💙Silvia💙
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💗Jessica💗
Il passaggio da bambino ad adolescente si fa maturo nei personaggi che vediamo passare tra le pagine del libro (e del film). I loro discorsi, i loro pensieri, le loro prime richieste di indipendenza, le nuove (amare) scoperte, il confrontarsi con una nuova realtà (quasi adulta).
Il momento in cui cominciamo a “sentirsi grandi”, nonostante l'età ancora limitata.
La necessità di appropriarsi di verità, di scoprire, di ingigantire le situazioni per essere giunti ad una conclusione troppo affrettata. L'idea di essere presenti a se stessi e di poter “sapere” e di poter capire più dei grandi, in questo libro, si fa portavoce di questi ragazzi.
Credo che i libri di Harry Potter, anche dopo i suoi anni di successo, restino ancora oggi cosi popolari proprio perché hanno saputo coinvolgere psicologicamente ed emotivamente i ragazzi di tutti i tempi. Hanno saputo inserire una marea di sentimenti, di vite che (seppur magiche) somigliano un po' alle nostre, anche oggi che magari abbiamo qualche anno in più dalla prima volta che lo abbiamo letto.
E' diventato il libro preferito da molti per la sua empatia: con la vita, con le persone, con le delusioni, con la rabbia, con le incertezze.
Il terzo credo sia un passaggio chiaro di crescita. Rimane ancora attaccato alla stucchevole sensazione di magico e di tutto ciò che in fondo non potrà mai cambiare, come la credenza che “il bene vince sempre sul mare”, “vissero felice e contenti”. La Rowling in questo libro ci mette di fronte al fatto che non sarà cosi per sempre, ce ne da un anticipo anche se non ce ne accorgeremo fino alla prossima parte.
La morte è sicuramente il movente per ogni situazione accaduta fino al terzo anno di scuola, d'altronde è proprio con la morte che il protagonista trova la vita, ma in questo particolare frangente si deve far carico anche di altre consapevolezze: qualsiasi cosa accadrà, ci saranno altre persone che rischieranno (ancora una volta) per lui. Credo che, se non ancora in maniera esplicita, capisca - e inconsciamente inizia a comprenderlo meglio – che nulla sarà davvero come prima.
Non solo perché finalmente trova qualcuno che gli permette di scappare dai suoi zii (ricordiamoci che Vernon a sapere di questo “padrino”, non è poi cosi felice), ma soprattutto perché comincia a delinearsi di fronte a lui la vita che stava aspettando da sempre. Se fino all'anno prima era tutto solo quasi un sogno, poiché viveva tra magia e normalità, da questo momento si sente (si percepisce nel leggerlo) che lui è diventato un mago a tutti gli effetti (anche se ancora ha molto da studiare).
Credo che in questo libro Harry capisca cosa fare di se stesso, ha scelto davvero chi essere (e ce lo confermerà poi nei prossimi libri).
Mi piace questo frangente della saga perché è un monito per tutti a ricordare che il passaggio da una fase di vita all'altra non è paura, non è incertezza, ma una meravigliosa opportunità che va accolta con le sue debolezze e le sue imprevedibili sfaccettature di serenità.
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