Buongiorno mie piccole volpi!
Eccomi qui con l’ultima recensione del mese.
Ebbene sì, anche oggi si parla di libri!
Benvenuti nella recensione della mia terza lettura di ottobre!
Nonostante la mia TBR sia in continuo divenire e, come i dicevo nell’intro della recensione precedente, io mi sia cimentata - di nuovo - nel tentativo di leggere più cose contemporaneamente, la lettura di questo libro era una delle mie poche certezze!
Avendo già letto i due volumi precedenti della serie, quando ho visto che CACCIA ALLA VOLPE, sarebbe uscito a metà ottobre, l’ho subito inserito in TBR iniziandolo esattamente il giorno di uscita!
Non ho resistito, è stato più forte di me!
Ma ora, direi che posso anche lasciarvi all'articolo!
CACCIA ALLA VOLPE: NOONA 3
di Barbara Ottani
Editore: self
Pagine: 497
Prezzo: 16,00€ (rigida 19,90€ / ebook 3,99€ - kindle unlimited)
Pubblicazione: 15 ottobre 2025
Link acquisto: cartaceo/ebook
Trama:
Mi odierà, ma almeno sarà al sicuro.
Virginia pensava di essersi lasciata il passato alle spalle.Dopo una relazione tossica, l’amore con Minjun le aveva restituito speranza e felicità. Ma quando finalmente iniziava a credere nel loro futuro insieme, lui la lascia per un’altra.
Da quanto tempo la tradiva?
Fidarsi ancora diventa impossibile, e il dolore la spinge a ricadere nelle vecchie abitudini.
Minjun non è solo un idol, è l’uomo che ha promesso di proteggerla.
Per salvare Virginia dall’ossessione di chi vuole ferirla, deve diventare la sua più grande delusione. Ogni bugia lo divora, ogni silenzio scava un solco che rischia di allontanarlo per sempre da lei. Nemmeno gli SRJ possono sapere la verità: le sasaeng potrebbero essere ovunque.
Tra Seoul e Bologna, Virginia cerca disperatamente di capire se l’amore di Minjun era reale o un’illusione; Minjun lotta tra il dovere di proteggerla e il bisogno di non perderla per sempre. Ma quando le bugie diventano un’arma, la fiducia non basta più. E nella caccia che li travolge, entrambi dovranno scoprire se il loro amore è abbastanza forte da sopravvivere al dolore, al tradimento e al peso della fama o se resterà solo il rimpianto.
Prima di cominciare…
Nelle puntate precedenti:
Allora, lo devo confessare: sono una brutta persona, perché ho finito di leggere questo libro quasi 10 giorni fa, ma ho procrastinato la scrittura della recensione fino ad oggi, perché stavo cercando il modo di scriverla senza fangirlare troppo (vorrei continuaste a considerarmi una persona seria) e - soprattutto - senza spoilerarvi tutta la trilogia.
Quindi, spero mi perdonerete, se questa recensione vi sembrerà più breve e forse un po’ più sommaria del solito, ma voglio evitare di svelarvi troppo - sapete che quando una storia mi piace vorrei la leggeste tutti con lo stesso entusiasmo mio!
Vi ho già parlato della serie NOONA e di come ne sono venuta a conoscenza, quindi non mi dilungo oltre, e credo sia anche abbastanza inutile dire che il 15 ottobre (giorno dell’uscita) ho acquistato CACCIA ALLA VOLPE in tempo zero e l’ho iniziato praticamente subito.
Trattandosi del volume conclusivo della trilogia, quello dove tutti i nodi vengono al pettine, ed essendoci anche una componente investigativa non indifferente, non vi darò troppe notizie specifiche sulla trama perché, credetemi, il rischio che io vi dica una virgola di troppo è molto alto!
Da un punto di vista generale, però, qualche dettaglio in più ve lo posso dare.
Per prima cosa, sappiate che se da CACCIA ALLA VOLPE (ma anche dalla trilogia in generale) vi aspettate il solito romance, dove la ragazza qualunque si innamora dell’idol super figo, e “vissero per sempre felici e contenti” beh, mi duole far cadere il vostro castello di carte, ma avete sbagliato libri.
CACCIA ALLA VOLPE (ma sappiate che vale anche per gli altri due libri) è un romance, è vero, ma è anche tanto altro.
