Un libro (ebook) che ho in libreria kobo da un sacco di tempo e che finalmente mi sono decisa a leggere!
La principessa degli elfi
di Herbie Brennan
Editore: Mondadori
Pagine: 306
Prezzo: 17,00€ (ebook 6,99€)
Trama:
Anna è una guerriera invincibile, e nemmeno gli orchi più feroci possono sfuggire ai suoi attacchi letali. Finché il videogioco non si spegne e Anna torna alla sua vita di sempre, quella di una quindicenne costretta su una sedia a rotelle. Ma al "Lucca Comics &. Games" la realtà si avvicina al sogno, e Anna può finalmente immergersi nei suoi amati scenari fantasy... più di quanto possa immaginare: un gruppo di bizzarri cosplayer la rapisce per condurla nel regno di Elfenlind, un mondo parallelo dove rinasce nel nuovo, agile corpo della bellissima principessa degli elfi, Folia. Una dura missione la attende: sconfiggere in duello Sua Grande Enorme Immensità la regina Glypta, che da anni opprime il popolo con le sue folli angherie. Con l'aiuto del vampiro Betula, raffinato degustatore di sangue, della strega Serotina, carismatica incantatrice, e di Ophion, eroe fissato con le donzelle indifese, Anna dovrà combattere nell'arena del Festival del Rinnovo Reale e salvare Elfenlind.
Lo devo ammettere, questa per me è una recensione piuttosto difficile da scrivere.
Vi spiegherò meglio il motivo qui di seguito.
La principessa degli elfi è la storia di Anna, una ragazza americana di quindici anni costretta in sedia a rotelle da una malattia congenita che, da quando è nata, non fa altro che peggiorare.
Anna però non si fa abbattere e, nonostante le difficoltà della sua disabilità, riesce ad intraprendere un lungo viaggio con la madre per visitare Lucca durante il famoso festival del fumetto.
La ragazza, infatti, è una giocatrice appassionata di Elfenlind, un gioco di ruolo online, in cui veste i panni di un'agilissima elfa arciere.
Quando decide di allontanarsi dall'albergo senza dire nulla alla madre, Anna si imbatte in un gruppo di ragazzi che sembra proprio essere appena uscito dal suo videogioco preferito. Questo incontro fortuito la porterà a vivere grandi avventure e a scoprire la sua vera identità.
Anna infatti scoprirà di esse Folia, figlia della regina Glypta e unica pretendente al trono di Elfenlind. Quello che Anna credeva essere solo un gioco, infatti, è un vero e proprio mondo parallelo che metterà a dura prova le sue capacità, fino a portarla quasi a rischiare la vita.
Perchè c'è un torneo mortale alle porte per decidere la successione al trono, riuscirà Folia a vincere?
Comincio subito col dire che questa recensione avrà un'impostazione un po' differente.
Questo perché, ve lo anticipo subito, questo libro non mi ha entusiasmato più di tanto...
Nel 2015, quando è uscito questo romanzo, l'ho preordinato in ebook, perché ero troppo curiosa di leggerlo. Soprattutto perché avevo sentito che una delle ambientazioni principali era Lucca e il Lucca Comics. Herbie Brennan, infatti, avrebbe presentato il libro proprio durante il festival e, nonostante non avessi una copia cartacea, mi sarebbe piaciuto seguire la conferenza.
Purtroppo non ho fatto a tempo, ma almeno avevo il mio ebook ed ero contenta.
Conoscevo già Herbie Brennan per La guerra degli elfi, una saga che avevo amato diversi anni prima, quindi, all'uscita di questo volume, non ho resistito.
Si tratta di uno stand alone, ovvero un libro non facente parte di nessuna saga, ed è indirizzato ad un pubblico giovane (l'età di lettura è dai 13 anni - che io ho superato da un bel pezzo). Non per questo però, pensavo si sarebbe trattato di un libro non adatto anche ad un lettore più adulto, dato che mi ero molto appassionata a La guerra degli elfi e che non vedevo l'ora di riprendere la saga per completarla.
