mercoledì 3 ottobre 2018

Dorama Time! - Sprout | recensione |

Indovinate un po', mie piccole volpi?!
Altro dorama!


Come vedrete dalle etichette (ammesso che qualcuno le guardi, le etichette), ho visto questo dorama a maggio... Lo so, lo so è passato un sacco di tempo!
A mia discolpa dico che lo faccio per voi, questo non è un blog sui dorama, non voglio stressarvi troppo con questa mia nuova fissa. *vedete che vi voglio bene?!*
Comunque! Il dorama di cui vi parlo oggi è di produzione giapponese, perché il Giappone è il mio primo amore e il primo amore non si scorda mai.

Sprout


Una mattina, sulle gradinate della sua scuola, Miku si sente poco bene e viene soccorsa da un ragazzo misterioso che le porge la mano e l'accompagna in infermeria.
Colpita dal gesto Miku si ritroverà a provare dei sentimenti per questo ragazzo, pur non sapendo chi è, e lo considererà la persona a lei destinata.
Le cose si complicano quando i suoi genitori decidono di ospitare nella loro casa due studenti universitari e Souhei, compagno di scuola di Miku: perché Souhei è il ragazzo misterioso che l'ha soccorsa quel giorno.
Questo dolce sentimento appena sbocciato, però, dovrà superare non poche difficoltà. Prima tra tutte Miyuki, fidanzata ufficiale di Souhei, e Hayato, migliore amico del ragazzo e innamorato di Miku.

Sprout (スプラウト Supurauto, dall'inglese Germoglio) è in origine una serie manga in 7 volumi creata da Atsuko Nanba; ne è stato tratto un dorama stagionale estivo prodotto da Nippon Television e andato in onda nel 2012. La serie è composta da 12 episodi da circa 25 minuti l'uno e vede nel cast principale: Yuri Chinen, Aoi Morikawa, Fujiko Kojima e Jesse Lewis.

Nel caso capitaste da queste parti per la prima volta, vi ricordo che guardo i dorama in lingua originale con i sottotitoli in inglese. Perdonatemi, quindi, se vi sembrerà che mi sia sfuggito qualche dettaglio (ed, eventualmente, non esitate a farmelo sapere).


La prima cosa che mi ha colpito di Sprout è la durata degli episodi, paragonabili a tutti gli effetti a quelli di un anime. Abituata a dorama in cui ogni puntata durava tra i 40 e i 90 minuti, sono rimasta un po' spiazzata ma, allo stesso tempo, rispetto a quella che è la trama, l'ho trovata perfetta.
Se per durata Sprout ricorda un anime, c'è un piccolo dettaglio che personalmente mi ha fatto pensare anche alla struttura dei manga. Ogni tanto, infatti, i pensieri della protagonista ci vengono presentati scritti su schermo bianco, con la voce del personaggio in sottofondo.
Non so se questo espediente ha un nome specifico (e spero di averlo spiegato bene), ma a me ha colpito molto e l'ho trovato perfetto per il tipo di trama e ben amalgamato con le parti recitate.

 La storia che ci viene raccontata in questo dorama, come avrete letto qui sopra, non è particolarmente complicata o intricata. Seguiamo, infatti, un piccolo gruppo di ragazzi alle prese con i primi amori, tra cui finisce per crearsi un quadrato amoroso.
Non ci sono particolari colpi di scena e la vicenda procede in maniera piuttosto lineare fino al lieto fine, a mio parere, un po' prevedibile. Diciamo che Sprout rispetta praticamente tutti i cliché tipici dello shojo scolastico che, come sapete, è un genere che non mi dispiace affatto.
Nonostante questo non sia stato uno dei dorama migliori visto nell'ultimo periodo, l'ho trovato carino e perfetto per staccare un po' da serie più impegnative.

Anche per quanto riguarda i personaggi, sono presenti non pochi cliché tipici dello shojo scolastico. Ma, nonostante questo, ho trovato piuttosto buona la caratterizzazione generale dei protagonisti. Un po' meno quella delle figure secondarie, come ad esempio i genitori di Miku, i due studenti universitari che abitano a casa sua, gli amici di Souhei e il fratello minore di Hayato.
A mio parere, in alcuni casi, sarebbe stato necessario caratterizzarli meglio e, se posso dire, anche di dar loro un po' di spazio in più, perché in determinate situazioni giocano un ruolo importante.

In ogni caso, protagonista principale è Miku, visto che la storia ci viene presentata soprattutto dal suo punto di vista. Tutto, infatti ruota attorno ai suoi sentimenti un po' confusi e, a volte, contrastanti.
Miku è, senza dubbio, un buon personaggio, ma a me non è piaciuta al 100%: forse per la discreta differenza d'età, forse per la velocità con cui si succedono gli eventi, non sono riuscita a rivedermi in lei o ad empatizzare. E questo è successo anche con gli altri tre componenti di questo quadrato.

Da un punto di vista recitativo, invece, l'interpretazione degli attori protagonisti mi è sembrata davvero buona (anche se io non ne capisco nulla, ormai lo sapete). Ogni tanto mi sono sembrati un po' forzati, magari qualche atteggiamento è stato un po' esagerato per esigenze di copione, però devo dire che hanno fatto tutti e quattro un buon lavoro.

In generale, Sprout non mi è dispiaciuto e, nell'insieme, l'ho trovato piuttosto carino e perfetto per staccare un po' da serie più complesse e articolate (o con episodi più lunghi).
Il primo amore, i contrasti con gli amici, ma anche i rapporti familiari, visto quanto scorre veloce l'intera vicenda, sono sempre stati resi abbastanza bene, con grande delicatezza e dolcezza: come è tipico degli shojo scolastici.
Per questo mi sento di consigliarvelo solo se vi piace il genere.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟
3/5


Alla prossima!

Silvia

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