lunedì 10 luglio 2017

#38 Cosa penso di: Absence - il gioco dei quattro | recensione |

Prima lettura del mese!
Dopo averne sentito tanto parlare, aver visto un sacco di video-recensioni e aver scansato eventuali spoiler...anche io leggo questo libro!


Absence - il gioco dei quattro
di Chiara Panzuti.

Editore: Fazi Editore (LainYA)
Pagine: 335
Prezzo: 15,00€ ( ebook 6,99€)

Trama:
Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l'ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all'altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre? La sua vita si trasforma in un incubo quando, all'improvviso, si rende conto di essere diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non c'è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento. Eppure Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un gioco insidioso, dove l'unico indizio che conta è nascosto all'interno di un biglietto: 0°13'07''S78°30'35''W, le coordinate per tornare a vedere. Insieme a Jared, Scott e Christabel - come lei scomparsi dal mondo - la ragazza verrà coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada. Una corsa contro il tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del mondo. 



Prima di cominciare, devo dire che ero molto curiosa di leggere questo libro perché ne ho sentito parlare benissimo. Ho avuto modo di vedere un paio di video recensioni e anche alcune interviste all'autrice e questo non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità.
Questa volta, però, ho deciso di non crearmi aspettative di nessun genere per non rovinarmi la lettura.
Vi anticipo che non sono rimasta per nulla delusa!

Absence - il gioco dei quattro è la storia di Faith, Jared, Scott e Christabel, quattro ragazzi che, improvvisamente si trovano ad essere completamente invisibili.
I genitori, gli amici, gli insegnati, nessuno sembra ricordarsi di loro.
Sono spariti dai social, dalla mente di chi li circonda e anche tutte le loro cose sembrano non esistere più.
Con non poche difficoltà, Jared e Faith, che sono i primi ad incontrarsi, entrano in possesso di un bigliettino con delle coordinate. I due ragazzi si dirigono in Ecuador dove incontrano Prima Christabel e poi Scott.
Ed è proprio in Ecuador a centinaia di chilometri da casa, completamente invisibili e braccati da due gruppi di ragazzi proprio come loro, che i quattro protagonisti scoprono di far parte di uno strano gioco perverso dell'Illusionista.
Ogni tappa prevede un premio, ma hanno poco tempo e ci sono delle scelte importanti da compiere.

Anche in questo caso, vorrei tentare una recensione un po' diversa dal solito, vediamo cosa ne esce.

Absence ha una struttura abbastanza particolare. I primi quattro capitolo sono dedicati ad ognuno dei quattro protagonisti e ci raccontano come sono diventati invisibili e le loro reazioni all'accaduto.
Dopodiché comincia la storia vera e propria e la narratrice diventa Faith. È infatti attraverso gli occhi della ragazza che il lettore si avventura nella trama di Absence. Al termine del libro troviamo altri quattro capitoli dedicati nuovamente ai protagonisti, dove i ragazzi si trovano a dover prendere decisioni importanti e a valutare il percorso che, da quel momento, li attende.

Come ormai saprete, dato che lo ripeto di continuo, non nutro grande simpatia per i libri scritti in prima persona, perché trovo che limiti l'esperienza di lettura. Mi è capitato di ricredermi e Absence è uno di quei casi.
La prima persona non mi ha per nulla disturbato.
Nonostante tutto ci venga raccontato attraverso gli occhi di Faith e quindi il personaggio meglio caratterizzato sia inevitabilmente lei, anche gli altri protagonisti ci vengono presentati in maniera precisa. Attraverso i dialoghi e le descrizioni della ragazza abbiamo modo di conoscere molto bene non solo i suoi compagni, ma anche degli antagonisti. Di ognuno ci viene fornito un ottimo quadro che ci permette di capirne la psicologia e gli obiettivi.

Anche le ambientazioni, come è ovvio, ci vengono presentate da Faith che, attraverso la sua abitudine di fare foto con le dita (vi spiego meglio tra poco), cattura ogni tipo di particolare e lo riporta proprio come in una fotografia.
Il modo in cui i luoghi ci vengono descritti mi ha molto colpito.
Le ambientazioni non prevalgono mai sulla narrazione, ma ne sono indubbiamente parte integrante e risultano a tratti fondamentali per capire lo svolgersi della vicenda.

A farla da padrona, ovviamente, è l'invisibilità e la conseguente reazione ad essa dei personaggio.
Questo, forse, è il tratto che più mi ha colpito di questo romanzo! Perché, prima dell'invisibilità vera e propria, i protagonisti sono costretti ad affrontarne un altro tipo: quella data dal non essere giustamente considerati da chi ci sta attorno.
Faith si sente invisibile nei confronti del padre e degli amici che, di volta in volta, ha lasciato dietro di sé.
Jared si sente invisibile nei confronti del fratello e della famiglia adottiva. Scott nei confronti dei genitori che preferiscono viaggiare scaricandolo dallo zio e Christabel nei confronti dei suoi coetanei che sembrano non capire le sue scelte di vita.

L'invisibilità, quella non fisica, è un argomento davvero molto interessante che fa inevitabilmente riflettere il lettore anche sulla propria condizione rispetto al mondo che lo circonda. Come è interessante il rapporto con i social, di cui spesso si parla nel corso della narrazione.

Lo stile di Chiara Panzuti è, sicuramente, uno di quelli che preferisco: chiaro, scorrevole, che da spazio alle emozioni, alle descrizioni e all'azione. Non ci sono momenti di stallo, ma nemmeno tropi colpi di scena che finirebbero col confondere il lettore. La trama prosegue, dall'inizio alla fine, con una velocità perfetta, che consente di assaporare la storia, entrare in contatto e sintonia con i personaggi e, come loro, scoprire posti nuovi e trovare nuovi indizi.
Insomma, un perfetto mix di stili che fa di questo volume molto più che uno young adult.

Prima di concludere, mi soffermo su due particolari che nel corso della recensione ho tralasciato.
In primo luogo, vi spiego cosa intendevo per "fotografare con le dita". Dovete sapere che Faith, per tutto il romanzo, ogni tanto si sofferma su un particolare di un luogo o di una persona e, mettendo le dita a formare un rettangolo, scatta una foto immaginaria. Lo fa per fissare il momento nella sua mente e ricordarlo in futuro.
Ho trovato questo dettaglio stupendo, soprattutto vista la mia grande passione per la fotografia, perché mi sono rivista in Faith. Quello che fa lei con le mani, infatti, è esattamente quello che faccio io con la reflex o il cellulare. A volte nemmeno apro la fotocamera, mi fermo solo a guardare e scatto una foto con gli occhi, per ricordare un momento a cui il digitale non darebbe giustizia.

E, in secondo luogo, volevo aprire una piccolissima parentesi sul mio personaggio, anzi, sulla mia coppia preferita! Lo so che la coppia principale sono Jared e Faith, ma io non posso fare a meno di shippare un pochino Scott e Christabel. Perché lui è troppo simpatico e lei troppo schizzata e pessimista per non volerle bene almeno un po'.

Mi fermo qui, se no questa recensione prende la via del delirio!


Il mio voto è:
✰✰✰✰✰
5/5

P.S. sono già in trepidante attesa del seguito!

Alla prossima!

Silvia



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