giovedì 13 febbraio 2025

SerieTv/Kdrama - SQUID GAME S1 |recensione| #Netflix

Buona sera mie piccole volpi!
Scusate l'assenza, ma rieccomi qui.
Oggi, però, non vi parlo di libri!
Ebbene sì, rieccomi con una recensione non librosa!
Come vi ho già detto, uno dei propositi di quest'anno è (come gli anni precedenti - lo so) cercare di guardare qualche anime/serie/drama in più, in modo anche da variegare le recensioni - ce la farò? lo scopriremo nelle prossime puntate...
SQUID GAME, manco a dirlo, l'ho recuperato a gennaio, ma mi sono presa indietro con la scrittura delle recensioni ed eccomi qui. 
Vi confesso che avevo pensato di recensire entrambe le stagioni in un unico articolo, ma mi sono resa conto che c'era davvero troppo da dire e non volevo annoiarvi con una delle mie solite recensioni papiro.
Perciò, per oggi, vi parlo della prima stagione, per la seconda penso ci rivedremo o a fine mese o ai primi di marzo.
Quindi, senza ulteriori indugi, direi di passare all'articolo!

SQUID GAME

Squid Game

Titolo originale: 오징어 게임, Ojing-eo geim,  (Gioco del calamaro)
Anno: 2021
Genere: azione, drammatico, thriller, distopico
Episodi: 9
Stagioni: 1
Stato: conclusa
Provenienza: Corea del Sud
Network: Netflix

Trama:

Seul, 2020. Seong Gi-hun è un ludopatico sudcoreano divorziato ed enormemente indebitato, costretto a vivere nel quartiere povero di Seongdong a spese della madre. Un giorno mentre viaggia in metropolitano viene avvicinato da uno sconosciuto, che dopo averlo sfidato a ddakji, gli consegna un invito a partecipare a una misteriosa gara con in palio una grossa somma di denaro. Accetta l'offerta sperando di risanare così la propria situazione familiare e si ritrova così in un luogo sconosciuto insieme ad altre 455 persone con debiti simili ai suoi. I giocatori sono numerati, costretti a indossare la stessa tuta verde e sono tenuti costantemente sotto controllo da guardie mascherate, sotto la sovrintendenza del Front Man, il coordinatore che gestisce il gioco per volere del suo capo.
I 456 disperati gareggiano gli uni contro gli altri in vari giochi per bambini nel tentativo di sopravvivere e vincere il montepremi di 45,6 miliardi di won che potrebbe trasformare la loro triste esistenza.
I giovani d'oggi, farebbero partire un coro di "war is over" perchè, dopo soli quattro anni, quando sta per uscire pure la terza stagione, anche io ho cominciato il recupero di SQUID GAME!
Avete presente quell'emoji a cui scoppia un fungo atomico in testa?
Ecco, quell'emoji riassume alla perfezione il mio stato mentale alla fine della prima stagione.
Ma andiamo con ordine...

Come ormai credo sappiano anche i muri, quando una cosa - non importa se è un libro, un manga o una serie tv - piace a tutti e ne parlano tutti, io la rifuggo come la peste.
Purtroppo ho questo problema: prima di leggere o guardare qualcosa, deve passare il boom.
Raramente mi accodo - per così dire - e altrettanto raramente mi lancio nelle visioni in simulcast.
Ci sono le eccezioni, perchè ci sono, ma sono molto poche e, come credo avrete intuito, SQUID GAME non è tra queste.
Avevo già tentato il recupero diverso tempo fa, ma se ne parlava ancora troppo e, soprattutto, non mi era chiaro se ci sarebbe stato un seguito o se sarebbe stata l'ennesima serie che non avrebbe mai avuto una fine. Poi è uscita la seconda stagione e si è cominciato a vociferare di una terza e mi sono detta che questo, in effetti, poteva essere il momento giusto!

La trama di SQUID GAME sembra semplice, ma non lo è nemmeno un po'.
Alla base di questa storia c'è un gioco per bambini, per l'appunto lo Squid Game, il gioco del calamaro (che io, erroneamente, associavo alla campana - non fatemi sentire una cariatide e ditemi che sapete di cosa sto parlando), definito uno dei giochi per bambini più "violento", perchè ha pochissime regole ed ecco perchè il gioco ne prende il nome - credo.
A questo Squid Game, che si tiene in un luogo sconosciuto a cui si arriva non si sa bene come, partecipano quelli che potremmo considerare i reietti della società, alla ricerca di soldi per poter risolvere i propri problemi più o meno seri e più o meno legali.
Radunate un tot di persone (in questo caso 456) in questa sorta di hangar dormitorio, i giochi hanno inizio, ma c'è una piccola particolarità (per nulla di poco conto, mi viene da dire): se non porti a termine il gioco, muori (male, ci aggiungerei io).
Inutile dire che, scopo degli Squid Game è che resti solo un partecipante vivo che, vincendo, si aggiudica un bel po' di soldi.

