venerdì 12 settembre 2025

L’OMBRA DEL RANCORE di Saverio Lucchesi |recensione| #collaborazione

Buon pomeriggio mie piccole volpi!
Eccomi con un nuovo articolo.
Anche oggi parliamo di libri!
Benvenuti nella recensione della mia prima lettura di settembre!
Per prima cosa, devo ringraziare l’autore, Saverio Lucchesi, per avermi contattata, dandomi la possibilità di collaborare. 
Dato che gli accordi per la collaborazione, sono stati presi mentre il blog era ancora in ferie, c’è stato un po’ più da attendere...
Ma ora, eccomi qui, pronta a lasciarvi all'articolo!

L’OMBRA DEL RANCORE


L’ombra del rancore
di Saverio Lucchesi

Editore: Killcat Publishing
Pagine: 299
Prezzo: 15,00€ (ebook 3,00€ - Kindle Unlimited)
Pubblicazione: 15 giugno 2025
Link acquisto: cartaceo/ebook

Trama:
Leonardo, rimasto paraplegico a seguito di un incidente, vive isolato dal mondo e da se stesso, tormentato dai sensi di colpa. Quando, senza preavviso, presenze inaspettate iniziano a farsi strada nella sua esistenza, si trova costretto ad affrontare sia i limiti del suo corpo, che quelli della sua memoria.
Un viaggio psicologico dove nulla è come sembra.






Oltre alla solita premessa dove ringrazio l’autore per aver pensato a me per questa collaborazione, questa volta devo anche fare qualche precisazione e la faccio ora, nell’intro, ma credo ci tornerò anche nel corso della recensione.
Quando Saverio Lucchesi, l’autore, mi ha contattato per propormi la lettura del suo romanzo, mi ha subito precisato che ci sarebbe stata una puntina di horror e io, da brava fifona, ho messo le mani avanti, dicendogli che avrei letto volentieri L’OMBRA DEL RANCORE, ma che, proprio a causa della mia avversione per l’horror, non gli potevo assicurare che sarei riuscita a finirlo.
Se siete qui a leggere questa premessa, però, vuol dire solo una cosa…
Ebbene sì! Vuol proprio dire che sono stata brava (ma che, ovviamente, lo è stato anche Saverio) e, adottando la tecnica del “lo leggo di giorno così non mi impressiono”, ho completato la lettura!
Ma andiamo con ordine, se non vi dico tutto subito e vi metto solo in confusione.

L’OMBRA DEL RANCORE, racconta la storia di Leonardo “Leo” Sartori, giovane ex fisioterapista costretto su una sedia a rotelle da alcuni anni, a causa di un incidente stradale, nel quale ha perso la vita la fidanzata Aura.
Dopo l’incidente, anche a causa dei sensi di colpa, Leo cambia città: si trasferisce in un appartamento al limite del fatiscente e vive da semi recluso con solo la pensione di invalidità, dedicandosi all’esercizio fisico tra le quattro mura di casa, uscendo solo per recarsi alle sedute con la psicologa che lo sta aiutando ad elaborare la sua condizione e non solo.
Leo, infatti, da dopo l’incidente, oltre che dagli incubi, è tormentato da strane visioni, durante le quali vede non solo il fantasma di Aura, ma anche sprazzi del suo passato e nani deformi che lo perseguitano.
Leo non capisce cosa stia succedendo e, nonostante la dottoressa cerchi di dissuaderlo in ogni modo, ad un certo punto si convince che, ad aver organizzato tutto, ad aver orchestrato tutto nell’ombra, sia Vittorio, il padre di Aura che vuole fargliela pagare.
Ma sarà davvero così?

Per scoprirlo, ovviamente, dovete leggere il libro, perché io con i dettagli della trama, mi fermo qui, onde evitare di spoilerarvi tutto.

L’OMBRA DEL RANCORE, infatti, non è solo un horror psicologico, ma ha anche delle tinte thriller davvero interessanti, che costituiscono una buona parte degli svariati colpi di scena e plot twist presenti nel corso della narrazione.
La trama è, solo in apparenza semplice, perché ne L’OMBRA DEL RANCORE, ve ne accorgerete presto, nulla è come sembra e si vive uno stato di costante tensione fino alla fine, quando tutti i nodi vengono al pettine e tutti i misteri - se così vogliamo chiamarli - vengono, finalmente, svelati, non solo al lettore, ma anche a Leonardo stesso.
Personalmente ho molto apprezzato la commistione di generi e il modo in cui la componente horror e quella psicologica si compenetrano, diventando l’una conseguenza dell’altra.

