scatafascio... 
Ma ecco che, dopo una chiacchierata su Telegram (manco noi sappiamo come ci siamo arrivate, ve lo dico) la mia amica Jessica mi ha fornito la soluzione a tutti i miei problemi ed è nata GLI AMICI DELLA VOLPE.
In cosa consiste questa rubrica?
Beh, molto semplicemente, sono recensioni scritte da altri che io ospito - più che volentieri - nella mia piccola tana di volpe! 
Al momento, tra le file dei collaboratori c'è solo Jessica (membro onorario, manco a dirlo) ma non è detto che la cosa si possa espandere...
Ed ora che ho sproloquiato nell'intro, direi che lasciarvi alla recensione potrebbe essere una buona idea!

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Negli ultimi anni, come ben sapete tutti, si è parlato (e in moltissimi hanno scritto, prendendo ispirazione da queste catastrofi) delle vittime degli tsunami e dei terremoti che hanno colpito il Giappone. 
Hanno strappato a tutti noi un pezzo di cuore. 
Eventi imprevedibili, carichi di commozione per chi resta. 

Banana Yoshimoto riesce, anche stavolta, attraverso Sayo-chan a trasmetterci tutta la sua compassione verso il prossimo. Un'empatia di cui più volte, anche nei suoi libri precedenti, vi ho descritto come unica. 
Libri corti, con nessuna scrittura complessa, che non vi impegnano molte ore (questo forse uno dei più veloci in assoluto che ho letto), che non richiedono alcun tipo di conoscenza se non quella della gentilezza.

L'autrice, attraverso la protagonista, con grande delicatezza, tocca l'animo di chi magari in questo momento non sa dove lo ha lasciato. 
La leggerezza con cui la ragazza cerca, dopo il suo incidente, una motivazione e un obiettivo per cui vivere. Si butta a capofitto nel lavoro, nel concludere ciò che il suo fidanzato scomparso aveva lasciato in sospeso, e si occupa della famiglia di lui che nel frattempo l'ha adottata come seconda figlia. Un'eredità non richiesta. 
Si destreggia tra domande troppo grandi per aver risposta, di cui capirà non essercene davvero bisogno, del perché il destino decide di colpire un individuo piuttosto che un altro, fino a quando consapevole che la morte è a un passo da noi scoprirà di aver (temporaneamente) acquisito una nuova capacità: veder oltre a ciò che guardiamo.
Apprendendo che le ferite, quelle che non vediamo, non si rimarginano con la stessa velocità di quelle fisiche, arriva a comprendere che ha allineato due mondi che diversamente non potrebbero mescolarsi. 

Trovare pace è quasi lo scopo di ognuno di noi, rendersi conto che in realtà la possediamo già (e basta poco per poterne far buon uso, anche quando perdiamo la nostra anima) è la vera vittoria. 
Accettare che chi non possiamo più vedere ha solo cambiato forma, e non ci abbandona mai del tutto, aiuta a ricordarci che l'amore non ha confine e tanto basta per apprezzare il nostro presente. 

Un libro che può dar conforto a chi ha perso qualcuno, a chi non ha speranza per l'avvenire, a chi deve per forza trovare una risposta. 
La vita è fatta di piccoli momenti banali, respirare con gratitudine una frazione di quegli istanti ripaga di tutte le incertezze vissute. 

Il voto di Jessica è:
5/5

E qui si conclude l'ottava recensione di questa rubrica.
Avete letto questo libro?
Vorreste leggerlo?
Fate sapere a me e a Jessica cosa ne pensate!
Per quanto mi riguarda, come sempre quando si parla di Banana Yoshimoto, metto in lista questo romanzo, con l'intento di leggerlo quando sarò nel mood giusto.
A presto!

Silvia e Jessica

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