Buongiorno mie piccole volpi!
Le ferie sono finite, sono tornata.
Con oggi, tornano anche le recensioni!
Benvenuti nella prima recensione di recupero di questo post ferie!
Vi anticipo subito che il mese di settembre, oltre che alle recensioni delle regolari letture, ospiterà anche il recupero di quelle delle letture estive - per una banale questione di continuità e di organizzazione mia personale...
Come vi ho già anticipato nei rispettivi post instagram, la recensione di UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO è esattamente il copia/incolla di quella che avete già letto a GIUGNO!
Ma quante sono le recensioni di recupero?
Non così tante, non vi preoccupate.
Ma ora, direi che posso lasciarvi all'articolo!
UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO
Una sera taamici a Jinbocho
di Satoshi Yagisawa
Editore: Feltrinelli
Pagine: 176
Prezzo: 10,00€ (ebook 3,99€ - audiolibro disponibile)
Pubblicazione: 6 maggio 2025
Link acquisto: cartaceo/ebook
Trama:
A Tōkyō c’è un quartiere che raccoglie il più alto numero di librerie al mondo. Si chiama Jinbōchō. Gli amanti dei libri possono trovarci di tutto, dai romanzi dell’epoca Meiji ai copioni teatrali e vecchie mappe, e i cacciatori di edizioni rare fanno base qui. La libreria Morisaki, un piccolo negozio familiare specializzato in letteratura giapponese moderna, riesce a ospitare a malapena cinque persone insieme. I libri si affollano in ogni angolo e, all’arrivo di un cliente, dal bancone fa subito capolino il proprietario, Satoru. Ad aiutarlo ci sono la moglie Momoko e la nipote Takako, che in cambio di qualche ora di lavoro si trasferisce al piano di sopra della libreria per ritrovare se stessa. Takako scopre così una vita nuova, fatta di letture appassionanti, lettori mai sazi e nuovi amici. Soprattutto, si accorge di non essere più sola in mezzo a tutto il grigio di Tōkyō. Perché una libreria – ha scoperto – è popolata di molte più storie rispetto a quelle contenute nei libri. E quelle storie creano legami fortissimi. Come segno di gratitudine, Takako regala un viaggio agli zii, impegnandosi a sostituirli mentre sono via. Tutto sembra andare a gonfie vele, ma allora perché Satoru si comporta in modo così strano? E cosa vuole quella donna con l’ombrello rosso in fondo alla strada?
Prima di cominciare, come sempre in questi casi, vi devo fare una piccola premessa: in primo luogo, stiamo parlando di un libro piuttosto breve, quindi lo sarà anche questa recensione (per ovvi motivi).
Secondariamente, questo è, a tutti gli effetti, il secondo volume di una dilogia (il primo è I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI, di cui vi ho parlato a dicembre) quindi, nuovamente, non potrò entrare nel dettaglio anche per questo motivo, poiché rischierei di rovinarvi due libri.
UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO riprende a narrare i fatti, circa tre anni dopo la fine di I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI e ci racconta sempre la storia di Takako, dello zio Satoru, della zia Momoko e di tutti gli altri personaggi che bazzicano il quartiere delle librerie di Jinbocho, avventori o meno della Libreria Morisaki, gestita proprio dallo zio Satoru.
Proprio come I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI, anche UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO è uno slice of life con una trama piuttosto semplice, ricca di quei colpi di scena tipici della quotidianità, che sì, non costituiscono degli stravolgimenti di trama eccezionali, ma che risultano comunque molto importanti ed emozionanti, e quindi trovo più corretto che li scopriate con le giuste tempistiche nel corso della lettura.
Proprio come I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI, anche UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO offre al lettore un ottimo spaccato, non solo nello specifico della vita tra le vie del quartiere di Jinbocho, considerato il quartiere delle librerie, ma anche, più in generale, sulla società moderna giapponese, fornendo diverse informazioni sul mondo del lavoro e sulla quotidianità, sia dei più giovani che degli adulti.
Vista la semplicità della trama, che però non risulta mai banale o scontata, devo dire che questo è il fattore che più mi ha colpito dell’intero romanzo.
Ho apprezzato come l’autore sia sempre in grado di trattare tematiche forti e complesse, come la malattia e la morte, con estrema cura e delicatezza, senza indorare la pillola, ma allo stesso tempo senza mai scadere nella banalizzazione degli argomenti, che anzi, vengono spesso analizzati anche da un punto di vista psicologico.
Come vi dicevo all’inizio, protagonisti principali sono sempre Takako, lo zio Satoru e la zia Momoko, attorno ai quali ruotano tutte le varie figure secondarie che popolano il quartiere.
Come nel romanzo precedente, ho molto apprezzato la caratterizzazione dei personaggi, sia che si tratti dei protagonisti che delle altre figure che il lettore incontra.
Sia rispetto a I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI, sia nel corso delle vicende narrate in UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO , ciascuno di loro subisce un cambiamento sostanziale, una sorta di percorso di crescita personale e ricerca di sé, oltre che di presa di consapevolezza di sé stessi.
A farla da padrone, quindi, sono i legami e le relazioni, perché sono proprio questi a scatenare i vari processi di maturazione di cui sopra e ad influire su essi.
Pur essendo tutto narrato dalla voce di Takako in prima persona, e avendo quindi un focus principalmente sulla sua esperienza, anche le relazioni e la psicologia degli altri personaggi ci viene ben presentata e il lettore non fatica a simpatizzare e ad immedesimarsi nelle rispettive vicende personali.
Passando allo stile, avendo già letto I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI, sapevo che avrei apprezzato nuovamente Satoshi Yagisawa.
La sua si riconferma una scrittura semplice, ma mai scontata, che anzi si presenta davvero ben curata e sempre in grado - come vi dicevo - di trattare tematiche delicate con grande attenzione e rendendole comprensibili ad un pubblico piuttosto ampio.
Le descrizioni sono buone, mai ingombranti e i dialoghi sono sempre ben costruiti.
Ne deriva quindi un buon ritmo narrativo, che rende la lettura rapida e scorrevole, in grado di appassionare il lettore e di emozionarlo, proprio grazie alla semplicità della quotidianità.
Rispetto a I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI, UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO mi ha convinto un pochino di meno…
Non c’è un motivo preciso, molto semplicemente, in certi punti, mi è sembrato che si sia cercato di allungare un po’ il brodo, inserendo fatti non sempre necessari e aprendo piccole sotto trame tra personaggi secondari che, obiettivamente, potevano anche non esserci.
Insomma, UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO mi è piaciuto, ma non tanto quanto I MIEI GIORNI ALLA LIBRERIA MORISAKI.
Sono contenta di averlo letto, non fraintendete, resto pur sempre una bimba di zio Satoru, ma allo stesso tempo, non mi è sembrato un seguito così necessario, se non per alcune parti specifiche.
In ogni caso, se cercate un romanzo breve, semplice ma allo stesso tempo in grado di trattare tematiche delicate e di attualità, che offre anche un ottimo spaccato sulla società moderna giapponese, sicuramente UNA SERA TRA AMICI A JINBOCHO potrebbe fare al caso vostro.
Il mio voto è:
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