Come vi ho anticipato nell’introduzione, sono una gran fifona (diciamo, piuttosto, che tendo ad essere facilmente impressionabile e finisco per rimuginarci in eterno) quindi ero molto indecisa sull’accettare la collaborazione, perché, appunto, temevo non sarei riuscita a terminare L’OMBRA DEL RANCORE (e non mi piace non completare le letture - soprattutto se sono collaborazioni).
Ma come vi spiegavo poco fa, questa forte connessione tra horror e psicologia, mi ha catturato fin da principio e mi ha permesso di mettere da parte la fifa e di farmi coinvolgere dalle vicende, al punto da farmi quasi contravvenire alla regola del “lo leggo di giorno” - quasi, però, perché non ho più l’età per rischiare la notte in bianco…

Oltre alla forte attenzione all’aspetto psicologico della vicenda, in L’OMBRA DEL RANCORE, troviamo anche molte altre tematiche importanti, come l’elaborazione del lutto, l’importanza della salute mentale, l’attenzione alle difficoltà della disabilità - e qui ci ho visto un po’ di denuncia sociale - del divario tra centro e periferia - e anche qui ci ho visto un po’ di denuncia sociale - della diffidenza (a volte involontaria) verso il “diverso”, il senso di colpa e l’incapacità di andare oltre un evento traumatico; ma si parla anche della nascita di nuove amicizie e nuovi amori, di rinascita (in tutti i sensi - e non dico altro perché sarebbe un grosso spoiler) e - se vogliamo - di perdono.

Ho apprezzato molto come sono stati resi tutti questi temi, siano essi più o meno positivi, perché non si cerca mai di indorare la pillola, ma anzi c’è spesso una certa brutalità (passatemi il termine) che mette il lettore davanti all’evidenza, costringendolo a fare i conti con le difficoltà della vita.
Allo stesso tempo, però, si percepisce fin da subito, la cura con cui si vuole far passare i giusti messaggi, senza mai banalizzare le varie tematiche e situazioni.

Come vi dicevo, protagonista principale, oltre che voce narrante, è Leonardo, che si trova costretto in carrozzina dopo che la sua vita è stata stravolta da un brutto incidente. 
Tutto ci viene presentato attraverso lo sguardo di Leonardo e quindi è, ovviamente, il personaggio più completo, quello su cui sappiamo di più, anche e soprattutto da un punto di vista psicologico.
Sempre attraverso lo sguardo e la percezione di Leo, ci vengono presentate tutte le varie figure più o meno secondarie che gli ruotano attorno, come la psicologa (di cui non conosciamo il nome), Aura, Vittorio, Zoe, Femi e tutti gli altri.

Nonostante il dettaglio della narrazione in prima persona (in questo caso - lo capirete al termine della lettura - strettamente necessaria) la caratterizzazione generale non ne risente e, anzi, l’ho trovata davvero ben resa e molto curata.
Leonardo, come tutti gli altri, è un personaggio realistico e molto umano. Non è mai totalmente positivo o totalmente negativo, agisce in maniera spesso impulsiva, è cinico e un po’ caustico, si mette nei guai, fa scelte sbagliate (dettate dall’impulsività di cui sopra) e si convince di cose che - potrebbero - non essere totalmente reali, ma alla fine impara dai propri errori e ne esce sempre (acciaccato, ma ne esce).

Insomma, Leonardo, se vogliamo, rappresenta un po’ tutti noi, che ci facciamo abbattere dalle difficoltà, ci creiamo scenari assurdi, ma poi ne usciamo migliori - sperando che quello che sto dicendo abbia senso…

Penso, comunque, che questo vi faccia intuire quanto io abbia apprezzato la caratterizzazione dei personaggi e lo stesso vale per la resa dei legami, sia quelli che si creano che quelli che si spezzano, anche qui sempre molto realistici e naturali nel loro sviluppo.

Lo stile di Saverio Lucchesi mi ha piacevolmente colpito.
La sua è una scrittura molto curata, ma non per questo pomposa o di difficile comprensione, anzi, anche quando si entra nello specifico di certi ambienti e si usa una terminologia più tecnica, il lettore non fa fatica a capire.
Il tono di Leonardo, che vi ricordo essere il narratore unico delle vicende, è spesso ironico, auto ironico, cinico (come vi dicevo) e senza peli sulla lingua.
Le descrizioni mi sono piaciute davvero molto: brevi ma mai troppo stringate, che vanno dritte al punto e colgono sempre nel segno di ciò che è importante mettere in evidenza. Lo stesso vale per i dialoghi, che risultano frizzanti e molto coinvolgenti, oltre che emozionanti.
Ne deriva un ottimo ritmo narrativo, in grado di catturare il lettore, con il giusto livello di tensione, coinvolgendolo a pieno nelle vicende narrate e - come nel mio caso - permettendogli anche di andare oltre la “paura” della componente horror.

Insomma, ve l’avevo anticipato e, sicuramente, l’avrete già capito, L’OMBRA DEL RANCORE si è rivelato davvero un’ottima lettura.
Sicuramente è fuori dalla mia zona di confort e non appartiene ad un genere che sono solita leggere, quindi spero di aver fatto un’analisi decente, ma sono contenta di non essermi fatta frenare dai miei preconcetti e di aver accettato questa collaborazione.

Se cercate un buon thriller psicologico dalle tinte horror, che vi tenga incollati alle pagine dall’inizio alla fine, dove nulla è ciò che sembra, con un finale che vi lascerà positivamente a bocca aperta, direi che L’OMBRA DEL RANCORE fa al caso vostro.

Grazie ancora a Saverio Lucchesi per l’opportunità e per la copia digitale che mi ha gentilmente fornito.


Il mio voto è:
4/5
A presto!

Silvia


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