venerdì 12 giugno 2020

NETFLIX - ANIMAZIONE - 2 film dello Studio Ghibli | recensione |

Buona sera mie piccole volpi!
Sono di nuovo qui.
E oggi vi parlo di Studio Ghibli!


Sarò sincera, questo articolo non era previsto.
Diciamo che, per farla breve, i miei "piani malvagi" per recuperare tutti i film dello Studio Ghibli, sono andati allegramente a farsi benedire, nel momento esatto in cui ho cominciato a fare chiusura a lavoro... Eh già!
E quindi, sono certa che sapete cosa sto per dirvi. 
Ebbene sì, a maggio non ho visto nemmeno mezzo film dello Studio Ghibli!
Perciò, avendo solo i due visti ad aprile, non ero convinta al 100% di scrivere questa recensione, ma poi mi sono detta: quante probabilità ho di riuscire a recuperare qualcosa a giugno, continuando a ricordare come la pensavo sui film di aprile? Poche, molto poche.
Ecco perché, dopo averci rimuginato su - come sempre- per una settimana, oggi sono qui con il secondo recap sullo Studio Ghibli!
*quante volte ho scritto Studio Ghibli?*
OK, bando alle ciance e cominciamo!

I MIEI VICINI YAMADA

I miei vicini Yamada

Titolo originale: ホーホケキョとなりの山田くん (Hōhokekyo tonari no Yamada-kun, lett. "Gli Yamada, cinguettanti vicini")
Anno: 1999
Genere: animazione, slice of life
Episodi: 1
Stato: concluso e sottotitolato in italiano
Provenienza: Giappone

Altro: basato sul manga yonkoma Nono-chan (ののちゃん) di Hisaichi Ishii

Trama:

La famiglia Yamada è composta dalla nonna, Shige, la madre e il padre, Matsuko e Takashi, e i due figli: la bambina, Nonoko, e il ragazzo, Noboru. Questo lungometraggio è incentrato sulla quotidianità della famiglia che vive a Tokyo, mostrando i tipici comportamenti e le tipiche difficoltà che si incontrano giorno per giorno. Con uno sguardo al passato e uno al futuro, questa dolce e divertente storia ricca di significati e valori compensa la semplicità dei suoi disegni.

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Lo confesso, prima che la mia amica Jessica me ne parlasse, non sapevo nulla di questo film, nemmeno della sua esistenza, in realtà. Ma siccome, Jessica me ne ha parlato bene e a lei è piaciuto, ho pensato di recuperarlo subito anche io, e così eccomi qui!
La prima cosa che mi è stata chiara, fin dai primi minuti di visione, è che I miei vicini Yamada non sarebbe stato come tutti gli altri film dello Studio Ghibli che avevo visto fino a quel momento. 
Non tanto per il genere, perché di slice of life ce ne sono altri (vedi Si sente il mare, ad esempio), quanto piuttosto per lo stile grafico che, non è difficile intuirlo fin dalla locandina, si discosta completamente da quello che è il "classico" stile dello Studio Ghibli.
Il tratto è molto semplice, privo di fronzoli eccessivi per quanto riguarda i volti, che comunque risultano molto espressivi, ma allo stesso tempo, ricco di dettagli per determinate ambientazioni. Interessante è che, in determinate sequenze, lo stie cambi completamente, divenendo molto più "realistico" e meno simil pupazzetto (passatemi il paragone, perché personalmente non lo definirei un chibi).
Per quanto riguarda i colori, direi che la tecnica usata, così come i toni scelti, ricordano molto l'acquerello e danno a tutta la storia, un tocco di delicatezza in più.
Come vedete, non ho fatto molti accenni alla trama, perché ci troviamo davanti ad uno slice of life che potremmo definire una "raccolta di momenti", tutti incentrati sulla quotidianità della famiglia Yamada. Non mi sarebbe quindi fattibile entrare nel dettaglio, non tanto per evitare lo spoiler che, visto il genere, non correrei nemmeno il rischio di fare, quanto piuttosto per non rovinarvi la visione, togliendovi, in un certo senso, il divertimento.
Perché, I miei vicini Yamada, è un film davvero divertente, pieno di ironia e siparietti simpatici, ma anche in grado di offrire un ottimo spaccato sulla quotidianità e sulla vita famigliare del Giappone di fine anni '90.
Insomma, diverso dal solito, nulla da dire, ma sicuramente da vedere!

Il mio voto è:
4/5


LA STORIA DELLA PRINCIPESSA SPLENDENTE

La storia della principessa splendente

Titolo originale: かぐや姫の物語 (Kaguya-hime no monogatari)
Anno: 2013
Genere: animazione, storico, drammatico, fantasy
Episodi: 1
Stato: concluso e sottotitolato in italiano
Provenienza: Giappone

Altro: basato sull'antico racconto popolare giapponese Taketori monogatari (lett. "Il racconto di un tagliabambù") è l'ultimo film diretto da Takahata prima della sua morte, avvenuta nel 2018.