Purtroppo però, La principessa degli elfi, mi ha un pochino deluso.
Cerco di spiegarvi perché.
Non c'è un solo motivo grave, diciamo piuttosto una serie di piccoli dettagli negativi, che sommati, hanno penalizzato la parte positiva.
La prima cosa che mi ha parecchio infastidito, è la superficialità della trama. Il romanzo comincia con delle premesse davvero interessanti: Anna è disabile, costretta in sedia a rotelle, ma viene rapita e trasportata in un mondo parallelo dove scopre di essere la principessa erede al trono. Per governare però, deve uccidere la madre naturale in un combattimento senza esclusione di colpi.
Vista così, è stupenda, non trovate?
Peccato che, passate le prime 100 pagine (forse anche meno), tutto perde di interesse. Il torneo mortale resta, il mondo parallelo anche, ma sembra che la cosa più importante non sia più salvare Elfenlind dalla regina Glypta, una despota senza via di redenzione, ma piuttosto le pene d'amore di Anna e il continuo alludere, nel nostro mondo, al padre delinquente (che non ha nulla a che fare con la trama, oltretutto).
Io mi rendo conto che è un libro per ragazzini e che quindi certi argomenti bisogna trattarli in maniera velata, insomma, uccidere la madre non è certo una cosa che si può fare così, senza remore. Però poi, ogni tanto, senza un motivo preciso, si fa allusione (neanche tanto allusiva) al fatto che Andricus vada a letto con la regina, testuali parole.
E qui ha avuto inizio la mia perplessità, lasciate che ve lo dica.
Per non parlare dei personaggi!
Non voglio parlare di quelli che vivono in Elfenlind, perché essendo protagonisti di un videogioco, sono ovviamente l'incarnazione di uno stereotipo.
Abbiamo infatti Ophion, l'eroe; Serotina, la strega e Betula, il vampiro. Ora, vi dico solo che Serotina mi è rimasta del tutto indifferente, mentre ho apprezzato Betula, quasi quanto avrei voluto strozzare Ophion. Credetemi, persino la me quindicenne avrebbe avuto un forte istinto omicida verso di lui.
Il personaggio che più mi ha lasciato perplessa, però, è proprio la protagonista: Anna o Folia, che dir si voglia.
Se inizialmente è inevitabile apprezzarla per la sua forza d'animo e voglia di indipendenza, nonostante la sua condizione di disabilità, nel momento esatto in cui entra in Elfenlind, tutto questo svanisce, lasciando spazio ad un personaggio decisamente poco interessante. A tratti capricciosa, un po' superficiale e, perdonatemi se lo dico, parecchio tonta.
Il problema, non è solo Anna, secondo me è l'intera caratterizzazione dei personaggi che non regge molto. Non ci sono caratteri definiti, non si capisce fino all'ultimo chi è alleato di chi ed è pieno di stereotipi, non solo riferito ai protagonisti del gioco.
Non sono riuscita ad inquadrare totalmente nessuno dei personaggi e tanto meno ad empatizzare con essi.
Lo so che sto demolendo il libro, ma vi devo confessare che anche le ambientazioni non mi hanno entusiasmato. Non mi sto riferendo a Lucca, che è una delle mie città preferite (con o senza il festival) e che, in ogni caso è stata resa in maniera un pochino vaga, togliendo molta della magia che la caratterizza. Mi riferisco a Elfenlind, che appare come uno strano medioevo super tecnologico, carico di magia, creature magiche e mitologiche e chi più ne ha più ne mette.
Non dico che le descrizioni siano fatte male, anzi, nella loro semplicità rendono bene, è proprio il luogo in sé che non è molto chiaro
Al di là di personaggi e ambientazioni, lo stile di Herbie Brennan non mi è dispiaciuto.
