Volevo tenere questo libro per ultimo, dato che ad agosto vorrei leggere il seguito, ma non ho resistito e ho anticipato la lettura.
Ne ho sentito parlare molto bene, quindi cominciamo!
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
di Alice Basso.
Editore: Garzanti
Pagine: 271
Prezzo: 15,00€ (ebook 8,99€)
Trama:
Dietro un ciuffo di capelli neri e vestiti altrettanto scuri, Vani nasconde un viso da ragazzina e una innata antipatia verso il resto del mondo. Eppure proprio la vita degli altri il suo pane quotidiano. Perché Vani ha un dono speciale: coglie l'essenza di una persona da piccoli indizi e riesce a pensare e reagire come avrebbe fatto lei. Un'empatia profonda e un intuito raffinato sono le sue caratteristiche. E di queste caratteristiche ha fatto il suo mestiere: Vani è una ghostwriter per un'importante casa editrice. Scrive libri per altri. L'autore le consegna la sua idea, e lei riempie le pagine delle stesse parole che lui avrebbe utilizzato. Un lavoro svolto nell'ombra. E a Vani sta bene così. Anzi, preferisce non incontrare gli scrittori per cui lavora. Fino al giorno in cui il suo editore non la obbliga a fare due chiacchiere con Riccardo, autore di successo in preda a una crisi di ispirazione. I due si capiscono al volo e tra loro nasce una sintonia inaspettata fatta di citazioni tratte da Hemingway, Fitzgerald, Steinbeck. Una sintonia che Vani non credeva più possibile con nessuno. Per questo sa di doversi proteggere, perché, dopo aver creato insieme un libro che diventa un fenomeno editoriale senza paragoni, Riccardo sembra essersi dimenticato di lei. E quando il destino fa incrociare di nuovo le loro strade, Vani scopre che le relazioni, come i libri, spesso nascondono retroscena insospettabili.
Non vi dico neanche da quanto tempo ho questo ebook in lista di lettura sul Kobo, se no mi disconoscete. Però, alla fine mi sono decisa a leggerlo, quindi sono stata brava, vero? Vero?
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è la storia di Silvana Sarca, detta Vani, e del suo lavoro decisamente particolare.
Vani, infatti, fa la ghostwriter per una casa editrice. In poche parole, il suo lavoro consiste nello scrivere i libri al posto di quegli scrittori che, o non sono in grado di farlo o non ne hanno il tempo. Vista la straordinaria capacità che ha Vani di "entrare nella testa" degli scrittori, riproducendone alla perfezione lo stile, tutti i libri che sono passati per le sue mani si rivelano un successo.
Primo tra tutti Più dritta come la corda di una chitarra, libro che le permette di conoscere Riccardo, giovane scrittore con cui entra subito in sintonia.
Aggiungeteci un libro sugli angeli che Vani proprio non vuole scrivere, un'indagine per rapimento, una vicina di casa quindicenne che sembra una sua versione in miniatura e avrete la trama perfetta.
Vi anticipo subito che questo libro mi è piaciuto da matti, così se la recensione prende strane pieghe (deliranti) sapete il perché!
In ogni caso cercherò di mantenere una parvenza di serietà, prometto.
Allora, cominciamo come sempre dai personaggi.
La protagonista principale dell'intera vicenda è Silvana "Vani" Sarca, una ghostwriter dalla spiccata capacità di immedesimazione, in grado di creare un forte legame empatico con l'autore di cui dovrà scrivere il libro.
Vani, nonostante non le piaccia l'accostamento, è una Lisbeth Salander italiana, sia per l'aspetto fisico che per l'atteggiamento. Vani è arguta, intelligente, decisa, ha un carattere forte e, grazie alla sua capacità di capire le persone, ha sempre la risposta pronta.
L'ho apprezzata fin dal principio e l'ho adorata sempre più, man mano che la narrazione proseguiva.
Uno dei migliori personaggi che io abbia trovato fino ad oggi; sicuramente tra le protagoniste femminili che preferisco, e il fatto che non sia un'eroina fantasy sconvolge un po' anche me.
Altro personaggio che mi è piaciuto molto è il commissario Berganza che si pone, come caratterizzazione, quasi al livello di Vani. Vi confesso che li vedrei molto bene insieme, sarebbero una coppia fantastica e credo che noi lettori ne potremmo vedere delle belle!
