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giovedì 13 settembre 2018

Ordo mortis di Salvatore Conaci | recensione |

Benvenute, mie piccole volpi, nell'articolo di oggi!
Seconda lettura di settembre pronta e recensita per voi!


Prima di tutto: grazie all'ufficio stampa Il Taccuino per avermi inviato questo libro!
Aiutandomi, anche questa volta a leggere qualcosa di diverso dal solito.


Ordo mortis
di Salvatore Conaci

Editore: Writers Editor
Pagine: 160
Prezzo: 17,00€

Trama:

Un giovane insegnante precario e un antico ordine occulto. Complotti, tradimenti e misteri girano attorno a un passato oscuro con cui il protagonista, Alessio Conci, dovrà fare i conti, dopo il suo trasferimento in un anonimo paesino della Calabria. Qui, tra le strade desolate, tra gli sguardi e gli atteggiamenti della gente, tra i suggestivi e misteriosi scorci del luogo, percepisce immediatamente che il paese cela un segreto inconfessabile. Impossibile chiamarsi fuori: Alessio deve agire.


Come vi dicevo qui sopra, questo libro mi ha permesso di immergermi in una storia decisamente diversa e particolare. Questo perché non mi ero mai avventurata su qualcosa che avesse a che fare con l'esoterismo.

Ordo Mortis con la sua storia carica di complotti e occulto, vi catturerà fin dalle prime pagine, trasportandovi accanto al protagonista e coinvolgendovi, inevitabilmente, nei misteri che lo circondano.


Comincio subito col dirvi che questa non è stata una recensione facile, perché sono piuttosto combattuta su quello che è il mio giudizio di questo libro.

Da un lato, nonostante io non sia mai stata molto portata per l'esoterismo, la trama mi ha colpito fin da subito.
Dall'altro, però, ho avuto non poche difficoltà a destreggiarmi tra i complotti, i sotterfugi e i misteri che si incontrano nel corso della lettura. A mio parere, perché alcuni dettagli della narrazione non sono molto chiari e, in certi punti, ci sono anche dei controsensi piuttosto evidenti.
Non voglio dire che questo sia un romanzo strutturato male, perché non è così.
Si vede che c'è dello studio alla base delle vicende riportate, che la trama è intricata e che può appassionare il lettore anche quando questo non è pratico del genere.
Ci sono però dei particolari e delle sotto-trame che stonano e non sembrano amalgamarsi bene al resto della storia. Un esempio è la componente romance, che io ho trovato un di più che si poteva anche tralasciare perché non porta niente ai fini della vicenda.

Anche nel caso dei personaggi, ci sono delle cose che mi hanno colpito e altre che non mi hanno convinto.
La caratterizzazione generale è piuttosto ben fatta ed è subito chiaro quali siano le figure più importanti in questa storia.
Ho trovato molto interessante il personaggio di Mario: strutturato, con un background ben costruito, importante ai fini della trama e in grado di incuriosire il lettore pur non essendo il protagonista.
Personalmente, non posso dire lo stesso per quanto riguarda Alessio (il protagonista), che io ho trovato a tratti insopportabile, poco sveglio e con atteggiamenti e comportamenti che non sempre si adattavano alla situazione. Mi è sembrato anche si lasciasse troppo trasportare dai sentimenti per Lisia, tralasciando ciò che veramente era importante (vedi le rivelazioni fatte da Mario).
Insomma, Alessio rientra nella mia lista di "protagonisti no" e mi dispiace non poter entrare più nel dettaglio, perché rischierei di svelarvi particolari importanti della vicenda.

Lo stile di Salvatore Conaci non mi è dispiaciuto: si nota una certa cura nella scelta delle parole e nel modo in cui queste vengono accostate all'interno delle frasi.
Quando però ci si sofferma per un'analisi più accurata, si notano diversi particolari che potrebbero disturbare il lettore. Mi riferisco, in primis, alla grande presenza di note a piè pagina che costringono all'interruzione forzata della lettura per trovarsi, a volte, davanti a spiegazioni non richieste. Mi spiego meglio: comprendo le traduzioni dal latino, perché mi rendo conto che non tutti possono aver studiato questa materia o ricordarla alla perfezione, ma per quanto riguarda i termini italiani, trovo sbagliato partire dal presupposto che il lettore non ne conosca il significato. In fin dei conti, lo scrittore non può conoscere il livello colturale della persona che si troverà il suo libro tra le mani.
Sempre in riferimento al latino, personalmente mi è sembrato che si sia fatto un uso smodato di citazioni e latinismi, anche quando non era strettamente necessario. A me, se posso dire, ha dato l'impressione che ci fosse un che di autocelebrativo in tutto questo.
Altro dettaglio riguarda le descrizioni, che sono sì ben fatte, ma troppo cariche di termini. E badate bene che ho detto "termini" e non "particolari", nel senso che spesso vengono utilizzate parole in più che altro non sono se non sinonimi di quelle usate in precedenza.
Insomma, a mio parere, questo genere di esagerazioni danno un che di pomposo ad un libro che, di per sé, non sarebbe neanche strutturato così male.

Quindi, tirando le somme di questa recensione: da un punto di vista generale, Ordo Mortis non mi è dispiaciuto. Si è rivelato, tutto sommato, una buona lettura, piuttosto scorrevole, appassionante e veloce.
Se, però, entro nello specifico sia della struttura del romanzo che di tutto il resto, comincia ad esserci più di qualche cosa che non mi convince.
Insomma, come vedete, sono un po' in dubbio su quale sia il mio giudizio finale, credo quindi mi porrò all'incirca nel mezzo. Tenendo presente che, per come la vedo io, certi "errori" sono da attribuire ad un problema di editing più che dell'autore stesso.

Il mio voto è:
🌟🌟🌟
3/5


Alla prossima!

Silvia

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