Si tratta di una scrittura semplice, piuttosto lineare, senza troppe pretese, ma allo stesso tempo d'impatto e che cattura il lettore. Credo che il suo punto di forza sia proprio la sua semplicità, che la rende perfetta per un pubblico giovane, ma anche per gli adulti che cercano una lettura leggera e non troppo impegnativa.
Nonostante questo, il libro mi ha deluso un bel po'.
Speravo in qualcosa di simile a La guerra degli elfi e invece mi sono trovata a leggere uno young adult un po' meh, che cerca di sembrare un fantasy.
Pensare che, se solo se la fosse giocata diversamente, sarebbe potuto essere davvero un bel libro.
Ci sono alcune cose che mi sento di salvare, ma la maggior parte del libro è un no, mi dispiace...
Alla prossima!
Vi spiegherò meglio il motivo qui di seguito.
La principessa degli elfi è la storia di Anna, una ragazza americana di quindici anni costretta in sedia a rotelle da una malattia congenita che, da quando è nata, non fa altro che peggiorare.
Anna però non si fa abbattere e, nonostante le difficoltà della sua disabilità, riesce ad intraprendere un lungo viaggio con la madre per visitare Lucca durante il famoso festival del fumetto.
La ragazza, infatti, è una giocatrice appassionata di Elfenlind, un gioco di ruolo online, in cui veste i panni di un'agilissima elfa arciere.
Quando decide di allontanarsi dall'albergo senza dire nulla alla madre, Anna si imbatte in un gruppo di ragazzi che sembra proprio essere appena uscito dal suo videogioco preferito. Questo incontro fortuito la porterà a vivere grandi avventure e a scoprire la sua vera identità.
Anna infatti scoprirà di esse Folia, figlia della regina Glypta e unica pretendente al trono di Elfenlind. Quello che Anna credeva essere solo un gioco, infatti, è un vero e proprio mondo parallelo che metterà a dura prova le sue capacità, fino a portarla quasi a rischiare la vita.
Perchè c'è un torneo mortale alle porte per decidere la successione al trono, riuscirà Folia a vincere?
Comincio subito col dire che questa recensione avrà un'impostazione un po' differente.
Questo perché, ve lo anticipo subito, questo libro non mi ha entusiasmato più di tanto...
Nel 2015, quando è uscito questo romanzo, l'ho preordinato in ebook, perché ero troppo curiosa di leggerlo. Soprattutto perché avevo sentito che una delle ambientazioni principali era Lucca e il Lucca Comics. Herbie Brennan, infatti, avrebbe presentato il libro proprio durante il festival e, nonostante non avessi una copia cartacea, mi sarebbe piaciuto seguire la conferenza.
Purtroppo non ho fatto a tempo, ma almeno avevo il mio ebook ed ero contenta.
Conoscevo già Herbie Brennan per La guerra degli elfi, una saga che avevo amato diversi anni prima, quindi, all'uscita di questo volume, non ho resistito.
Si tratta di uno stand alone, ovvero un libro non facente parte di nessuna saga, ed è indirizzato ad un pubblico giovane (l'età di lettura è dai 13 anni - che io ho superato da un bel pezzo). Non per questo però, pensavo si sarebbe trattato di un libro non adatto anche ad un lettore più adulto, dato che mi ero molto appassionata a La guerra degli elfi e che non vedevo l'ora di riprendere la saga per completarla.
Purtroppo però, La principessa degli elfi, mi ha un pochino deluso.
Cerco di spiegarvi perché.
Non c'è un solo motivo grave, diciamo piuttosto una serie di piccoli dettagli negativi, che sommati, hanno penalizzato la parte positiva.
La prima cosa che mi ha parecchio infastidito, è la superficialità della trama. Il romanzo comincia con delle premesse davvero interessanti: Anna è disabile, costretta in sedia a rotelle, ma viene rapita e trasportata in un mondo parallelo dove scopre di essere la principessa erede al trono. Per governare però, deve uccidere la madre naturale in un combattimento senza esclusione di colpi.