Oltre ad avere un’ottima commistione di generi, perché abbiamo la componente investigativa, che è fondamentale per la trama, che si intreccia a quella musicale relativa al mondo dello spettacolo, si trattano anche delle tematiche molto importanti e di grande attualità.
In  CACCIA ALLA VOLPE si parla di relazioni tossiche, da cui si fa fatica ad uscire ma che alla fine si riesce a lasciarsi alle spalle, dei traumi che queste possono provocare, di violenza fisica e non, di manipolazione, di tradimenti veri, presunti o necessari. Ma si parla anche di legami forti che vanno oltre le avversità, e non mi riferisco solo all’amore, ma anche all’amicizia.
Secondo me, poi, seppure principalmente in relazione al mondo dello spettacolo, si parla anche di autoaffermazione, della capacità di accettarsi per come siamo, di fiducia in sé stessi e negli altri.
Questo libro, anzi questa trilogia, mi ha fatto molto rivalutare i romance: se fossero tutti così, ne leggerei molti di più!
In primo luogo, perché è stato un po’ come entrare in un K-Drama, di quelli che ti ritrovi alle 3 di notte, con gli occhi a palla, perché non riesci a smettere di guardarlo, e in secondo luogo perché, al di là del fatto che l’idol si innamora della della ragazza “qualunque” (cosa che, per carità, può succedere, ma forse non è così frequente) la storia è molto realistica: non è tutto rose e fiori, non succedono solo cose belle, ci sono anche le difficoltà, i dispiaceri, i traumi e le perdite, proprio come nella vita di tutti i giorni.
Lo stesso vale per i protagonisti in cui non è per nulla difficile immedesimarsi dato che si tratta sempre di figure reali e realistiche. Virginia e Minjun, non sono perfetti, come spesso succede nei romance, ma anzi, ci sono delle volte in cui il lettore vorrebbe solo prenderli a testate, perché fanno una scelta sbagliata dietro l’altra e agiscono d’impulso cacciandosi in non pochi guai: ma è proprio per questo che li si apprezza fin da subito.
Soprattutto perché sono sempre in grado di imparare dai propri errori e di trarre un insegnamento dalle scelte sbagliate: arrancando, a volte, e non senza difficoltà, alla fine ce la fanno e questo li rende molto umani e permette al lettore di conoscerli e apprezzarli al meglio.
Insomma, avrete capito che ho amato la caratterizzazione generale, con questi personaggi sfaccettati e imprevedibili uno più bello dell’altro.
Nella recensione del primo volume, vi dicevo che, pur essendo la serie NOONA la riscrittura di una fanfiction sui BTS e pur avendoli, più o meno individuati negli atteggiamenti degli SRJ, non sarei stata capace di leggere la versione originale, perché ormai mi ero troppo affezionata a DJ, Junho, Haru, Minjun, Seulgi e Baekhyun. E anche ora, che la trilogia è arrivata alla sua conclusione, devo assolutamente confermare questo pensiero: per me ormai sono loro i veri protagonisti - non me ne vogliano i BTS.
Non mi sbilancio mai, lo sapete, ma questa volta devo proprio farlo: fatemi spendere due parole sulle mie preferenze - ogni tanto ci sta…
Sono fin da PUOI CHIAMARMI NOONA, una bimba di Seulgi, grande novità, mi direte voi con un certo sarcasmo (sono banale e prevedibile - lo so) e sono stata molto contenta di vederlo così presente in questo volume e anche così ben sviluppato ma, in CACCIA ALLA VOLPE ho scoperto anche il mio amore per quel pirletta di Junho, che mi ha fatto morire dal ridere per tutto il tempo (un amico come lui, vi dirò che non mi dispiacerebbe - fortunato Minjun).
Passando ai legami, se no mi parte lo sproloquio e divento logorroica come al solito.
Anche i legami, proprio come la caratterizzazione, risultano davvero ben resi: le relazioni, siano esse d’amore o d’amicizia, si sviluppano in maniera realistica e tutto segue un andamento naturale. Non ci sono solo relazioni positive, non va tutto liscio, ci sono gli alti e i bassi, le incomprensioni, i tradimenti e gli inganni.
Altro dettaglio importante di CACCIA ALLA VOLPE (ma - come prima - di tutta la serie) è il focus sul mondo dello spettacolo, nello specifico in relazione agli idol, e sulla società sudcoreana, che permette al lettore di entrare in contatto, insieme a Virginia stessa, con una cultura decisamente opposta alla propria.
