Premiata ditta Sorelle Ficcadenti
di Andrea Vitali
Editore: Rizzoli
Pagine: 447
Prezzo: 18,50€ (ebook 7,99€)
Trama:
Bellano 1915. In una sera di fine novembre una fedele parrocchiana, la Stampina, si presenta in canonica: ha urgente bisogno di parlare con il prevosto, che in paese risolve anche le questioni di cuore. Suo figlio Geremia, docile ragazzone che in trentadue anni non ha mai dato un problema, sembra aver perso la testa. Ha conosciuto una donna, dice, e se non potrà sposarla si butterà nel lago. L'oggetto del suo desiderio è Giovenca Ficcadenti, di cui niente si sa eccetto che è bellissima - troppo bella per uno come lui - e che insieme alla sorella Zemia sta per inaugurare una merceria. Il che basta, nella piccola comunità, a suscitare un putiferio di chiacchiere e sospetti. Perché la loro ditta può dirsi "premiata"? Da chi? E quali traffici nascondono i viaggi che la Giovenca compie ogni giovedì? Soprattutto, come si può impedire al Geremia di finire vittima di qualche inganno? Indagare sulle sorelle sarà compito del prevosto, per restituire alla Stampina un figlio "normale". Facile dirlo. Non così facile muoversi con discrezione laddove sembrano esserci mille occhi e antenne... Cos'è un paese se non un caleidoscopio di storie, un'orchestra di uomini e donne che raccontando la vita la reinventano senza sosta, arricchendola di nuovi particolari? Con micidiale ironia, Vitali dà voce a questo coro - una sinfonia di furbizie e segreti, invidie e pettegolezzi - che mostra una faccia sempre diversa della verità, e un attimo dopo la nasconde ad arte...
Comincio subito col dirvi che, come ormai potrete capire da soli, questo libro non appartiene ad un genere che solitamente leggo. Non dico che non mi piaccia, ma piuttosto che preferisco orientarmi verso altro.
Ecco perché, questa, per me è stata una lettura su cui ho pareri contrastanti.
Prima di raggiungere l'agoniato traguardo di pagina 100, infatti, ero lì lì per abbandonare e dedicarmi ad altro, ma poi è arrivata la svolta e in due giorni ho letteralmente aspirato le 350 pagine restanti.
Ma andiamo con ordine!
Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti, ha una trama semplice e lineare solo in apparenza.
Fin dai primi capitoli, si capisce che l'intera vicenda non ruoterà solo attorno al colpo di fulmine del povero Geremia.
Ci saranno, infatti, diversi filoni narrativi che si intrecceranno tra loro, dando così origine ad una trama piuttosto articolata.
E questo è il particolare che mi ha fatto apprezzare questo libro e che allo stesso tempo mi ha reso la lettura un po' ostica.
Cerco di spiegarmi meglio.
Se, da una parte, il singolare intreccio della trama rende il libro più interessante e appassiona il lettore, dall'altra si fa fatica a ricollegare gli avvenimenti seguendo un filo logico.
Ci sono, infatti, diverse digressioni che coinvolgono interi capitoli o anche solo piccoli paragrafi.
Nel caso in cui il flashback sia costituito da un capitolo intero, il salto temporale è comprensibile e si viene spesso aiutati anche dalla presenza di date precise.
Il lettore, quindi, non fatica a capire che linea temporale si sta seguendo e, se vogliamo, mettere in ordine i pezzi del puzzle.
Nel caso dei flashback più brevi, però, avviene l'esatto contrario: non essendoci date e non essendo particolarmente lunghi e nemmeno segnalati, il lettore si trova ad avere un momento di confusione e non riesce a capire se i fatti sono strettamente collegati o meno.
Fortunatamente c'è una forte maggioranza del primo caso, ma comunque entrare nel giusto ordine delle idee non è proprio così semplice.
Parere super positivo, invece, per i personaggi.
Ho trovato che, sia le figure principali sia quelle secondarie, siano state caratterizzate davvero molto bene. In questo caso, l'uso delle digressioni (di cui vi ho appena parlato) ha giocato un ruolo davvero importante per comprendere bene, non solo il carattere dei protagonisti, ma anche le scelte che compiono nel corso della narrazione. Questi salti nel passato, infatti, forniscono al lettore un perfetto background del personaggio.
Entrando più nello specifico, senza però rivelare troppo per non fare eventuali spoiler, il personaggio che più ho apprezzato è Rebecca, la perpetua, e Geremia, anche se gioca un ruolo piuttosto ridotto. Invece non so bene come pormi nei confronti di Zemia e Giovenca Ficcadenti, che potrebbero essere considerate le protagoniste principali del romanzo.
Dettaglio interessante, in questo frangente, sono i nomi.
Credo di non avervi mai parlato della mia personale fissa per i nomi dei personaggi ( non solo per quelli che leggo, ma anche per quelli che scrivo). In questo libro, ho trovato, senza ombra di dubbio, pane per i miei denti. Vi basti pensare che i nomi più normali sono Geremia e Rebecca!
Anche le ambientazioni mi sono piaciute.
In primo luogo per il periodo storico scelto (siamo nel 1915), assolutamente perfetto per inquadrare l'intera vicenda. A cominciare dall'ascesa di Domenico Ficcadenti, fino ai vari espedienti che creano le due sorelle merciaie.
In epoca moderna, tutto quello che accade tra le vie di Bellano, non avrebbe retto nemmeno un paio di pagine (secondo me).
E non posso entrare troppo nel dettaglio, se no rischio di svelarvi uno dei sotterfugi più interessanti di tutto il romanzo.
Secondariamente, mi ha colpito che tutto si svolga in un paese realmente esistente e che è anche il luogo dove vive lo stesso Vitali. Bellano, infatti, è veramente un piccolo paese sulle rive del Lago di Como.
Questi due fattori, combinati, hanno dato luogo ad una cornice perfetta!
Il tutto, ovviamente, è merito anche dello stile di scrittura di Vitali, che io ho trovato molto coinvolgente, semplice ma non banale, adatto ad un pubblico davvero ampio e con diversi spezzoni piuttosto divertenti.
Si nota, a mio parere, una vena di comicità un po' tragica, che porta il lettore a sorridere anche nei momenti in cui, magari, si sta parlando di una disgrazia successa al protagonista in questione.
A me, questo, ha colpito in maniera più che positiva.
Come mi è piaciuto incontrare, ogni tanto, delle frasi in dialetto lombardo che mi hanno fatto morire dal ridere. So per certo che, mentre leggevo, nella mia mente, non avrò dato la giusta inflessione, facendo diventare tutto estremamente veneto, però mi sono divertita.
Insomma, per concludere, questa è stata una lettura controversa (se così vogliamo definirla), che mi ha fatto pensare di abbandonarla ma che mi ha anche fatto divertite e tornare un po' indietro nel tempo, in una realtà che è decisamente lontana dalla mia.
Sicuramente leggerò altro di Vitali anche perché in casa praticamente abbiamo la bibliografia completa.
Mi sento anche di consigliarlo a chi cerca una lettura che non è né troppo semplice né troppo complessa. Credo che Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti, possa definirsi un buon romanzo per staccare un po' la spina dalla quotidianità, ma anche da quello che è il nostro "genere letterario preferito" e provare, per una volta qualcosa di diverso.
Il mio voto è:
✰✰✰ e mezzo
3,5/5
Alla prossima!
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