giovedì 12 settembre 2019

La locanda sul porto di Manuela Chiarottino | recensione |

Buon pomeriggio mie piccole volpi!
Anche oggi un nuovo articolo tutto per voi.
E anche oggi vi parlo di libri!


Eccomi qui con un nuovo articolo e, quindi, una nuova recensione.
Anche oggi si tratta del recupero di una delle letture di agosto.
Non preoccupatevi, il recuperone non durerà ancora per molto, con l'inizio della nuova settimana dovrei - e dico dovrei - riuscire ad iniziare la pubblicazione delle recensioni "nuove".


 La locanda sul porto
di Manuela Chiarottino

Editore: Triskell Edizione
Pagine: 228
Prezzo: 10,00€ (ebook 4,99€)
Pubblicazione: 13 agosto 2019
Link acquisto: cartaceo/ebook

Trama:

Aidan è partito da un piccolo paese della Cornovaglia anni prima, cacciato dal padre per la sua omosessualità. Non sarebbe voluto più tornare, ma la morte del genitore lo costringe a farlo. Si sistema in una malridotta locanda sul porto di proprietà di Boyd, uno scozzese dal sorriso facile, la lingua lunga e un passato racchiuso in una cicatrice seminascosta dalla folta barba. Con suo stupore Aidan scopre che il padre gli ha lasciato il ristorante di famiglia, mentre la casa andrà a sua sorella Rose, che lo odia cordialmente. Intenzionato a vendere tutto e partire il prima possibile, giorno dopo giorno scoprirà che non è così facile come credeva. Rivedere quei luoghi, le brughiere, le scogliere che scendono ripide sull’oceano, andare a visitare la tomba della madre, entrare nel ristorante e rivivere ricordi dell’infanzia e soprattutto lo strano e intenso rapporto che si crea con Boyd, lo trattengono. Ma c’è anche qualcosa che deve scoprire: la morte del padre non sembra così naturale come tutti vogliono fargli credere.


Per prima cosa vorrei ringraziare Luca Terlizzi per avermi inviato questo romanzo, permettendomi di alimentare questa mia nuova passione per il boy love, genere che ho "scoperto" e imparato ad apprezzare di recente.


La storia che ci viene raccontata ne La locanda sul posto, è molto più del solito romance boy love, dove i due si vedono e si innamorano. In questo romanzo, la storia personale del protagonista, quella che riguarda il suo passato, la sua famiglia e il suo rapporto con essa, si intreccia perfettamente al presente e alla sua storia d'amore.
La trama, pur nella sua semplicità, è davvero ben strutturata e mi ha subito colpito, soprattutto per quel tocco di "mistero" (se così vogliamo chiamarlo) in riferimento ad alcuni episodi del passato.

Le tematiche LGBT, così come tutti gli altri temi presi in considerazione, sono trattate in maniera delicata, mai banale, stereotipata o volgare, nonostante la presenza di alcune scene leggermente più spinte (e qualche parolaccia - ma chi non le dice?! Siamo sinceri).

Protagonista della vicenda è Aidan, un ragazzo omosessuale, che si trova a dover far ritorno in Cornovaglia, al paese d'origine da cui il padre l'aveva cacciato, proprio per assistere all'apertura del testamento di quest'ultimo. Qui, per un caso più che fortuito, incontrerà Boyd, gestore di una locanda diroccata, che nasconde un passato doloroso.
Il loro rapporto, all'inizio, non è dei migliori, ma dagli iniziali battibecchi e incomprensioni, nascerà un sentimento molto forte.

La caratterizzazione di Aidan e Boyd mi è piaciuta molto e mi è sembrata subito ben fatta, e così è stato anche per quanto riguarda le figure secondarie, le cui vite si intrecciano, inevitabilmente, a quelle dei due protagonisti.
Ma, come credo avrete capito, componente fondamentale di questo romanzo, sono i sentimenti, il modo in cui questi vengono vissuti, oltre ai rapporti e alle interazioni tra i personaggi.

Per quanto riguarda lo stile, ho trovato la scrittura di Manuela Chiarottino molto coinvolgente, in grado di catturare il lettore con una trama semplice ma avvincente e con dialoghi accattivanti e, a tratti, davvero divertenti.
La locanda sul porto, è scritto in prima persona e l'intera vicenda ci viene raccontata attraverso la voce di Aidan. Come sapete, visto che lo ripeto in continuazione, non sono una grande fan della narrazione in prima persona, perché trovo che tenda a togliere particolari importanti alla storia. Ma sapete anche che, molto spesso, mi sono dovuta ricredere e che, altrettante volte ho ricevuto delle conferme a questo mio pensiero.
Questo romanzo, direi che si pone nel mezzo, perché ho trovato la narrazione in prima persona, per certi versi perfetta e per altri poco adatta. 

In ogni caso, La locanda sul porto, è un romanzo che mi sento di consigliarvi se siete appassionati del genere boy love, ma anche se vi state approcciando ad esso o, come nel mio caso, lo leggete da poco: sicuramente non ne resterete delusi.
Il mio voto è:
4/5


Alla prossima recensione!

Silvia


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