Un personaggio che non ho proprio sopportato, invece, è Riccardo!
E credetemi, non si tratta di quello che combina verso la fine del libro, la mia è stata antipatia a pelle. Diciamo che, all'inizio (facciamo i primi 3/4 capitoli ), poteva anche essere un personaggio accettabile, sospetto, ma accettabile. Più si prosegue nella narrazione però, la sua perfezione comincia a dare fastidio e a renderlo antipatico e pesante. Per lo meno questa è stata la mia impressione.
Da un punto di vista generale, in ogni caso, i personaggi sono tutti caratterizzati perfettamente, sia quelli "positivi" che quelli "negativi". Al lettore viene fornito, per ognuno di loro, un quadro preciso e dettagliato, persino per quanto riguarda i personaggi secondari.
L'intera vicenda è ambientata a Torino o nei pressi della città e, ambientazioni principali sono l'appartamento di Vani, la casa editrice e il commissariato.
Fanno la loro comparsa anche l'appartamento di Riccardo, la villa di Bianca (per cui Vani sta scrivendo un libro), il poligono e altri luoghi di secondaria importanza.
Le varie location sono rese al meglio, nonostante non se ne faccia mai una descrizione eccessivamente dettagliata. Quello che il lettore percepisce del luogo dove si svolge la scena è solo ciò che poi si rivelerà importante per la narrazione.
Vani, oltre che protagonista principale, è anche narratrice dell'intera storia. Va da sé che il libro è scritto in prima persona e che ogni cosa ci viene illustrata secondo il punto di vista della protagonista.
Questo però non disturba affatto il lettore perché Vani riesce a spiegare la situazione quasi alla stregua di un narratore esterno.
Questo particolare tipo di narrazione, sarà anche per la simpatia verso Vani, mi ha molto colpito e mi è piaciuto perché mi ha aiutato ad accettare la narrazione in prima persona che, ormai lo sapete a memoria, non rientra nei miei gusti.
Una particolarità di questo romanzo è che, a spezzare la trama, ci sono alcuni episodi del passato di Vani che, contrariamente al resto, sono narrati in terza persona, anche se il punto di vista resta quello della protagonista.
Tutto questo per dirvi che ho apprezzato tantissimo lo stile di Alice Basso.
Si tratta di una scrittura pungente e accattivante, che cattura il lettore fin dalle prime righe, rendendo la lettura scorrevole, veloce e appassionante. Persino le ampie parentesi che Vani spesso apre nel bel mezzo del discorso non rallentano la lettura ma, anzi, la rendono più interessante.
Insomma, questo libro è stata una vera rivelazione!
Mi sento di consigliarlo a tutti, perché penso potrebbe piacere anche a chi, solitamente, apprezza generi diversi.
Vi avviso già che il mese prossimo leggerò il secondo volume di questa serie e che spero di recuperare il terzo per settembre. Eh sì, mi sa che sono entrata un pochino in fissa e che potrei aver trovato una nuova autrice da inserire nella lista dei preferiti.
Alla prossima!
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è la storia di Silvana Sarca, detta Vani, e del suo lavoro decisamente particolare.
Vani, infatti, fa la ghostwriter per una casa editrice. In poche parole, il suo lavoro consiste nello scrivere i libri al posto di quegli scrittori che, o non sono in grado di farlo o non ne hanno il tempo. Vista la straordinaria capacità che ha Vani di "entrare nella testa" degli scrittori, riproducendone alla perfezione lo stile, tutti i libri che sono passati per le sue mani si rivelano un successo.
Primo tra tutti Più dritta come la corda di una chitarra, libro che le permette di conoscere Riccardo, giovane scrittore con cui entra subito in sintonia.
Aggiungeteci un libro sugli angeli che Vani proprio non vuole scrivere, un'indagine per rapimento, una vicina di casa quindicenne che sembra una sua versione in miniatura e avrete la trama perfetta.
Vi anticipo subito che questo libro mi è piaciuto da matti, così se la recensione prende strane pieghe (deliranti) sapete il perché!
In ogni caso cercherò di mantenere una parvenza di serietà, prometto.