Vista così, è stupenda, non trovate?
Peccato che, passate le prime 100 pagine (forse anche meno), tutto perde di interesse. Il torneo mortale resta, il mondo parallelo anche, ma sembra che la cosa più importante non sia più salvare Elfenlind dalla regina Glypta, una despota senza via di redenzione, ma piuttosto le pene d'amore di Anna e il continuo alludere, nel nostro mondo, al padre delinquente (che non ha nulla a che fare con la trama, oltretutto).
Io mi rendo conto che è un libro per ragazzini e che quindi certi argomenti bisogna trattarli in maniera velata, insomma, uccidere la madre non è certo una cosa che si può fare così, senza remore. Però poi, ogni tanto, senza un motivo preciso, si fa allusione (neanche tanto allusiva) al fatto che Andricus vada a letto con la regina, testuali parole.
E qui ha avuto inizio la mia perplessità, lasciate che ve lo dica.
Per non parlare dei personaggi!
Non voglio parlare di quelli che vivono in Elfenlind, perché essendo protagonisti di un videogioco, sono ovviamente l'incarnazione di uno stereotipo.
Abbiamo infatti Ophion, l'eroe; Serotina, la strega e Betula, il vampiro. Ora, vi dico solo che Serotina mi è rimasta del tutto indifferente, mentre ho apprezzato Betula, quasi quanto avrei voluto strozzare Ophion. Credetemi, persino la me quindicenne avrebbe avuto un forte istinto omicida verso di lui.
Il personaggio che più mi ha lasciato perplessa, però, è proprio la protagonista: Anna o Folia, che dir si voglia.
Se inizialmente è inevitabile apprezzarla per la sua forza d'animo e voglia di indipendenza, nonostante la sua condizione di disabilità, nel momento esatto in cui entra in Elfenlind, tutto questo svanisce, lasciando spazio ad un personaggio decisamente poco interessante. A tratti capricciosa, un po' superficiale e, perdonatemi se lo dico, parecchio tonta.
Il problema, non è solo Anna, secondo me è l'intera caratterizzazione dei personaggi che non regge molto. Non ci sono caratteri definiti, non si capisce fino all'ultimo chi è alleato di chi ed è pieno di stereotipi, non solo riferito ai protagonisti del gioco.
Non sono riuscita ad inquadrare totalmente nessuno dei personaggi e tanto meno ad empatizzare con essi.
Lo so che sto demolendo il libro, ma vi devo confessare che anche le ambientazioni non mi hanno entusiasmato. Non mi sto riferendo a Lucca, che è una delle mie città preferite (con o senza il festival) e che, in ogni caso è stata resa in maniera un pochino vaga, togliendo molta della magia che la caratterizza. Mi riferisco a Elfenlind, che appare come uno strano medioevo super tecnologico, carico di magia, creature magiche e mitologiche e chi più ne ha più ne mette.
Non dico che le descrizioni siano fatte male, anzi, nella loro semplicità rendono bene, è proprio il luogo in sé che non è molto chiaro
Al di là di personaggi e ambientazioni, lo stile di Herbie Brennan non mi è dispiaciuto.
Si tratta di una scrittura semplice, piuttosto lineare, senza troppe pretese, ma allo stesso tempo d'impatto e che cattura il lettore. Credo che il suo punto di forza sia proprio la sua semplicità, che la rende perfetta per un pubblico giovane, ma anche per gli adulti che cercano una lettura leggera e non troppo impegnativa.
Nonostante questo, il libro mi ha deluso un bel po'.
Speravo in qualcosa di simile a La guerra degli elfi e invece mi sono trovata a leggere uno young adult un po' meh, che cerca di sembrare un fantasy.
Pensare che, se solo se la fosse giocata diversamente, sarebbe potuto essere davvero un bel libro.
Ci sono alcune cose che mi sento di salvare, ma la maggior parte del libro è un no, mi dispiace...
Il mio voto è:
✰✰
2/5
Alla prossima!
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