E questa è solo la base della trama, perchè, al di là del lato violento e brutale, azzarderei un filino splatter, posso assicurarvi che c'è molto di più e ci si potrebbe trovare anche un briciolo di denuncia sociale, osservando meglio e analizzando le storie personali che si intrecciano tra loro e alla trama di base.
In maniera un po' drastica e romanzata (non è il termine giusto, lo so, ma passatemelo), inquadrando il tutto in una visione distopica, in questa serie si trattano dei temi molto interessanti e anche di grande attualità, non solo nella società sudcoreana, ma anche in quella occidentale.

Abbiamo, ad esempio chi, nella speranza di risollevarsi economicamente si indebita e tenta la fortuna con le scommesse, entrando in un circolo vizioso senza uscita; chi perde tutto per degli investimenti sbagliati, ma per non deludere la famiglia decide di mentire; chi spera di dare una futuro migliore alla propria famiglia, facendola fuggire dal Nord; chi è gravemente malato e non ha più niente da perdere; chi è sfruttato e sminuito perchè è straniero e chi è banalmente un delinquente in cerca di denaro "facile".

Le problematiche sociali trattate in questa serie, come vedete, non sono poche e vi assicuro che potrei dirvene altre, ma la recensione si allungherebbe in maniera esponenziale e, soprattutto, vi farei una mare di spoiler.

In generale, la trama mi ha piacevolmente colpito e mi ha appassionato molto, anche se impiega un paio di episodi ad ingranare e ad entrare nel vivo, con tutti i vari intrecci, intrighi e sotterfugi, tipici del genere thriller.
Vi dirò che ci sono anche diversi punti in cui ci si emoziona e altri in cui, tutto sommato, un po' si sorride e ci si diverte.

Il protagonista principale di SQUID GAME è Seong Gi-Hun, il numero 456, che partecipa ai giochi per saldare un grosso debito agli strozzini e per aiutare la madre e la figlia.
Assieme a lui, tra i concorrenti, sempre con una certa importanza abbiamo: Cho Sang-Woo, il numero 218, amico d'infanzia di 456; Kang Sae-Byeok, la numero 067, profuga nordcoreana che vuole far emigrare tutta la famiglia; Oh Il-Nan, il numero 001, uomo anziano con un tumore al cervello che non ha nulla da perdere; Jang Deok-Su, il numero 101, un criminale in cerca di soldi; Alì Abdul, il numero 199, immigrato pakistano che vuole aiutare la moglie e il figlio e Han Mi-Nyeo, la numero 212, che non si sa bene cosa faccia, ma sembra partecipare per i soldi.
Extra giocatori, oltre al Front Men e ai VIP, che giocano un ruolo importante, ma restano per lo più sullo sfondo, un altro personaggio da citare è Hwang Sun-Ho, giovane poliziotto che si infiltra tra le guardie, alla ricerca del fratello scomparso, anch'egli legato ai giochi.

Ce ne sarebbero altri, ma potremmo dire che i principali, quelli a cui viene dato più spazio, sono quelli che vi ho elencato.
Non entro troppo nello specifico del singolo, perchè le vicende sono strettamente collegate tra loro e vi svelerei particolari che è meglio non svelare, se non con il regolare svolgimento della trama.

In generale, però, vi posso dire che la caratterizzazione non i è per nulla dispiaciuta.
Non possiamo parlare di personaggi totalmente positivi o totalmente negativi, ma piuttosto di figure molto sfaccettate e, allo stesso tempo, misteriose ed enigmatiche, rese in modo abbastanza realistico e, se volgiamo, anche molto umano, perchè diciamocelo, quando ci sono i soldi di mezzo, soprattutto se sono tante, il genere umano tira fuori il peggio e questo peggio è davvero ben rappresentato in SQUID GAME.
Personalmente, ho fatto fatica ad inquadrare alcuni personaggi e, in questo caso, penso si tratti di un fattore positivo, perchè è stata proprio la voglia di capire come certe dinamiche si sarebbero sviluppate, che mi ha tenuta incollata fino alla fine.

Non essendo ancora molto pratica di Kdrama (sempre ammesso che possiamo considerarlo tale) ammetto che non conoscevo nessuno degli attori del cast, ma ho trovato tutti ben calati nella parte e, per quel poco che ne capisco, ne ho apprezzato l'interpretazione.
Ci tengo a precisare che, causa scarsa concentrazione, ho deciso di guardare la serie con il doppiaggio italiano che, da totale ignorante in materia, non mi ha dato particolarmente fastidio, come spesso succede  e, anzi, mi è sembrato ben fatto.

Insomma, sono molto soddisfatta da questa serie che mi ha davvero coinvolta.
Una volta capito che non ci si deve affezionare troppo a nessuno e che niente è ciò che sembra, se non vi infastidiscono i fiumi di sangue e il gran numero di morti violente, direi che SQUID GAME potrebbe fare al caso vostro. 

Come vi ho anticipato all'inizio, recupererò anche la seconda stagione (sempre con il doppiaggio, abbiate pazienza) e ve ne parlerò, con buone probabilità o a fine febbraio o ai primi di marzo.
Quindi, restate connessi!

Il mio voto è:
4/5
A presto!

Silvia

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