Buon pomeriggio mie piccole volpi!
Proseguiamo con le recensioni di recupero.
Da oggi tocca a luglio!
Benvenuti nella quarta recensione di recupero di questo post ferie!
Vi anticipo subito che il mese di settembre, oltre che alle recensioni delle regolari letture, ospiterà anche il recupero di quelle delle letture estive - per una banale questione di continuità e di organizzazione mia personale...
Come vi ho già anticipato nei rispettivi post instagram, la recensione di FAHRENHEIT 451 è esattamente il copia/incolla di quella che avete già letto a LUGLIO!
Ma quante sono le recensioni di recupero?
Non così tante, non vi preoccupate.
Ma ora, direi che posso lasciarvi all'articolo!
FAHRENHEIT 451
Editore: Mondadori
Pagine: 180
Prezzo: 12,50€
Pubblicazione: 23 agosto 2023
Link acquisto: cartaceo
Trama:
Montag fa il pompiere in un mondo dove gli incendi, anziché essere spenti, vengono appiccati. Armati di lunghi lanciafiamme, i militi irrompono nelle case dei sovversivi che conservano libri, e li bruciano: così vuole la legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi e slogan, con una moglie indifferente e passiva e un lavoro che svolge per pura e semplice routine. Finché un giorno, dall'incontro con una donna sconosciuta, nasce un sentimento impensabile, e per Montag, il pompiere, inizia la scoperta di un mondo diverso, un universo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.
Se mi conoscete o se mi seguite da un po’, saprete di certo che non sono una grande lettrice di classici (siano essi contemporanei o meno) perché, purtroppo, la scuola ha contribuito parecchio a non farmeli apprezzare nel modo giusto e, salvo qualche eccezione, non solo fatico a finirli, ma spesso proprio ad iniziarli…
Ogni anno mi dico che devo mettermi d’impegno e superare questo scoglio, quindi ogni anno inserisco almeno un classico nella mia ipotetica TBR annuale. Confesso che, non sempre va a finire che lo leggo davvero, ma a volte ce la faccio, come quest’anno, perché oggi sono qui a parlarvi di un classico contemporaneo che staziona in libreria da anni e che volevo leggere da una vita: FAHRENHEIT 451.
Dopo un’esperienza non esattamente positiva con 1984 ai tempi del liceo (lo so, lo so, non dite nulla, cercherò di rimediare anche qui) vi confesso che sono sempre un po’ restia nei confronti di questo tipo di distopia, ma vi dirò che FAHRENHEIT 451 mi ha piacevolmente colpito.
Pur trattandosi di una distopia, è evidente fin da subito che questo è un distopico piuttosto velato, incentrato più sull’aspetto psicologico (se vogliamo definirlo così) che su quello fantastico. Come dice Neil Gaiman nell’introduzione “IL ROMANZO DI RAY BRADBURY È UN MONITO. SERVE A RICORDARCI CHE ABBIAMO QUALCOSA DI MOLTO PREZIOSO E CHE A VOLTE DIAMO PER SCONTATO ANCHE QUELLO A CUI TENIAMO DI PIÙ”. Neil Gaiman dice che esistono tre tipi di distopia (anche se lui parla dio speculative fiction o fantascienza) e che quella di FAHRENHEIT 451 è un esempio di “se continua così…” e io mi trovo pienamente d’accordo.
Ma andiamo con ordine…
FAHRENHEIT 451 racconta la storia del pompiere Guy Montag, che non è un pompiere come lo intendiamo noi, uno che spegne gli incendi. Montag gli incendi li appicca e li appicca alle case di chi viene scoperto in possesso di libri.
Nel mondo dove vive Guy, infatti, i libri, ma se vogliamo, la cultura e la consapevolezza in generale, sono illegali e tutto è incentrato sulla televisione, sul rapporto morboso che molti hanno con “le famiglie”, che altro non sono se non un sorta di sceneggiato costante, rappresentato su maxi schermi, grandi come pareti, con cui si può interagire e che sono attivi praticamente h24. Montag, però, sente che c’è qualcosa di sbagliato e, dopo l’incontro con la giovane vicina di casa Clarisse, in cui scatta una sorta di consapevolezza che lo porterà a passare non pochi guai, affronterà un vero e proprio percorso di crescita interiore.