Allora, cominciamo come sempre dai personaggi.
La protagonista principale dell'intera vicenda è Silvana "Vani" Sarca, una ghostwriter dalla spiccata capacità di immedesimazione, in grado di creare un forte legame empatico con l'autore di cui dovrà scrivere il libro.
Vani, nonostante non le piaccia l'accostamento, è una Lisbeth Salander italiana, sia per l'aspetto fisico che per l'atteggiamento. Vani è arguta, intelligente, decisa, ha un carattere forte e, grazie alla sua capacità di capire le persone, ha sempre la risposta pronta.
L'ho apprezzata fin dal principio e l'ho adorata sempre più, man mano che la narrazione proseguiva.
Uno dei migliori personaggi che io abbia trovato fino ad oggi; sicuramente tra le protagoniste femminili che preferisco, e il fatto che non sia un'eroina fantasy sconvolge un po' anche me.
Altro personaggio che mi è piaciuto molto è il commissario Berganza che si pone, come caratterizzazione, quasi al livello di Vani. Vi confesso che li vedrei molto bene insieme, sarebbero una coppia fantastica e credo che noi lettori ne potremmo vedere delle belle!
Un personaggio che non ho proprio sopportato, invece, è Riccardo!
E credetemi, non si tratta di quello che combina verso la fine del libro, la mia è stata antipatia a pelle. Diciamo che, all'inizio (facciamo i primi 3/4 capitoli ), poteva anche essere un personaggio accettabile, sospetto, ma accettabile. Più si prosegue nella narrazione però, la sua perfezione comincia a dare fastidio e a renderlo antipatico e pesante. Per lo meno questa è stata la mia impressione.
Da un punto di vista generale, in ogni caso, i personaggi sono tutti caratterizzati perfettamente, sia quelli "positivi" che quelli "negativi". Al lettore viene fornito, per ognuno di loro, un quadro preciso e dettagliato, persino per quanto riguarda i personaggi secondari.
L'intera vicenda è ambientata a Torino o nei pressi della città e, ambientazioni principali sono l'appartamento di Vani, la casa editrice e il commissariato.
Fanno la loro comparsa anche l'appartamento di Riccardo, la villa di Bianca (per cui Vani sta scrivendo un libro), il poligono e altri luoghi di secondaria importanza.
Le varie location sono rese al meglio, nonostante non se ne faccia mai una descrizione eccessivamente dettagliata. Quello che il lettore percepisce del luogo dove si svolge la scena è solo ciò che poi si rivelerà importante per la narrazione.
Vani, oltre che protagonista principale, è anche narratrice dell'intera storia. Va da sé che il libro è scritto in prima persona e che ogni cosa ci viene illustrata secondo il punto di vista della protagonista.
Questo però non disturba affatto il lettore perché Vani riesce a spiegare la situazione quasi alla stregua di un narratore esterno.
Questo particolare tipo di narrazione, sarà anche per la simpatia verso Vani, mi ha molto colpito e mi è piaciuto perché mi ha aiutato ad accettare la narrazione in prima persona che, ormai lo sapete a memoria, non rientra nei miei gusti.
Una particolarità di questo romanzo è che, a spezzare la trama, ci sono alcuni episodi del passato di Vani che, contrariamente al resto, sono narrati in terza persona, anche se il punto di vista resta quello della protagonista.
Tutto questo per dirvi che ho apprezzato tantissimo lo stile di Alice Basso.
Si tratta di una scrittura pungente e accattivante, che cattura il lettore fin dalle prime righe, rendendo la lettura scorrevole, veloce e appassionante. Persino le ampie parentesi che Vani spesso apre nel bel mezzo del discorso non rallentano la lettura ma, anzi, la rendono più interessante.
Insomma, questo libro è stata una vera rivelazione!
Mi sento di consigliarlo a tutti, perché penso potrebbe piacere anche a chi, solitamente, apprezza generi diversi.
Vi avviso già che il mese prossimo leggerò il secondo volume di questa serie e che spero di recuperare il terzo per settembre. Eh sì, mi sa che sono entrata un pochino in fissa e che potrei aver trovato una nuova autrice da inserire nella lista dei preferiti.
Il mio voto è:
✰✰✰✰✰
5/5
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