Buona sera mie piccole volpi!
Lo so, è quasi un miracolo, ma...
Oggi vi parlo di libri!
Sono in ritardo estremo, me ne rendo conto, e la cosa scoccia più a me che a voi - credetemi - ma è arrivato il momento della recensione della mia seconda lettura di febbraio!
(sto tentando di scrivere questa recensione da dieci giorni...non vi dico altro)
Come vi ho accennato nell'articolo di recap, febbraio è stato una disfatta, ho letto pochissimo e mi sono mangiata le mani fino allo sfinimento perché tutto questo non va affatto bene!
Scusate, lo so, non siete qui per le mie paturnie, quindi andiamo diretti al "momento giustificazione": come ormai ho detto ovunque, ho da poco ripreso a lavorare e gli orai sono ancora molto in forse. Questo vuol dire che mi è quasi impossibile essere organizzata, speravo che con marzo le cose si sarebbero stabilizzate (per la mia sanità mentale e anche per voi, perché sarete stufi di sentirmi lamentare a riguardo) ma al momento ancora non ci siamo e quindi, temo, dovrete portare ancora un po' di pazienza...
Bene, detto ciò, possiamo cominciare!
GLI ANSIOSI SI ADDORMENTANO CONTANDO LE APOCALISSI ZOMBIE
Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie
di Alec Bogdanovic
Editore: Rogas edizioni
Pagine: 124
Prezzo: 13,70€ (ebook 8,99€)
Pubblicazione: 9 ottobre 2020
Link acquisto: cartaceo/ebook
Trama:
La depressione è il male della nostra epoca. È la malattia più diffusa al mondo ed è la più temuta dopo il cancro. Il nostro anti-eroe ci si imbatte nell'adolescenza e cerca di liberarsene con la disciplina e il metodo di un ricercatore, peccato che la cavia da laboratorio sia lui stesso. Finirà così per autocondannarsi a un’interminabile escalation di sfortune e miserie umane: queste daranno corpo a un romanzo di formazione in cui tragedia e commedia si intersecano e fondono fino a diventare del tutto indistinguibili.Prima di cominciare la recensione vera e propria, vorrei ringraziare l'autore per avermi contattato proponendomi la lettura del suo libro e per aver avuto la pazienza di aspettare fino ad oggi per leggerne la recensione.
Il saggio dice: meglio tardi che mai!
Mettere un'ansiosa a recensire un libro che parla di ansia, forse ( e dico forse) non è una delle cose migliori da fare, perché questa recensione potrebbe diventare uno sproloquio sull'ansia lungo da qui a Pasqua 2022, ma una recensione bisogna pur scriverla, quindi cercherò di fare la brava!
Vi premetto che, trattandosi di un romanzo piuttosto breve e che tratta un argomento abbastanza delicato, cercherò di non entrare troppo nello specifico (se no veramente a Pasqua 2022 siamo ancora qui), in modo da non annoiarvi e, soprattutto, per evitare di raccontarvi tutto il libro!
Parto col dirvi che, di questo romanzo, mi ha colpito principalmente il tema trattato.
Questo perché, di per sé, la trama è abbastanza semplice e lineare, potremmo dire che si tratta di un racconto di vita quotidiana, anche se, in effetti, non si sta parlando della quotidianità di una persona qualsiasi, ma di un ansioso e, credetemi, la quotidianità di una persona ansiosi non ha niente a che vedere con tutto il resto (parlo per esperienza? Sì, decisamente).
Purtroppo o per fortuna, quando si soffre di ansia, ci si ritrova a fare delle cose che, se non se ne soffrisse, di certo non ci passerebbero nemmeno per l'anticamera del cervello.
Dico "per fortuna" perché, se siete persone a cui, tutto sommato, piace riderci su e non prendersi troppo sul serio (anche solo per esorcizzare) di certo avrete un discreto quantitativo di argomenti su cui ironizzare.
E, a proposito di ironia, credo sia stata proprio questa componente a farmi propendere più verso il giudizio positivo che al negativo. Non voglio dire che il romanzo non mi sia piaciuto, ma piuttosto che si è trattato di una lettura che, nel complesso, mi ha lasciata un po' nel dubbio.
Mi spiego meglio...
Quando ho letto la trama e appena iniziata la lettura, ero convinta che mi sarei rivista molto nel protagonista e nella sua esperienza, forse perché mi ero fatta un'idea sbagliata di quello che sarei andata a leggere.
Andando avanti con la lettura, però, mi sono resa conto che sì, ci sono diversi punti in comune tra la mia esperienza e quella del protagonista ma, allo stesso tempo, ci sono un sacco di elementi che si posizionano diametralmente all'opposto.
Ovviamente (credo che sia anche inutile dirlo) ognuno vive l'ansia a modo suo e con questo non voglio dire che sia giusto il mio e sbagliato il suo - o viceversa - ma che, tutto questo, mi ha in parte permesso di comprendere altri tipi di "approccio all'ansia" (se così vogliamo chiamarli) ma mi ha anche impedito di immedesimarmi e di empatizzare di più con il protagonista.
Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie è, a mio parere, un romanzo davvero particolare: sicuramente ben scritto, in grado sia di far sorridere e divertire, sia di dar da pensare e di fare anche (perchè no) un pochina di autoanalisi, ma anche molto crudo, realistico, decisamente caustico e perfettamente in grado di descrivere i processi mentali di una persona che soffre d'ansia.
Ho apprezzato lo stile di Alec Bogdanovic.
La sua è una scrittura a tratti semplice e a tratti più complessa, ricca di termini specifici, in grado di coinvolgere il lettore, sia che la "questione ansia" gli sia conosciuta, sia che non ne sappia assolutamente nulla.
Mi sono piaciute le note a piè pagina, che ho trovato parte integrante del romanzo e palesemente scritte per esserlo, dato che presentano lo stesso registro linguistico della narrazione standard e finiscono per far assomigliare il tutto ad un mix tra il flusso di coscienza e quei diari che spesso i terapisti consigliano di tenere per fare "brain dump" - insomma per svuotare il cervello, cosa di cui un ansioso ha molto bisogno...
Insomma, prima che questa recensione diventi un simposio sull'ansia (sulla mia ansia, nello specifico) - cosa di cui non avete bisogno - direi di metterci un punto.
Per farla breve, Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie, si è rivelato una lettura particolare e diversa dal solito, che mi ha coinvolto fin dalle prime pagine e che offre un buon quadro generale sull'ansia, ma in cui speravo di rivedermi di più.
Se cercate qualcosa di diverso, strano (in senso buono, ovviamente), interessante e ben scritto, direi che questo libro fa al caso vostro.
Il mio voto è:
3/5
P.S. mi scuso per la recensione decisamente striminzita ma, primo è passato parecchio da quando ho terminato il romanzo e gli appunti che ho preso sono parecchio sconclusionati (per colpa mia, ovviamente, perché dovrei smetterla di leggere fino alle 3 di notte) e secondo perchè, per quanto io voglia fare la persona autoironica, parlare di ansia non sempre mi risulta facile (e più che altro voglio risparmiarvi il "brain dump" di cui sopra)...
A presto!
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