Buona sera mie piccole volpi!
Eccomi qui con un nuovo articolo.
Anche oggi parliamo di libri!
Benvenuti nella recensione della mia terza lettura di dicembre!
Sarà che ho più tempo, sarà che mi sono imputata con il Calendario dell’Avvento, ma ultimamente sto leggendo parecchio!
Vi dirò che sono molto soddisfatta di me stessa - un po’ meno anche di questa lettura…
Ma ora, senza ulteriori indugi, direi di passare all'articolo ♥
Quindi, vi lascio alla recensione!
di Nicola Pesce
Editore: NPE
Pagine: 176
Prezzo: 12,00€ (ebook 3,99€)
Pubblicazione: 27 maggio 2021
Link acquisto: cartaceo/ebook
Trama:
Nel freddo inverno siberiano, una piccola volpe diversa dalle altre scopre l'amore per i libri e comincia a rubarne in paese per portarli nella sua tana. Il suo progetto infatti è di trascorrere il proprio letargo leggendo senza sosta. Ma un dolcissimo topolino e un corvo spietato busseranno alla sua porta in cerca di ospitalità. Dovranno imparare a convivere, ognuno con i propri ricordi, le proprie paure e le proprie speranze, in attesa della primavera.Questa recensione, necessita di una premessa simile a quella della recensione precedente (mi riferisco a Tokyo Love Story): questo libro mi è piaciuto fino ad n certo punto, infatti, come nel caso precedente, per tutta la lettura ho alternato momenti sì e momenti no.
Fino alla fine e tutt’ora, non so darvi un parere preciso, quindi perdonatemi se anche questa recensione vi sembrerà un po’ confusa e confusionaria.
Ma andiamo con ordine!
LA VOLPE CHE AMAVA I LIBRI, ci racconta la storia di Aliosha, una volpe che vive nella taiga russa e che, un giorno, per caso, si imbatte in un libro e se ne innamora al punto da sacrificare il suo letargo in favore della lettura. La sua storia si intreccerà con quella del topolino Musoritz e del corvo Ptiza. Il primo, fuggito dalla sua padroncina a causa di un “incidente” con uno specchio e una fotografia; il secondo per proteggersi dal freddo dell’inverno. Durante la loro “convivenza”, i tre parleranno delle loro vite e del mondo esterno, diventando amici.
Ora, la trama è interessante e abbastanza particolare ma, in certi punti, un po’ si perde: certe parti non vengono sviluppate o, per lo meno, non in maniera comprensibile e, certe altre, sembrano quasi slegate dalle vicende di base.
Il romanzo è breve, quindi, non posso entrare troppo nel dettaglio, ma ci sono dei pezzi di storia che, ve lo assicuro, non ho capito e non sono riuscita a collegare tra loro, pur avendoli letti e riletti.
Nonostante questo, ho apprezzato come si sono resi i temi trattati, soprattutto quello dell’amicizia e dell’affetto che possono legare chiunque, anche chi potrebbe non avere davvero nulla in comune, anche tra chi è decisamente agli opposti.
Mi è piaciuto come si sia cercato di trasmettere, attraverso una storia relativamente semplice, dei messaggi importanti, come l’accettazione di sé e degli altri, l’importanza della famiglia e degli amici e tanto altro.
Come vi accennavo poco fa, protagonista, protagonisti principali de LA VOLPE CHE AMAVA I LIBRI sono Aliosha la volpe, Musoritz il topo e Pitza il corvo.
Non entro nel dettaglio delle singole vicende personali, perché rischierei di raccontarvi tutto il libro, vista la brevità del volume, ma vi posso dire che, anche per quanto riguarda la caratterizzazione, ho dei pareri discordanti.
In generale, la caratterizzazione non mi è dispiaciuta: pur essendo animali, i protagonisti, danno comunque al lettore la possibilità di immedesimarsi e lo emozionano con le loro vicende che, proprio perché sono animali, a volte risultano quasi tragicomiche.
Allo stesso tempo, però, questa sorta di umanizzazione a metà, genera un po’ di confusione, soprattutto quando gli animali si trovano ad interagire con gli umani.
È vero che ci troviamo in un contesto che potremmo inserire nel realismo magico o, ancor meglio, nella fiaba, ma purtroppo, ho riscontrato non poche difficoltà in certi frangenti, proprio per questo motivo.
Gli stessi personaggi, a tratti, mi hanno lasciato perplessa, forse a causa della forte presenza di cliché sui russi, o forse proprio per questo tentativo di umanizzare senza però volerlo fare davvero.
Ultimo dettaglio che, a riguardo della caratterizzazione, non mi ha convinto o, per meglio dire, non mi è sembrato gestito nel modo giusto, è il background dei personaggi.
Mi spiego meglio: Musoritz racconta per filo e per segno la sua storia ad Aliosha, questo ne delinea il background e, in un certo senso, gli fa acquisire più importanza rispetto alla volpe stessa, su cui, alla fine, sappiamo davvero poco o nulla. Lo stesso vale per il corvo, ma in questo caso ci sta, perché è parte del personaggio non voler svelare troppo di sé o svelare solo ciò che lui stesso ritiene importante.
Se, per buona parte del romanzo, i tre personaggi hanno, sostanzialmente, la stessa importanza, ci sono dei momenti in cui sembra essere Musoritz il protagonista e non Aliosha, come invece vorrebbe non solo il titolo, ma anche la trama.
Anche qui, insomma, sono perplessa…
Passando allo stile, non conoscevo Nicola Pesce, quindi il suo stile mi è risultato nuovo e, pur non essendomi dispiaciuto, mi ha messo più di qualche volta in difficoltà.
La sua è una scrittura decisamente molto curata, particolare e personale, a tratti si sfocia nel filosofico e, a tratti, c’è quasi un tono da favola per bambini, per quanto, è evidente che non lo sia a tutti gli effetti.
La mia difficoltà è stata proprio in questo alternarsi di stile e registro che, purtroppo, a mio parere, rallenta il rito narrativo che, altrimenti, sarebbe piuttosto scorrevole.
Le descrizioni sono buone, mai ingombranti, ma anzi ben inserite nella narrazione, a tratti quasi fondamentali.
I dialoghi, invece, mi sono sembrati un po’ lenti e troppo elaborati, al punto da sembrare poco realistici.
Diciamo che, nell’insieme, LA VOLPE CHE AMAVA I LIBRI, si è rivelata una lettura interessante e particolare, sicuramente diversa da quello che mi aspettavo.
Non sono rimasta delusa ma, allo stesso tempo, non mi ha nemmeno convinto al 100% e questo mi dispiace molto, perché le premesse mi sembravano buone: forse mi sono creata delle aspettative troppo alte.
Sapete che non mi piace sconsigliare i libri, perché siamo fatti in tanti modi e abbiamo percezioni diverse e, ovviamente, questo vale anche con LA VOLPE CHE AMAVA I LIBRI.
Se cercate una storia particolare, a tratti filosofica, con buoni spunti di riflessione, se avete dimestichezza con gli autori russi a cui l’autore, se non ho capito male, si è ispirato e siete amanti delle storie con una forte presenza di umanizzazione degli animali, sicuramente LA VOLPE CHE AMAVA I LIBRI potrebbe fare al caso vostro.
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