Trama:
Un’anziana coppia vive felicemente in un piccolo villaggio. Il marito, un giorno, mentre taglia tronchi di bambù nella foresta, ne vede uno che emana una strana luce. Si avvicina e lo taglia: al suo interno, vi è una minuscola bambina, appena nata. Sorpreso, l’uomo prende la bambina e la porta a casa. Qui, la coppia decide di crescerla come se fosse la loro figlia. La bambina cresce velocemente, passando il tempo a giocare coi suoi amici, finché un giorno la famiglia decide di lasciare il piccolo villaggio…

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Nuovamente, lasciate che velo dica, il mio recupero, è merito di Jessica! (questo articolo potremmo intitolarlo: due film dello Studio Ghibli che mi ha suggerito Jessica - perché è la realtà, in effetti) In questo caso, però, sapevo già dell'esistenza di questo film ed ero curiosa di recuperarlo già da un po'. Ammetto però che, ero molto incerta, perché lo vedevo davvero molto lontano da quello che, per me, è sempre stato lo Studio Ghibli (sempre per il fatto che il film qui sopra non lo conoscevo e che - shame on me - non ne conoscevo molti altri - ora sì, eh! Ora sì!).
Ma dato che Jessica me ne ha parlato in un paio di situazioni, mi sono incuriosita e ho deciso che aprile potesse essere il momento giusto per recuperarlo, soprattutto dopo I miei vicini Yamada (anche perché il regista è lo stesso).
E dopo questa lunga premessa, che forse non interessava a nessuno, direi di dirvi, finalmente, qual è il mio parere su La storia della Principessa Splendente.
Per prima cosa, c'è da precisare che La storia della Principessa Splendente, è una rivisitazione animata di un racconto popolare giapponese e che quindi, la storia, di per sé, potrebbe risultare abbastanza semplice, come ci si aspetta, per l'appunto, da un racconto popolare che deve intrattenere il popolo e che, con buone probabilità, in origine veniva tramandato oralmente. In tutta onestà, quindi, risulta un po' difficile ignorare gli alti e bassi del ritmo narrativo, come risulterebbe poco onesto dire che, in determinati punti, il tutto è reso in maniera leggermente pesante e anche un po' noiosetta.
Andando oltre, però, ci si trova davanti ad una storia davvero particolare, che si fatica a paragonare ad una semplice favola per bambini (o comunque indirizzata ad un pubblico giovane - ho visto paragoni con Pollicina che mi sono sembrati un pochino meh, se posso dirlo) e che offre anche un interessante spaccato sulla vita dell'epoca e sulle contrapposizioni tra campagna e città, così come tra i ceti sociali.
Non starò qui, però, a soffermarmi sulla trama nello specifico, perché vorrebbe dire raccontarvi tutto il film e non mi sembra il caso...
Passando quindi, a quello che è il punto cruciale della questione, direi che è giunta l'ora di parlare dello stile grafico de La storia della Principessa Splendente.
Come potete vedere dalla locandina (qui sopra) e dalla gif (qui sotto), è chiaro fin da subito che, con quello che ormai è definibile lo stile iconico dello Studio Ghibli, questo film ha davvero poco - per non dire nulla - a che fare.
Ci troviamo infatti davanti ad un tratto e ad una scelta cromatica totalmente diversi dal solito che, a me, hanno ricordato tanto gli acquerelli e, proprio per questo, ne sono rimasta subito affascinata.
Personalmente, ho trovato più che giusta la scelta di non utilizzare il solito stile, quello fatto di linee tonde, colori sgargianti, tratto definito e quant'altro, per una storia come questa che presenta un forte elemento onirico e spirituale. 
Poi, per carità, sarà che io ho sempre amato gli acquerelli e quindi finisco per apprezzare tutto ciò che, anche se in minima parte, me li ricorda.
Ma, per farla breve, andando oltre i punti un po' più lenti e soffermandomi su quelle che sono le parti più importanti, La storia della Principessa Splendente, si è rivelato una visione particolare ed interessante che, se siete amanti dello Studio Ghibli, a mio parere, dovete recuperare assolutamente.

Il mio voto è:
4/5


Ed eccoci arrivati alla fine di questo articolo che poteva essere più lungo, ma sono stata brava!
Per quanto riguarda i futuri articoli, qualche informazione: 
non saranno più in gruppi di 3, massimo 4 film, ma credo mi aggirerò sempre sui 2.
➽ non vi parlerò di eventuali rewatch.
➽ i rewatch, forse, ve li recensirò tutti insieme a fine recupero.
volevo caricare un articolo ogni due mesi ma, a questo punto, credo che non ci sarà una regolarità per quanto riguarda la pubblicazione.

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Bene! Ora siamo davvero alla fine.
Conoscete lo Studio Ghibli?
Quali sono i vostri film preferiti?
Quali ancora dovete vedere?
Quali recupererete prossimamente?

A presto!

Silvia

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