venerdì 19 gennaio 2018

Non è colpa mia di Lucia Magionami e Vanna Ugolini | recensione |

Oggi niente gif simpatiche o introduzioni burlone.
Oggi si parla di argomenti seri.


Il libro di cui vi parlo oggi non rientra assolutamente tra i generi che sono solita leggere e, lo devo ammettere, se non me lo avesse inviato la stessa autrice, non credo l'avrei mai letto.
E avrei fatto male, perché l'argomento principale di questo libro è, non solo di grande importanza, ma anche decisamente attuale.


Non è colpa mia - voci di uomini che hanno ucciso le donne
di Lucia Magionami e Vanna Ugolini.

Editore: Morlacchi Editore
Pagine: 284
Prezzo: 14,00€ (ebook non disponibile)

Trama:

Una giornalista e una psicologa insieme per capire cosa passa nella mente e nel cuore degli uomini che hanno ucciso le loro donne, per tentare di riconnettere esperienze di femminicidi alla realtà dei fatti ma, anche, al contesto culturale e al percorso psicologico che porta uomini normali a diventare assassini e a non assumersene, però, nel profondo, la responsabilità. Dalle interviste di Luca, Giacomo, Luigi risulta chiaro che non sono mostri, non sono malati. Sono persone normali. Le autrici lo affermano con forza: non ci sono raptus, né scatti d'ira, il percorso verso il femminicidio è più lungo, lastricato di silenzi, di prigioni culturali, di diversi modi di intendere la vita, dell'incapacità di dare un nome ai sentimenti, alle situazioni e quindi di riconoscerle. «Arriviamo a un punto e decidiamo se usare la ragione o la forza. Se vogliamo mantenere ad ogni costo il potere su una persona fino ad arrivare a toglierle la vita o se vogliamo amare, liberamente, accettare che questo possa finire e possa far male.» Con Premessa di Gabriella Genisi e Prefazione a cura di Cristiana Mangani e Claudia Fulvi.


Come vi dicevo qui sopra, questo libro mi è stato consigliato e inviato direttamente da una delle due autrici che ringrazio molto, perché mi ha permesso di uscire dalla mia comfort zone letteraria e di informarmi un po' meglio su un argomento molto attuale.

Attraverso tre interviste e una serie di documenti ed analisi, le due autrici spiegano cosa accade nella mente di quegli uomini che hanno ucciso le proprie compagne.
Comune, purtroppo, è la frase "Non è colpa mia"

Il libro ha una struttura particolare. 
Le due autrici hanno collaborato mettendo insieme due lavori che si completano a vicenda.


La prima parte di Non è colpa mia è curata da Vanna Ugolini, giornalista di cronaca nera che si trova ad intervistare tre uomini che hanno ucciso le proprie compagne.
Ovviamente i nomi di questi detenuti sono fittizi, così come sono celati molti dei dettagli dei fatti accaduti e dell'indagine, proprio per evitare che il lettore possa risalire alla storia reale.
Ciò che è importante, infatti, in queste tre interviste, non è il fatto di cronaca in sé, quanto piuttosto la reazione di questi tre assassini che provano in ogni modo a spacciarsi per innocenti o, a dirittura, per vittime.

La seconda parte,invece, è curata dalla psicologa Lucia Magionami, e si potrebbe definire una spiegazione (o meglio un'analisi) psicologica della violenza sulle donne. Nello specifico si parla di femminicidio, di violenza verbale, del rapporto di coppia con un uomo violento, ma anche di cosa può scattare nella mente dell'uomo nel momento in cui decide di uccidere la compagna. Si parla anche di raptus, di negazione del fatto e di tanti altri temi correlati.

Da un punto di vista generale, Non è colpa mia è stata una lettura molto interessante e sono molto contenta che, anche a distanza di diversi anni, Vanni Ugolini abbia deciso di rendere pubbliche queste interviste e questa sua esperienza così forte e particolare.
Questa prima parte, infatti, è estremamente coinvolgente, non solo per le interviste vere e proprie, ma anche per gli spezzoni che la giornalista dedica ad un suo pensiero personale o ad un'analisi di ciò che ha appena vissuto.
Trovo che si sia percepita al meglio la professionalità della Ugolini nel mantenere un atteggiamento super partes in presenza del detenuto, ma allo stesso tempo la fatica nel non far trapelare la rabbia o i propri sentimenti.

Personalmente, purtroppo, non posso definire altrettanto coinvolgente la seconda parte.
L'ho letta con molta attenzione, perché l'ho trovata estremamente interessante, ma ho avuto diverse difficoltà di comprensione non avendo particolari conoscenze in campo psicologico.
Resta il fatto, però, che questa spiegazione va assolutamente letta, perché permette di comprendere al meglio i meccanismi mentali che vengono solo accennati nel corso delle interviste.

Vorrei poter ampliare di più l'argomento, ma non credo di avere le competenze adatte ad avviare un dibattito a riguardo.
Perciò mi fermo qui e mi limito a consigliarvi Non è colpa mia, perché tratta argomenti fin troppo di attualità e di cui si dovrebbe parlare più spesso, indagando non solo il fatto in sé ma anche quanto accade dopo.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟🌟
4/5


Alla prossima!


Silvia


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