giovedì 23 maggio 2024

HEARTSONG: IL CANTO DEL CUORE di T. J. Klune | recensione |

Buongiorno mie piccole volpi!
Eccomi che ritorno con un nuovo articolo.
Anche oggi vi parlo di libri!

Benvenuti nella recensione della mia prima lettura di maggio!
E siamo arrivati al volume tre!
Vi ricordo che il mio piano - che spero vivamente di mettere in pratica - è completare la lettura della serie Green Creek, quindi anche il quarto volume, entro la fine di maggio, in modo da caricare la recensione sul blog, concedendole il giusto spazio.
Anche perché, lo ammetto, non ho idea di quanto tempo avrò quest’estate…
Ma, senza ulteriori indugi, direi di lasciarvi all'articolo♥
Quindi ora, vediamo la recensione!

HEARTSONG: IL CANTO DEL CUORE

Heartsong: il canto del cuore
- Green Creek #3 -
di T. J. Klune

Editore: Triskell Edizioni
Pagine: 528
Prezzo: ///
Pubblicazione: 7 aprile 2021
Link acquisto: ///

Trama:
Tutto quello che Robbie Fontaine ha sempre voluto è un posto da considerare casa. Dopo la morte della madre passa da un branco all'altro, formando legami provvisori per evitare di diventare selvaggio. Gli basta… finché il presidio dei lupi a Caswell, nel Maine, non lo convoca. La vita da braccio destro di Michelle Hughes, il capo di tutti gli Alfa, e l'amicizia preziosa di un vecchio stregone insegnano a Robbie che cosa significhi fare parte di un branco, avere una casa. Ma quando Michelle lo invia in una missione sul campo, Robbie si ritrova a mettere in discussione da dove viene e tutto quello che gli hanno raccontato. Girano voci di lupi traditori e magia selvaggia, ma chi sono i traditori e chi il tradito? Cosa più importante, Robbie ha un bisogno disperato di risposte, perché uno dei presunti traditori è Kelly Bennett… il lupo che potrebbe essere il suo compagno. La verità ha un modo tutto suo di venire allo scoperto. E quando succede, tutto si disintegra.


Prima di cominciare, vi lascio il link alla recensione di WOLFSONG: IL CANTO DEL LUPO, primo volume della serie e di RAVENSONG: IL CANTO DEL CORVO, secondo volume della serie.

Come promesso, eccomi qui con la recensione del terzo volume di questa serie di quattro!
Causa letture da recuperare, non ho potuto seguire il programma che mi ero fatta, ovvero quello di leggere un volume al mese da gennaio ad aprile.
Mi sono ritrovata, quindi, a leggere il terzo volume a cavallo tra aprile e maggio: ecco perchè - come vi dicevo - ve ne parlo ora.
Anche se con qualche ritardo, comunque, ho intenzione di completare la serie prima dell'estate e delle ferie del blog (perchè una recensione su instagram, in tutta onestà, non credo renderebbe giustizia ad uno di questi libri).
Ma veniamo a noi!

Come vi dicevo, HEARTSONG è il terzo volume della serie Green Creek e, contrariamente ai due volumi precedente, la linea temporale in cui si svolge la trama, non è delineata fin da subito.
Purtroppo per voi (e per me, perché so già che questa recensione mi metterà non poco in difficoltà) non posso entrare troppo nel dettaglio, questa volta nemmeno con la parte generale, perché lo spoiler è davvero dietro l’angolo, ma cercherò di darvi comunque più informazioni possibili, in modo da farvi capire cosa intendo.

Dovete sapere che, secondo Kobo, in base alle mie impostazioni, le pagine (o meglio le schermate) di HEARTSONG sono 891. 
E voi mi direte: ma questo dato a noi a cosa serve?
Apparentemente a nulla, sono d’accordo, ma serve a me per dirvi che per le prime 200/300 pagine sono stata palesemente ingannata da T. J. Klune, che mi ha fatto credere una cosa e invece era un’altra!

Memore di RAVENSONG, che parte come un flashback e poi si ricollega a WOLFSONG, seguendo prima un filone narrativo separato e poi prosegue do con la narrazione cronologica, ero fermamente convinta che anche HEARTSONG fosse stato costruito sulla stessa falsa riga.
Ebbene, non è così!
Le prime 300 pagine circa (sempre in riferimento alle oltre 800 del mio kobo) sembrano un grande flashback, seppure con qualcosa di strano che, ogni tanto, mette la pulce nell’orecchio, ma in realtà non lo sono e, al di là delle pulci nell’orecchio di cui sopra, il lettore non se ne accorge finché Klune, praticamente, non gli sbatte in fronte un’insegna luminosa con scritto “pirla non è un flashback, te l’ho fatta!”.

E non potete capire quanto sia faticoso non entrare nel dettaglio più di così, perché davvero vorrei potervi dire tante cose, analizzarne tante altre, ma rischierei di svelarvi dei dettagli troppo importanti, dettagli che, in tutta onestà, trovo sia più giusto scopriate da soli nel corso della lettura.