Ho molto apprezzato come si cerchi di mettere in evidenza, non solo le luci, ma anche le ombre di questo mondo patinato, fatto principalmente di apparenza, di regole e di grandi limitazioni: spesso ci dimentichiamo che gli idol sono esseri umani e, quando questa dimenticanza sfocia nell’ossessione, nasce il fenomeno delle sasaeng, di cui CACCIA ALLA VOLPE parla ampiamente e in maniera davvero competente.
Ma andiamo avanti, che anche qui rischio di trascinarvi in uno dei miei sproloqui assurdi.
Conoscevo già Barbara Ottani, dato che ho letto sia PUOI CHIAMARMI NOONA che L’ECO DEL SILENZIO, quindi sapevo ne avrei apprezzato lo stile ancora una volta.
La sua si riconferma una scrittura molto curata, ma mai pesante o pomposa che anzi, risulta frizzante, coinvolgente ed emozionante.
Le descrizioni non sono mai ingombranti e, pur non perdendosi in dettagli inutili, riescono a fornire un quadro perfetto al lettore, che viene catapultato accanto ai protagonisti.
I dialoghi sono strutturati molto bene e sono anche decisamente bilanciati: non mancano i momenti divertenti e un po’ comici, ma ci sono anche quelli di forte tensione, quelli più romantici e quelli più dolci.
Ne deriva un ottimo ritmo narrativo, che tiene incollati alle pagine dall’inizio alla fine (se non avessi avuto quella cosa da adulti che si chiama lavoro - tacci sua - vi assicuro che in una giornata l’avrei finito senza grandi difficoltà - ho fatto una fatica fotonica ad appoggiare il kindle sul comodino, credetemi…).
Veniamo ora all’angolino dello spicy, che ho volutamente lasciato alla fine, perché sì, lo spicy è decisamente spicy, ma non è il focus della storia.
Come ho detto in occasione della recensione di L’ECO DEL SILENZIO, questo tipo di spicy è la prova che, non necessariamente, una scena spinta, per quanto dettagliata, debba essere volgare. Barbara è stata in grado di scrivere delle scene decisamente bollenti (vedi, per dirne una, il capitolo cinque porca miseria - a fine recensione lo screen della mia pacatissima reazione) ma mai volgari o campate per aria, bensì contestualizzandole benissimo e rendendole anche fondamentali per la trama. 
Sapete che, data la mia veneranda età, non disdegno questo tipo di scene (ormai sono rodata dalle fanfiction e non mi sconvolge più nulla) ma sapete anche che, allo stesso tempo, non ne sento la necessità a tutti i costi. Diciamo che, se lo spicy è così (e prendo Barbara da esempio perché sto parlando del suo libro, ma non è l’unica, sia chiaro) ben venga anche qualche scena in più.
Insomma che altro dire se non che ho amato alla follia questo volume conclusivo?!
Nonostante, ad un certo punto, mi sia trovata a farmi tutta una serie di film mentali che non avete idea (Virginia, sappi che non ti avrei giudicato, anzi) il finale di CACCIA ALLA VOLPE che, dopo tante peripezie e dopo aver perso le speranze, mi ha regalato il mio amato lieto fine, un po’ dolce/amaro per certi aspetti, ma pur sempre lieto fine, mi è piaciuto molto: direi una degna conclusione.
Se cercate un romance con una buona commistione di generi, con personaggi realistici, sfaccettati e ben costruiti, e una trama che vi lascerà col fiato sospeso dall’inizio alla fine CACCIA ALLA VOLPE fa sicuramente al caso vostro.
Piccola noticina (prima di lasciarvi al mio ennesimo sclero su un libro di Barbara): innanzitutto, lasciatemi fare i complimenti a Barbara che ha disegnato le copertine dei tre volumi della serie NOONA, secondariamente devo esprimere grande apprezzamento per la playlist di CACCIA ALLA VOLPE, ma anche di tutta la serie e per finire, come si suol dire “per ultimo, ma non per importanza”, vogliamo parlare dei riferimenti a IL PICCOLO PRINCIPE? Adoro❤️
Ed ora ecco la reazione al capitolo 5 (sappiate che potevo fare di peggio):
|  | 
| Si vede che è ero calmissima? | 




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