Non mi soffermo troppo sulla trama in quanto tale, perché, pur trattandosi di un volume molto breve (non sono nemmeno 200 pagine) la storia è molto intricata e, se dovessi entrare nello specifico, rischierei di rovinarvi le parti più importanti.
FAHRENHEIT 451, da un punto di vista più generico, come vi anticipavo con il trafiletto tratto dall’intro, tratta un tema fondamentale, quello dell’importanza della conoscenza che porta alla consapevolezza di ciò che ci circonda e che si lega, inevitabilmente, alla lettura come ampliamento dei propri orizzonti mentali.
In FAHRENHEIT 451 i libri sono proibiti, illegali, perché permettono alla popolazione di sviluppare una propria coscienza, una consapevolezza radicata di sé stessi e del mondi, di conoscere, di sapere, di sviluppare un proprio pensiero critico e quindi, di giudicare in maniera autonoma ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Questo, però, rende la popolazione più libera mentalmente e meno controllabile, rende impossibile plasmare le menti e inculcare ideali e convinzioni, cosa che, invece, risulta facilmente realizzabile attraverso un certo tipo di televisione (che è quella di cui si parla in questo romanzo).
Ma FAHRENHEIT 451 parla anche di altre tematiche importanti come la guerra, la morte, ma anche la paura del diverso, di chi la pensa in maniera contraria a noi e, di conseguenza, si parla di sviluppo personale, di crescita e presa di consapevolezza di sé e di ribellione pacifica.
Nonostante FAHRENHEIT 451 sia un romanzo scritto negli anni ‘50, ho trovato molto attuali, non solo i temi in quanto tali, ma anche il modo in cui questi sono stati resi, si è rivelato moderno e molto facilmente applicabile alla nostra società.
E potrei andare avanti a parlarvene per giorni, ma non voglio annoiarvi troppo con le mie elucubrazioni mentali, quindi mi fermo qui.
Come vi dicevo, protagonista principale è Guy Montag, attorno al quale ruotano tutta una serie di figure più o meno secondarie, ciascuno con il proprio ruolo, sia nella vicenda privata di Guy, sia all’interno della trama di base.
Tra questi abbiamo: Mildred, la moglie di Guy; Clarisse, la giovane vicina del pompiere; il Capitano Beatty, collega e superiore di Guy e Faber, che aiuterà Guy nel suo percorso di crescita e nella fuga.
Pur essendo Montag il più sviluppato da un punto di vista psicologico, devo dire che ho molto apprezzato anche la resa degli altri personaggi.
Chiaramente, non posso parlare di una resa realistica, perché stiamo pur sempre parlando di una distopia simil fantascientifica, ma ognuno di loro e reso perfettamente in linea con quello che è il suo ruolo.
In generale, quindi, sia la caratterizzazione che lo sviluppo dei legami, mi sono piaciuti molto e mi sono sentita coinvolta, fin dal principio, emozionandomi per e con il protagonista e sentendomi in apprensione per lui, ritrovandomi quasi a provare le sue stesse emozioni.
Confesso le mie colpe e vi dico che non avevo mai sentito nominare Ray Bradbury, quindi non ho mai letto nulla di suo, ma il suo stile mi ha colpito al punto che penso proprio cercherò qualche altra sua opera per approfondire.
Pur trattandosi di un autore nato nei primi anni ‘20, ho trovato la sua scrittura davvero molto moderna: semplice, ma allo stesso tempo articolata e curata nei minimi dettagli, senza mai risultare troppo complicata e/o pomposa, e quindi adatta ad un pubblico piuttosto vasto.
Le descrizioni sono buone, mai eccessive e sempre ben amalgamate alla narrazione, così come i dialoghi che risultano ben strutturati, pur non essendo l’elemento preponderante.
Ne deriva un ottimo ritmo narrativo, in grado di coinvolgere il lettore fin dall’inizio, rendendo la lettura scorrevole e veloce.
Insomma, perché ho aspettato tanto per leggere questo romanzo?
Bella domanda! Me lo sto chiedendo anche io, ma, come si suol dire “meglio tardi che mai”.
Se cercate un classico in grado di fornirvi non pochi spunti di riflessione, ma allo stesso tempo non troppo impegnativo, attuale nonostante l’epoca in cui è stato scritto, direi che FAHRENHEIT 451 è perfetto per voi.
Il mio voto è:





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