Vi posso dire, però, che, a mio parere, in HEARTSONG, la trama si fa più complessa e intricata, si arricchisce di colpi di scena, il lettore viene tenuto sulle spine dall’inizio alla fine e, ogni volta che ci si convince di qualcosa, subito questa convinzione viene sfatata dal proseguire dei fatti.
Vi confesso che, arrivati ad un certo punto, visto quello che era successo, mi sono anche chiesta su cosa cavolo Klune avrebbe scritto il quarto volume, dato che ormai si era risolto tutto (per lo più, diciamo) e Boom! Klune ha sganciato la bomba e ha stravolto tutto!
E lo so che non si capisce nulla, messa così, ma fidatevi, questo libro è un colpo di scena e un colpo al cuore dietro l’altro.

E infatti, se c’è una cosa certa in HEARTSONG è proprio la sofferenza!
Questo è il volume della serie che più mi ha fatto emozionare, sia in positivo che in negativo, e che  mi ha fatto soffrire in maniera indicibile.

Il protagonista, questa volta, è Robbie che, a dirla tutta, in un primo momento, almeno per me, è stato uno di quei personaggi che sì, ok, ha qualcosa che stuzzica l’interesse, ma è un qualcosa che, almeno a primo impatto, non fa venire voglia di andare oltre.
Forse perché, Klune stesso, in un primo momento lo lascia sullo sfondo, facendolo passare come un personaggio secondario, che da quella posizione non si scosterà più di tanto?
Non lo so, fatto sta che, la mia prima impressione in WOLFSONG, è stata proprio questa e si è protratta anche in RAVENSONG.

Con HEARTSONG, però, essendo, come vi dicevo, proprio lui il protagonista, impariamo a conoscere Robbie e, in un certo senso, lo facciamo mentre lui stesso impara a farlo, perché Robbie è stato manipolato, ha dimenticato molto cose e quasi non è più lui, pur continuando ad esserlo.

Oltre a Robbie, conosciamo meglio anche Kelly, il fratello Bennett di mezzo e, di conseguenza, anche Carter, aprendo così uno spiraglio verso il volume conclusivo della serie.
Ovviamente non mancano tutti gli altri componenti del brancobrancobranco, sia la parte umana che quella lupesca.
Comprendiamo meglio anche alcuni legami, tra cui, ad esempio, quello tra Ox e gli Omega o ancora il concetto di Alfa di tutti, di magia e tanto altro.

Nel complesso, anche questa volta, sulla caratterizzazione generale non ho davvero nulla da dire!
Pur trattandosi di figure tipiche del fantasy (licantropi, maghi, ecc…) Klune riesce sempre a far risaltare la loro umanità, evidenziandone pregi e difetti, mettendoli di fronte a delle difficoltà reali e non (inteso ovviamente che hanno a che fare con l’elemento fantastico) e facendo sì che ne escano solo dopo un processo di maturazione, crescita e presa di consapevolezza.
Ogni figura, sia essa principale o secondaria, ha la sua importanza e ciascuna di esse è fondamentale ai fini della vicenda.

Come sempre, anche i legami costituiscono una parte fondamentale dell’intero romanzo.
Ho apprezzato come Klune abbia gestito il fattore “manipolazione” proprio in relazione ai legami, alle emozioni e alla componente psicologica.

Sullo stile di T. J. Klune mi sono ampliamente espressa, quindi, non mi ripeterò per non annoiarvi.
Una cosa, però, ci tengo a ribadirla, perché credo che sia segno di grande abilità: Klune ha la capacità di mantenere un suo stile distintivo, pur modificandolo in base al personaggio che è il narratore principale, adattandolo al suo carattere e al suo modo di esprimersi.

Per quanto riguarda l’angolino dello spicy, in questo volume il focus direi che è nettamente un altro.
Quindi, ci sono alcune scene più spinte, ma non sono al centro della narrazione e, per motivi che non posso dirvi, sono anche presenti in numero inferiore rispetto ai due volumi precedenti.
E, vi dirò, proprio per i motivi che non posso dirvi, ma anche per tutto ciò che accade nella trama di base, questo, per me, è un punto a favore.
In HEARTSONG succedono così tante cose e si provano così tante emozioni che, l’eccessiva presenza di scene piccanti, avrebbe solo rovinato l’atmosfera delle vicende e avrebbe tolto importanza ai fatti.

So che non ho ancora letto il quarto volume (in realtà, mentre pubblico questa recensione BROTHERSONG è già in lettura) ma penso di poter dire, con quasi assoluta certezza che HEARTSONG: IL CANTO DEL CUORE si classifica al primo posto tra i volumi della serie!

Sono sempre più contenta di aver recuperato questi volumi, perché sono una sorpresa continua!
Consigliato senza ombra di dubbio!


Il mio voto è:
4,5/5

A presto!

Silvia

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